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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

10. Leonor Fini

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di Leo Spanu Leonor Fini nasce a Buenos Aires il 30 agosto 1907 sotto il segno della Vergine.  Il padre è argentino ma di origini beneventane,  la madre, Malvina Braun,  invece è triestina  ma di origini tedesche. Il matrimonio tra i due è più che altro una dichiarazione di guerra senza esclusione di colpi;  la signora ex Fini con la figlia Leonor ( per tutti Lulù) nel 1909 è già a Trieste da sola. La bambina viene travestirla da maschietto per sfuggire ai reiterati tentativi del padre di riprendersi la figlia fino a tentare di rapirla.  Così la bambina contesa, mascherata, è solo il campo di battaglia dei genitori. Lulù cresce in mezzo agli adulti egocentrica e strana ma è una bambina curiosa che guarda e giudica tutto. Dimostra subito una particolare propensione per l’arte e infatti si diverte a disegnare tutto quello che vede a cominciare dal suo affezionatissimo gatto  Cioci al punto di autodefinirsi: “Io sono la figlia di una donna e di un gatto. Mio padre è nientemeno ch

9. Jeanne Hebuterne Modigliani

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di Leo Spanu Amedeo Modigliani conobbe Jeanne Hebuterne alla fine del 1916. Jeanne aveva  18 anni, Amedeo 14 di più. Jeanne era di una bellezza straordinaria con quei lunghi capelli castani e qualcosa di esotico nello sguardo e nel viso: una principessa indiana. Amedeo usciva da una travagliata storia d’amore, Jeanne che faceva  da modella al pittore giapponese  Tsuguharu Foujita, si era iscritta ad una scuola di pittura. Non si conosce molto della storia di questi due artisti.  Di Modigliani ormai si è a conoscenza di ogni particolare della sua breve esistenza compresa una immeritata fama di "artista maledetto” ma Jeanne era a sua volta una grande artista. E’ sufficiente guardare le sue opere per rendersi conto che quella giovane donna aveva un  grande talento e che avrebbe potuto avere un futuro importante nella storia dell’arte. Nel 1918 nasce la figlia Jeanne ma la bambina viene registrata all’anagrafe come figlia di padre ignoto. La famiglia di Jeanne non gradisce

Cenni di storia della letteratura italiana. Parte 2°

di Leo Spanu   Il Seicento viene definito  decadente dal punto di vista letterario, gli autori sono Giambattista Marino (1569-1625), Gabriello Chiabrera ( 152-1638) , Alessandro Tassoni (1565-1635),   Salvator Rosa (1615-1673. Più noto come pittore), Francesco Redi  (1626-1697) tutta gente che qualsiasi studente per bene scordava  un minuto dopo l’interrogazione. Gli altri autori sono talmente dimenticati che qualcuno comincia a dubitare che siano mai esistiti. Tra i tanti dimenticati un certo Gregorio Leti  (1630-1701) un padre del metodo Boffo, cioè l’arte di calunniare e diffamare per mezzo stampa, metodo che nei nostri tempi ha raggiunto altissimi livelli di perfezione. Gregorio Leti,  peraltro, era una buona penna  anche se risultava difficile distinguere il vero dal falso. Mi piace citarlo per una sua definizione a proposito degli scrittori che non sanno scrivere. Infatti se la prende con “ le historie che finiscono il lettore prima che il lettore le finisca ”. Parole sa

8. Edith Piaf

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di Leo Spanu Nata in una strada e cresciuta in un bordello: a volte le stelle spuntano nei posti più impensati e bui ma riempiono il cielo con la loro luce. La vita di Edith Piaf è tutta qui, amore e dolore che si fondono nella sua voce  perché lei  è la musica che muove il mondo e  commuove chi ha ancora un cuore per sognare. Edith Giovanna  Gassion  nasce a Parigi  il 19 dicembre del 1915, sotto il segno del sagittario un segno di fuoco che combatte sempre e non si arrende mai. La madre, Lina Marsa, originaria di Livorno,  è una cantante di strada, il padre, Louis Garion un saltimbanco . Secondo la leggenda Edith sarebbe stata partorita davvero in strada con l’aiuto di un poliziotto di passaggio. La bambina viene prima affidata alla nonna materna  poi a quella paterna, Nonna Maria, che gestisce un bordello in Normandia. Edith comincia a cantare da piccola, ha solo otto anni, per le strade della Francia in compagnia del padre e grazie alla sua straordinaria voce i due riescon

