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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Situazione disperata ma non seria

di Leo Spanu Per quasi tre mesi ho ascoltato tutto e tutti: politici, giornalisti, commentatori, economisti, imprenditori, professori, esperti e scrittori.   P ure vescovi e   cardinali e, ciliegina sulla torta, attori che non sanno recitare ma sanno tutto della politica. Tutti a spiegarmi cos’è successo il 4 marzo, il perché, il percome,   cosa fare e cosa non fare, come sarà e come non sarà il futuro degli italiani. Posso permettermi di perdere tanto tempo ad ascoltare lor signori perché sono un pensionato, quindi ricco di tempo ( di soldi un po’ meno) anche se avrei di meglio da fare. Il fatto è che dopo tanto bombardamento di   analisi, di tesi, di ipotesi, di epifisi,   e ancora di previsioni, di considerazioni, di   deduzioni, di infiltrazioni, di irritazioni, insomma un turbinio di parole attentamente   ( si fa per dire) ponderate, giuro che non ho capito niente. Eppure sono una persona con una certa cultura, una certa intelligenza e, malgrado l’età, con tutti i neuroni

A Brescia non c'è la nebbia

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di Leo Spanu E’ il titolo del mio prossimo romanzo. In questi giorni sto correggendo le bozze; doveva essere un lavoro da fare insieme al mio “ maestro” il professor   Nicola Tanda,  ma purtroppo lui non c'è più. Nicola era anche il mio editor per cui anche questo lavoro è toccato a me. Presunzione? Non credo, il mio primo romanzo è stato pubblicato senza che il professore abbia apportato una qualche modifica al testo originale. L’unica cosa che ha cambiato è il titolo che da “ Mille automobili.   Anzi di più, quasi mille ” è diventato “ I ragazzi delle case INCIS ”. Il titolo originale era legato a frasi pronunciate  dai bambini della storia ed anche questo titolo è un’affermazione di uno dei protagonisti del racconto. Questo nuovo romanzo è il seguito del primo. Ho avuto qualche perplessità a scriverlo. Volevo  raccontare altro e infatti, nel mio cassetto, ci sono (quattro) manoscritti  con racconti tra il fantasy metropolitano ( i mostri siamo noi) e il surreale: favole e

L'Italia è un paradiso di bugie

di Leo Spanu Confesso che quando Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica non ho fatto i salti di gioia. Ieri sera si è guadagnato il mio rispetto e anche la mia stima per quello che ha detto e fatto.  Come cantava Toto Cutugno, Mattarella è un italiano vero.  Sugli altri (italiani) ho qualche perplessità: ho conosciuto troppe persone capaci di ogni forma di viltà,   bugiardi per cattiveria e malvagità, gente che pur di andare contro qualcosa o qualcuno avrebbe sostenuto tutto e il contrario di tutto. Un esempio di questa logica sbagliata è il negazionismo: i campi di concentramento nazisti non sono mai esistiti, sei milioni di ebrei devono essere saliti sulla luna magari passando per un camino.  Oggi va molto di moda un revisionismo fasullo   della nostra storia recente per   cancellare i delitti e le atrocità commesse.   Forse per poterne compiere di nuovi. Ma oltre ad essere un popolo di bugiardi senza pudore, noi italiani siamo anche esperti di tutto, mangi

Divento scimmia

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di Leo Spanu La canzone che mi fece conoscere e apprezzare   Neil Sedaka , uno fra più orecchiabili cantautori di tutti i tempi, fu   I go ape (1959). La traduzione letterale del titolo   è: vado scimmia, cioè vado fuori di testa, divento matto. Si tratta di una canzone d’amore dove il cantante dice di   andare in bestia ogni volta che vede il sorriso della sua ragazza. A me piace di più   l’espressione “divento scimmia” anche se non ho mai fatto le boccacce e le facce da scimmia per nessuna ragazza.  Nel 1982 anche Peter Gabriel con Shock the monkey impazzisce per amore e diventa una scimmia. Dev’esserci una strana relazione tra l’amore e il regredire allo stato scimmiesco. Cos’è questa voglia di risalire sugli alberi dai quali siamo scesi, almeno stando ad alcune teorie dell’evoluzione?   Forse è la nostalgia di quando ci dondolavamo sui rami. Peccato che ormai non abbiamo più i piedi prensili ma in compenso ci facciamo prendere per parti meno nobili   da profeti, trombo

Altrimenti ci arrabbiamo

di Leo Spanu Quando nel 1980 sono stato eletto consigliere comunale a Sorso per la prima volta, davanti ad un funzionario comunale, ho dovuto sostenere “ la prova di alfabetismo”. In base alla legge di allora dovevo dimostrare di sapere almeno leggere e scrivere. La legge è stata abrogata e così 38 anni dopo, nel contratto di governo di due fini intellettuali come Di Maio e Salvini, puoi trovarci di tutto e di più:   a  parte l’eliminazione del buon senso è possibile aggiungere anche quella dei congiuntivi. Leggo su Post un articolo del giornalista americano David Harsanyi su un tema attuale, non solo in America: devono votare anche gli ignoranti? Perché una democrazia non informata è il preludio a una farsa o a una tragedia. Il voto delle persone che non sanno niente di niente delle regole più elementari della democrazia finisce col condizionare, spesso negativamente, la vita di tutti gli altri. L’autore dell’articolo fa alcuni esempi dell’ignoranza americana ma anche da no

