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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Ratatouille elettorale

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di Leo Spanu Vediamo cosa ci raccontano coi loro santini i candidati al consiglio comunale di Sorso.  Vecchi riverniciati a nuovo, riciclati e primipari (attenti che la prima volta che si perde fa male), tutti coi loro sorrisi splendenti (lo so, purtroppo, quanto ci costano i dentisti!) sintetizzano in una frase, tipo baci Perugina,   il loro pensiero politico ma questo è un vantaggio per noi elettori che siamo diventati personaggi in cerca di autore: le stronzate piccole si digeriscono meglio. Per chi non conosce il francese la ratatouille (in dialetto sorsense ratatuglia, la nostra è una lingua internazionale!) è una specie di caponata, molte verdure bollite e, se si è bravi in cucina, è un piatto davvero piacevole nel profumo, nell’aspetto e nel sapore.  Guai a sbagliare: ne viene fuori   una schifezza indigeribile. Vediamo quindi come risulterebbe   una “ratatuglia”elettorale alla “sussinca”. Per prudenza teniamo il bicarbonato a portata di mano. Stabilito il criter

Perchè non abbiamo vinto

di Leo Spanu Mi ha sorpreso vedere Zingaretti e Gentiloni brindare per la “vittoria” alla elezioni europee.  Io ho votato il partito democratico e continuerò a farlo perché non vedo in giro un’alternativa valida e poi dobbiamo resistere all’ondata di destra parafascista che sta crescendo in Italia.  Una destra ignorante, volgare  e cattiva che rischia di mettere il nostro paese in ginocchio economicamente e di isolarci dal resto dell’Europa che, ci piaccia o meno, è casa nostra.  Il mio è stato un voto di resistenza all’inciviltà crescente ma non mi sono accorto di avere vinto.  Un rapido calcolo mostra che il PD non è cresciuto in termini numerici rispetto alle politiche del 2018 anzi ha perso qualcosa.  Questo vizio di barare col gioco delle percentuali! La Sardegna è   numericamente poco meno della   metà di Roma eppure una vittoria della lega (in Sardegna)) riempie prime e seconde pagine, quella del PD (nelle circoscrizioni romane) appena un trafiletto in terza. 

La quercia caduta

di Leo Spanu Che Luigi Di Maio non sia mai stato una quercia è palese, forse neppure un alberello, al massimo un arbusto per cui cercare di far legna sulla sua caduta è inutile. Ed anche estremamente cattivo.  Non ho mai avuto nessuna stima del movimento 5 stelle, mi è sempre sembrato un accozzaglia di quaquaraqua; del resto non si può pretendere molto da un ex comico che cerca di far soldi sull’ingenuità altrui.  In Italia è troppo facile sfruttare il malessere   della popolazione: da troppi anni i vari governi   che si sono succeduti non hanno fatto il loro dovere. Riforme mancate, corruzione diffusa, evasione fiscale fuori misura e poi questa totale incapacità di far crescere il paese economicamente e culturalmente, di trovare lavoro per i giovani. Da troppo tempo la classe politica (tutta) ha curato solo i privilegi di una piccola parte della popolazione, i ricchi sono diventati   più ricchi, la piccola borghesia (la classe media) si è impoverita e chi era già povero è di

Polvere di stelle: Luigi di Maio

di Leo Spanu Le elezioni europee sono state, in Italia, l’ennesima occasione per parlare d'altro e andare regolarmente fuori tema. Ogni tipo di elezione, da noi,  è la scusa per rimettere tutto in discussione, naturalmente a solo parole. Siamo sempre troppo occupati a litigare sui fatti di casa nostra; fuori puà succedere di tutto, che ci importa. Va bene così ma torniamo ai numeri del voto europeo e ad i suoi effetti collaterali. Intanto, visto che hanno votato il 55% degli aventi diritto, possiamo sostenere tranquillamente che Salvini ha “incantatato”  solo il 17% degli italiani e già questa è una buona notizia.  A Sorso ha votato il 31% dei miei compaesani che naturalmente hanno dato la vittoria a Salvini. Mi preme sottolineare questo fatto perché a un mio concittadino è stato chiesto:  -Ma tu hai votato la lega?-  Risposta:-No, io ho votato Salvini.- Ho il sospetto  che molti italiani abbiano la stessa "cultura". Fatti loro. Da tempo sappiamo con cert