7. Virginia Oldoini

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Virginia Oldoini, contessa di Castiglione di Leo Spanu Nel primo articolo pubblicato su questo blog ( Veronica Franco. 27/6/2015)  c’era una citazione su una nobile italiana divenuta famosa nell’Ottocento con un soprannome decisamente squallido e offensivo: la vulva d’oro del Risorgimento. Forse è il caso di restituire un po’ di verità e di merito ad una donna che a giudizio di molti era una delle donne più belle d’Europa. Ma Virginia era qualcosa di più di una semplice bella donna. Virginia Oldoini ( nome completo: Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Maia Oldoini) nasce a Firenze il 23 marzo 1837. Già da bambina è di una bellezza non comune che attira l’ammirazione di tutti. A dodici anni si ritira in convento per un’improvvisa vocazione mistica ma dura poco. Volubile e imprevedibile,  “nata di marzo”, come un torrente in piena tra le nevi  sciolte dell’inverno appena trascorso e i colori della primavera che sta nascendo, Virginia corre sognando paesaggi e futur

6. Nannerl Mozart

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Nannerl Mozart (1751-1829) di Leo Spanu Marie Anne Walburga Ignatia Mozart  nota Nannerl  era la sorella di Wolfang Mozart.  Di cinque anni maggiore era anche lei una bambina prodigio che suonava il clavicembalo, il fortepiano e molti altri strumenti anche a fiato oltre ad essere una brava cantante. Si esibì in pubblico da sola fino al 1759 quando il padre Leopold, buon violinista anche lui ma sempre squattrinato e pieno di debiti, decise di formare una coppia col piccolo Wolfang ( nato nel 1756) così che il pubblico potesse scoprire il talento immenso dei due fratelli. Nel 1762 cominciò una lunga tournèe in  Europa; a nemmeno 6 anni Wolfang aveva già composto il “Minuetto e trio in sol maggiore” per pianoforte e la sua fama cominciava a diffondersi ovunque. Nel 1770 il sodalizio si sciolse e, per ordine del padre, Nannerl uscì definitivamente di scena. E’ vero che la storia non si fa con i se ma qualche volta può essere interessante ipotizzare un futuro alternativo. Nann

La gallina non è un animale intelligente

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di Leo Spanu Pesaro 1950. Io e mio fratello Pier Giuseppe Così cantavano Cochi e Renato spiegando che “ lo si capisce da come guarda la gente”. Io posso confermare per esperienza diretta che, effettivamente, la gallina non è un animale intelligente. Correva l'anno 1954 e Treviso era una città tranquilla e sonnolenta; la maggior parte dei dipendenti pubblici era di provenienza meridionale ma ancora non esisteva la lega a seminare razzismo becero, c’era solo qualche isolato imbecille. Le “cortesie” dei funzionari venivano ricambiate con qualche piccolo regalo, in genere prodotti della fertile campagna trevigiana. Un chilo di patate, una busta di pomodori, qualche fondo di radicchio non era considerati "corruzione di pubblico ufficiale" all’epoca, la vita era molto più semplice  e la gente  più onesta. Non solo andavano i prodotti agricoli ma più raramente, anche altro. Una volta regalarono a mio padre una gallina, viva. Mio padre proclamò solennemente che il comp

5. Anne-Joseph Terwagne ( Theroigne de Mericourt)

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Anne-JosephTerwagne (1762-1817) di Leo Spanu Anne-Joseph Terwagne più conosciuta come Theroigne de Mericourt è stata una donna politica belga e una rivoluzionaria di tendenze femministe protagonista della Rivoluzione Francese del 1789. Di famiglia benestante viene educata in un convento dove era badessa la zia. A 16 anni fugge di casa, sedotta da un giovane ufficiale inglese che segue a Londra dove si da alla bella vita. Secondo alcune voci la giovane donna avrebbe avuto una attività proficua di cortigiana e di cantante ( Anne-Joseph è un’ottima cantante ma all’epoca  l’attività era considerato alla stregua della prostituzione). Altri viaggi in giro per l’Europa ( Italia e Francia) e infine Anne-Joseph si stabilisce a Parigi dove comincia ad appassionarsi ai temi della politica.  Apre un salotto frequentato da Danton, Mirabeau, Desmoulins e altri intellettuali; partecipa alle riunioni  dell’Assemblea Nazionale. Cerca anche di fondare un club femminile e un corpo militare:

4. Gaspara Stampa

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Gaspara Stampa (1523-1554) di Leo Spanu Nata da una nobile ma povera famiglia di origine milanese, alla morte del padre, nel 1531, Gaspara si trasferisce a Venezia insieme alla madre, il fratello Baldassarre e la sorella Cassandra. I tre fratelli hanno  avuto una ottima educazione artistica e letteraria e Baldassarre si fa conoscere presto per le sue doti di ottimo verseggiatore ma la sua morte prematura ( a soli vent’anni) sconvolge le abitudini familiari. Le due sorelle invece di chiudersi in casa  o in convento ( in realtà Gaspara è tentata da questa scelta) si danno ad una vita libera e spregiudicata. Gaspara diventa una vera attrazione per la sua bravura nel canto ( suona molto bene anche il liuto) e nella poesia oltre che per la straordinaria bellezza. Ma la vita di Gaspara è profondamente segnata dall’amore per il conte Collaltino di Collalto, uomo vanesio e superficiale (oltre che scadente poeta)  che, dopo una relazione ( piuttosto tormentata e ricca di tradiment