Il nudo 4: Joyce Polance

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di Leo Spanu Joyce Plance, artista americana così si racconta: Usando me stessa, le amiche e la famiglia come soggetti, esploro temi intimi con la mia arte. Le mie tele sono grandi e le figure di solito sono nude. La mia attuale serie di dipinti riguarda la trasformazione delle donne. Dipingo soggetti che si trovano in vari stati di emergenza, fatti e avvenimenti che hanno avuto un impatto negativo sulla loro vita. Il mio intento è quello di andare oltre i limiti e trasmettere consapevolezza, forza e libertà. Esaminando una serie di dinamiche varie, tensione sessuale, gelosia, tristezza, rabbia, tenerezza suggerisco che la nostra vita è confusa. Dipingo le donne nude per mostrare la loro volontà di cambiare, di essere vulnerabili mentre abbracciano la loro sessualità e il loro corpo. Le donne devono prendere possesso della loro femminilità e del loro potere. Niente da aggiungere.

Giornalisti

di Leo Spanu In Italia ci sono due tipi di giornalisti: quelli che raccontano i fatti e fanno i giornalisti e quelli che raccontano le storie e fanno i romanzieri. Oggi parleremo dei secondi perché sono più numerosi (speriamo di no!), rumorosi e fastidiosi. I secondi stanno sempre in televisione: telegenici. Passano di continuo da un canale all’altro ma si sa, a canal donato non si guarda in bocca. I secondi danno pagelle: professori. Tipo Cochi e Renato che davano solo sette più. Anche alle stronzate. I secondi danno patenti: istruttori di guida. Insegnano agli italiani quando andare a destra e quando andare…. no, a sinistra no,   non è più di moda. I secondi scavano nei curricula vitae ( CV): minatori. A volte trovano qualcosa di aureo ma in genere è sempre merda quella che vien fuori. I secondi disegnano i governi:   baristi. Un cappuccino con 5 stelle   vale due caffè macchiati coi cuoricini. I secondi fanno cadere i governi: importatori di banane. E smettetela

Uccellini e uccellacci (R)

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di Leo Spanu Quando non so cosa fare mi diverto a mettere titoli di mia invenzione alle immagini degli altri, ad inventare parole. Un gioco che implica il recupero di libri letti, di film visti, di volti e persone che ho incontrato strada facendo. Tutto il mondo che ho costruito nel tempo e che mi porto dentro distribuito in tutte le parole che ho letto: parole sognate e vissute. E' come lanciare sassi sulla riva di un fiume: o li fai rimbalzare una o più volte (sono arrivato fino a sei, una vita fa) oppure ti metti a disegnare sull'acqua cerchi che si allargano fino a spezzarsi sulla riva. Mi piaceva perdere il tempo così da bambino, a Treviso, sulle sponde del fiume Sile. A Sorso abbiamo il fiume Silis; una coincidenza oppure i due fiumi con quasi lo stesso nome hanno un significato? Un piccolo mistero che potrei scoprire facilmente ma preferisco rimanere nell'incertezza. Ormai sappiamo tutto di tutto e non c'è più niente da scoprire in questo mondo sempre più pi

Guai ai vinti

di Leo Spanu L’Italia è un paese di gente che non sa vincere. L’ultimo della serie è Luigi Di Maio, capo incoronato dei grillini che, vincitore morale delle elezioni   politiche del 2018, cede la corona e lo scettro ad un illustre sconosciuto che per   motivi ignoti va a tuffarsi in un mare pieno di pescecani.  Tutta vanità. solo vanità cantava Angelo Branduardi in quel capolavoro del cinema italiano che è il film di Luigi Magni  " State buoni se potete" (no, non si rivolgeva agli elettori del PD, leggermente incazzati per cavoli loro) . Il ragazzo che sorride ( no, non è Albano) vince, ringrazia e se ne va. Qualche tempo fa un altro non si era accorto di aver vinto (anche se di poco) le elezioni: Pierluigi Bersani. Si era talmente convinto di aver perso che ormai è diventato un perdente cronico. Dove va lui finisce a schifio.   Dev’essere una maledizione della sinistra italiana.  Un precedente storico ( di ben altro valore) riguarda Enrico Berlinguer, segreta

Sorrisi (R)

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di Leo Spanu Ci sono sorrisi che ti porti dentro senza sapere perché. Io ne ho una ricca collezione e, quando sono di malumore, vado a frugare nella mia memoria e fra le tante cianfrusaglie dimenticate riesco sempre a ritrovare qualcosa che mi restituisce l’allegria. Magari non ricordo chi e quando ma non importa. Per un osservatore curioso e, a volte, anche complice della vita altrui è come succhiare una caramella alla menta o assaporare lentamente un cioccolatino fondente: un sorriso   è tra i piaceri più intensi da gustare. Ricordo una volta in un treno, una ragazza di corsa che sorrideva a qualcuno che io non potevo vedere ma quell’attimo rubato ad una sconosciuta diventò anche mio. E poi quante persone, incontrate nel corso degli anni, quanti volti sconosciuti ma amici. Un bambino che ti guarda storto, tu gli fai una boccaccia e lui ti risponde mostrandoti la lingua; uno pari. Una donna anziana che ormai ha perduto ogni bellezza ma che, con un gesto da bambina, si sistema un c