Cartoline e dintorni (30)
di Leo Spanu
Ultima puntata di una biografia ironica e priva di importanza anche se poi ci sarà qualche allegato ad integrare la storia comune di un uomo comune.
Ma sono gli uomini comuni che fanno la storia: come direbbe De Gregori "la storia siamo noi" con la nostra voglia di vivere, i nostri sogni e la nostra fantasia.
Non un uomo stupido e cattivo che applaude un criminale davanti a tutte le televisioni del mondo. Loro sono solo morte e dolore.
Comunque vediamo di chiudere in allegria. Un pò di leggerezza rende più gradevole la vita.
Pagine della memoria
De gustibus
Ho conservato anche diverse ricevute dei ristoranti dove ho mangiato. Il pranzo migliore è stato a Montalcino. Il locale era deserto, abbiamo chiesto al proprietario che pisolava in piedi all'ingresso:
“ E' troppo presto?”
“ No, l' è che non c' è nessuno.”
Ottimi i pici fatti in casa e la tagliata di chianina alla rucola, il tutto accompagnato da un rosso (manco a dirlo) di Montalcino.
Anche il Lido Solitario di Castiglione del Lago si difende bene malgrado un aspetto da Rimini che inquieta. Anche il costo si difende bene ma i tagliolini primavera con pomodorini, mozzarella fusa, funghi e basilico sono un piatto da provare.
Ordinaria amministrazione ad Arezzo all' osteria dei Mercanti, il cupo proverbio in fondo alla ricevuta (che invita a diffidare di chi non ha i denti e ha provocato una “vibrata protesta “ da parte delle categorie odontotecnici, usurai e banche) è compreso nel prezzo.
Una tristezza a Roma. Una trattoria vicino a piazza san Pietro con una proprietaria-cuoca che sembra la sorella incazzosa della sora Lella televisiva. Tiranneggiava il marito molto più vecchio e magro come una lisca e quando le feci notare che la mia bistecca non era cotta ma bruciata mi rispose che si mangiava così. In realtà la poverina ( a bistecca) necessitava di ricovero immediato all' ospedale, reparto grandi ustionati. Nel locale, frequentato prevalentemente dal clero, mangiavano quattro suore tra le più brutte e affamate che abbia mai visto. Roba che se Belzebù le incontra di notte gli viene un infarto. Prezzi da cardinale e accompagnamento musicale di stornellatori spompati e tristi. Povera Roma, dove sono finite le trattorie di una volta dove mangiavi bene con poco e ti divertivi pure per la simpatia dei camerieri.
A proposito di peggio, provate a mangiare nella tavola calda delle navi della Tirrenia. Non ho mai capito perchè il tris di formaggi (l' unica cosa che mangio), composto da gruviera, asiago e formaggio ignoto, abbia un unico sapore. Di niente.
A Todi ho mangiato un' ottima lasagna al tartufo, ogni tanto bisogna togliersi un gusto. Lorenza si è bloccata su un risotto all' ortica.
A Sarteano, in albergo, mi hanno fatto digerire anche i Sassi, una ricetta della madre del proprietario (una cuoca da favola ). Una pasta fatta di farina, pane e ortica che sembrano sassolini verdi. Eccellenti come del resto i pici fatti a mano e i ravioloni al burro e salvia. Un rosso toscano ad innaffiare tutto e buon appetito.