3. Tamara de Lempicka

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Tamara de Lempicka (1898-1980) di Leo Spanu A Torino presso il palazzo Chiablese , il 19 marzo 2015, è stata inaugurata una mostra su Tamara de Lempicka. Fino al 30 agosto si potranno ammirare  100 opere, provenienti da tutto il mondo, di questa artista che dopo un lungo periodo di oblio sta ritrovando l’interesse di appassionati e critici. Infatti dopo Londra (2004 Royal Accademy), Milano (2006 Palazzo Reale), Roma (2011 Vittoriano)  quella di Torino è l’occasione per un discorso storico-critico che riporti la figura artistica della Lempicka nel ruolo che le spetta nella storia dell’arte del Novecento.  Perché Tamara è uno di quei personaggi fuori dagli schemi, una personalità complessa che, per le scelte di vita non sempre ortodosse, finisce con l’essere amata o odiata senza via di mezzo al punto che l’immagine della donna finisce col sovrastare quella dell’artista. Già la data e il luogo di nascita, ( 1898 e non 1902) e il luogo (probabilmente Mosca e non Varsavia ) s

2. Artemisia Gentileschi

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Artemisia Gentileschi (Roma 1593- Napoli 1652) di Leo Spanu E’ probabilmente la più grande pittrice italiana e di sicuro una tra le protagoniste della storia dell’arte europea ma la sua storia personale, una vera e propria telenovela, ha messo in ombra  le sue notevoli qualità artistiche, facendola diventare, nel  1900, un’icona e un simbolo del femminismo più esagitato. Infatti Artemisia Gentileschi  è stata protagonista del primo processo per stupro della storia. Vi sono molte versioni contrastanti sui fatti accaduti  ed anche una ricca documentazione processuale ma la realtà è, come spesso accade, molto semplice. Il pittore Agostino Sassi, amico del padre di Artemisia nonché docente della stessa, prima violenta e poi inganna la giovane donna con promesse varie fino a quando Artemisia non racconta tutto al padre. Il processo, svoltosi nel 1611, si svolge secondo le regole del tempo. Artemisia per sostenere l’accusa  deve accettare la prova della tortura ( schiacciamento

1. Veronica Franco

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A partire da oggi ripropongo una serie di articoli, già pubblicati, su figure  femminili dell'arte, della letteratura e della storia.  Mi pare utile mettere insieme  storie  di figure  ( straordinarie) di donne, casomai qualcuno avesse voglia  di fare qualche riflessione sul ruolo nella società dell' altra metà del cielo  (mogli, madri, figlie, sorelle, amiche etc.). Sono, a mio parere, storie piene di grandezza e di poesia  ( da qui il titolo del mio blog: Storie di donne e di poesia) ma anche di dolore  e di grandi sofferenze. Raccontare il mondo attraverso le esperienze femminili è come scoprire l'altra faccia della luna, una scoperta recente. Solo da poco infatti abbiamo cominciato a capire ( e neanche tutti) che la società costruita da noi uomini non è il massimo di giustizia e di solidarietà ma qui mi fermo. Fare il giudice non è mai stato tra le mie aspirazioni. Io racconto storie, solo storie.  Veronica Franco ( Venezia 1546-1591) di Leo Spanu Un

Cenni di storia della letteratura italiana. Parte 1°

di Leo Spanu Un volta, per gli studenti pigri, c’era il “bigino” un libriccino pubblicato dalla editrice Bignami; da qui il nome più popolare di bignamino. Ernesto Bignami era un insegnante che aveva capito tutto degli studenti. In sostanza il libretto era un riassunto di tutte le materie scolastico. Un libro per materia, “ un sunto dei sunti” per risparmiare “tempo”. Generazioni di studenti hanno supportato esami di matematica, italiano, storia etc. etc. con l’ausilio di quei libri tascabili ( sono nati nel 1932 e sono stati pubblicati oltre duecento titoli). Io no, non perché fossi uno studente modello ma semplicemente perché odiavo “ i riassunti”. Odiavo anche le Selezioni di Reader’s Digest che  pubblicavano quattro romanzi, rigorosamente tagliati alla stessa misura, in un solo libro.  Io sono un sostenitore della versione integrale dei romanzi, ridurli a semplici riassunti è un delitto. Sarebbe come dire che un viaggio è fatto di una partenza  e di un arrivo.  Ma torniamo all