Si Salvini chi può

di Leo Spanu Adesso si che siamo nei guai con l’Italia che rischia di essere emarginata dal resto dell’Europa.  La vittoria (scontata) della lega di Salvini non è una buona notizia; certo lui avrà molti più seggi nel parlamento europeo ma sarà isolato e chiuso in una minoranza priva di potere, ammesso che frequenti quelle aule visto che negli anni precedenti  c’è passato raramente.   L’Italia di Matteo Salvini conterà poco o niente nel nuovo consiglio europeo, nel momento della distribuzioni di incarichi e altro l’Italia non avrà potere contrattuale perché è un paese guidato da un governo ostile e quindi poco affidabile.  Nessun confronto con la Francia dove, pur avendo vinto  Marine Le Pen, sovranista amica di Salvini, il governo di Macron è un elemento portante della politica Europea.  Anche l’ungherese Viktor Orban, altro grande amico di Salvini, non sembra avere l'intenzione di uscire dal gruppo dei popolari, a parole ringhia poi nei fatti (che gli fanno comodo) ac

Ricordando Andrea Pietri

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di Leo Spanu Ho già scritto di lui e pubblicato di lui su questo blog ( Andrea Pietri: un testimone della memoria 14/7/2015). In realtà l’articolo era uscito qualche anno prima sulla rivista Il Corriere Turritano.  Andrea aveva voluto leggerlo prima ma non mi aveva chiesto nessuna modifica del testo   anzi, aveva molto gradito il mio modo di fare “critica”. Forse perché non essendo un critico d’arte (e neppure letterario) racconto le cose che mi piacciono senza sentirmi vincolato a niente a nessuno.  Negli ultimi tempi, prima di morire, si era lamentato che andavo a trovarlo sempre più raramente ed io mi scusavo dicendo che la mia “pigrizia” aumentava con gli anni. La nostra amicizia era abbastanza recente; ci conoscevamo da molto tempo ma era una conoscenza superficiale come capita nei paesi, dove ci si conosce tutti (o forse ci si conosceva perché i tempi e le persone sono molto cambiate) ma ci si limita ad un frettoloso saluto. Con Andrea che, nei primi anni 80, mi aveva f

Abbiamo bisogno di più Europa

di Leo Spanu Senza offesa per nessuno ma non ho fiducia in quelli sopra i trent’anni.  Noi (under 75) abbiamo fatto troppi errori: c’erano sogni veri, aspirazioni e convinzioni durante la nostra gioventù. Avevamo capito molto e così abbiamo fatto spaventare i poteri consolidati, tutti i poteri: politico, economico, religioso. Gli anni a cavallo tra  il  1960 e il 1970 sono stati una rivoluzione culturale senza precedenti, come non si vedeva da tempo.  Anni probabilmente pieni di eccessi e di esagerazioni ma anche di grandi speranze,   sono stati come un’ubriacatura gigantesca;   dopo la festa ci siamo risvegliati con la testa tra le mani,   siamo rientrati nel gregge, abbiamo recuperato la vita quotidiana fatta di abitudini e di conformismo.   Avevamo mostrato al mondo intero che il re è nudo ma poi abbiamo rinunciato al futuro in cambio di briciole di benessere. I nostri figli sono diventati la brutta fotocopia di quello che noi eravamo. I nostri miti, i nostri libri, la

Cercando un altro Egitto

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di Leo Spanu Citazione del titolo di una canzone di Francesco De Gregori perché l’Egitto di oggi non mi piace: terrorismo di matrice islamica e una democrazia a brandelli. La storia di una delle prime (e più grandi) civiltà dell’uomo si sta perdendo per le eterne guerre   di potere. Andiamo quindi a rivedere le pagine migliori di una cultura millenaria. La civiltà egiziana si sviluppa nell'arco di più di tremila anni, dalla fine del IV millennio al IV secolo d.C. Una breve cronologia. Epoca predinastica (circa 5000-3100 a.c.) Periodo tinita (circa 3100-2700 a.C.) Due dinastie con capitale Thini, nell' alto Egitto. Compare la scrittura geroglifica. Antico regno  (circa 2700-2200 a. C.). Capitale Menfi. viene costruita la prima piramide a Saqqara. Il faraone Cheope della IV dinastia fa costruire la sua piramide. Primo periodo intermedio  (2200-2033 a.C.) Tra la VII e l'XI dinastia l'Egitto conosce un periodo di disordini politici e sociali. Medio reg

Proibito: le Shunga

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di Leo Spanu I giapponesi sono un popolo di grande civiltà,  forse è per la loro educazione che non è solo un atto formale ma l’espressione di una profonda cultura.  Quando il vecchio imperatore andò a visitare, insieme alla consorte, le vittime di un  terremoto, un’anziana signora si alzò da terra, dove era distesa, per rendergli omaggio. L’imperatore la fermò e si inginocchiò lui davanti alla signora e la moglie seguì l’esempio. Un capo che sa inchinarsi davanti alla sofferenza del suo popolo dice molto sul valore che si attribuisce alla vita di una sola persona, anche la più umile. Del resto, tempo fa,  divenne famosa l ‘immagine di un’intera equipe medica che, dopo un intervento chirurgico finito purtroppo con la morte del paziente, si inchinava, in segno di rispetto, davanti alla persona appena deceduta. Da noi invece c’è gente che augura la morte ai malati di SLA, gente che applaude chi aggredisce donne e bambini, "negri" o "zingari" fa lo stesso. 

Se questa è l'Italia di oggi

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di Leo Spanu Nella mia quotidiana "passeggiata" su twitter trovo questa notizia che riporto senza commenti. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole.

Ai candidati al consiglio comunale di Sorso

Carissima, carissimo (come da volantino nella mia cassetta della posta) dopo aver visto le liste dei candidati non avrei molta voglia di commentare ma il dovere (di elettore) mi chiama e poi ho tempo da perdere.  Dopo dieci anni di nulla si prospettano altri cinque anni di niente?  Vediamo di capirci qualcosa; quattro liste, due di ispirazione destrorsa ma con candidati di sinistra e altro e due di ispirazione sinistrorsa ma anche loro con candidati misti come i piatti delle mense aziendali. Affronteremo il tema destra-sinistra   strada facendo ma prima avrei una domanda da porre: signori candidati: perché vi dobbiamo votare? Avete un’idea, un programma di come costruire il futuro di Sorso? Cosa avete intenzione di   fare per migliorare il tenore di vita della nostra cittadina? Finora, a parte i sorrisi acchiappavoti a 64 (sessantaquattro) denti,   a parte “dove ci sarà bisogno io ci sarò”,   a parte il   “mi metto a disposizione” (Salvini vuole lottare fino alla morte

Viva l'Italia

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di Leo Spanu A volte trovi dei piccoli libri che solo a sfogliarli ti mettono l’allegria.   Le pagine da accarezzare, il profumo della carta ancora nuova, una poesia che non conoscevi,   un paesaggio   che ti riporta indietro nel tempo. Navigare in libreria o frugando in una bancarella di libri usati: ogni volta c’è una scoperta, è come un gioco che hai fatto mille volte ma che ti diverte sempre. L’Italia è un argomento che riempie molti e molti libri.   Ci sono viaggiatori e sognatori, scrittori e fotografi innamorati dell’Italia, tutta gente che se ne vanno in giro a raccontare l’altro paese, quello fatto di luci e di silenzi, quello che ti regala grandi emozioni.  Si dicono t roppe parole che stancano, specie quelle che ci arrivano dalla televisione e dalla rete, parole di uomini grigi che vivono nel buio e vedono   solo cose tristi.   Invece   c’è un’Italia più vera, a girovagare   tra città e campagne,   a  curiosare    in piccole borghi perdendosi in strade piene di   storia