Si Salvini chi può

di Leo Spanu

Adesso si che siamo nei guai con l’Italia che rischia di essere emarginata dal resto dell’Europa. 
La vittoria (scontata) della lega di Salvini non è una buona notizia; certo lui avrà molti più seggi nel parlamento europeo ma sarà isolato e chiuso in una minoranza priva di potere, ammesso che frequenti quelle aule visto che negli anni precedenti  c’è passato raramente.  
L’Italia di Matteo Salvini conterà poco o niente nel nuovo consiglio europeo, nel momento della distribuzioni di incarichi e altro l’Italia non avrà potere contrattuale perché è un paese guidato da un governo ostile e quindi poco affidabile. 
Nessun confronto con la Francia dove, pur avendo vinto  Marine Le Pen, sovranista amica di Salvini, il governo di Macron è un elemento portante della politica Europea. 
Anche l’ungherese Viktor Orban, altro grande amico di Salvini, non sembra avere l'intenzione di uscire dal gruppo dei popolari, a parole ringhia poi nei fatti (che gli fanno comodo) accetta le regole europee. 
In Inghilterra ha vinto l’altro “nemico” dell’Europa, Nigel Farage ma con la brexit gli inglesi se ne andranno presto, insalutati ospiti. Buon viaggio. Certo che è uno strano modo di vincere quello di contare alla fine quanto il due di briscola.

L’Europa si è dunque risvegliata con una maggiore maturità, con più voti, con più consapevolezza e convinzione della necessità di stare insieme per affrontare le importanti sfide del futuro. Gran parte dell'elettorato continentale sembra aver ritrovato la voglia di più Europa. La paura dell’uomo nero sembra essere passata e quelli che remano contro e seminano odio e violenza  sono minoranze che col tempo verranno sempre più isolate anche dall’elettorato dei loro paesi.

La storia dell'Italia è una storia diversa. La vittoria di Salvini è la classica vittoria di Pirro (qualcuno vada a ripassarsi la storia): qualche giorno di festa dei tifosi come a fine campionato, qualche bottiglia di champagne stappata davanti ad un telefonino ma poi Salvini continuerà ad ululare alla luna.  
Cosa dire invece di quella parte di italiani che lo hanno votato? 
C’è da sempre, nel nostro paese, una parte della popolazione che vota contro, si è cominciato col movimento dell’uomo qualunque, per passare alla lega, a forza Italia, al movimento 5 stelle. Tutte espressioni di un malcontento patologico, di una mentalità sempre antisistema.
C’è sempre un mostro da linciare nella pubblica piazza, un cattivo sempre colpevole di tutto e di più: Craxi, Andreotti, Berlusconi, Renzi. 
Poi, quando i nuovi, gli onesti, quelli che “adesso basta rubare” vanno al  potere, si comportano uguale se non peggio di quelli che hanno appena scalzato. 
C’è sempre una  massa di persone da manovrare, forse le stesse, che si sposta elettoralmente spinta sola dal rancore, dalla rabbia per le ingiustizie, vere o presunte subite dal governo in carica. In realtà queste persone hanno molte ragioni valide per lamentarsi ma difficilmente riescono  ad esprimere un voto che conti davvero perché confuse dalla propaganda.
Salvini è un abile venditore di fumo e la gente lo ha votato in grande quantità;  per ottenere questo risultato ha tolto i voti ai colleghi di governo. Il  movimento 5 stelle che doveva rifondare l’Italia e il mondo, dopo un solo anno di gloria, rischia di essere una meteora nel panorama politico italiano, come il movimento dell’uomo qualunque nel primo dopoguerra. 
Colpa di Luigi Di Maio? Non credo, "il ragazzo che sorride" è un personaggio troppo piccolo per diventare un vero leader, nel bene e nel male. Far governare gente come lui è come mettere una macchina di formula uno in mano a chi non ha neppure la patente. Alla prima curva va a sbattere.
Così  5 stelle ha travasato i suoi voti alla lega. Se non fosse che si parla della vita di 60 milioni di italiani si potrebbe anche ridere dall’accaduto.
Invece adesso che ci siamo messi nelle mani di Salvini, possiamo solo sperare che il buon Dio (e l’Europa) ce la mandi buona.  Alla fine siamo sempre un paese fondatore della comunità europea e meritiamo rispetto per la nostra storia anche se ci siamo affidati ad un governo di bugiardi e di incapaci. Ma ce lo meritiamo.

Un’ultima annotazione, sulla mia Sardegna. Parliamo e litighiamo per la continuità territoriale, perché vogliamo  sentirci uniti col resto dell’Italia e poi non andiamo a votare alla europee. Forse  ci piace essere isolati dagli altri e fare le vittime, almeno possiamo  continuare a piangere sul latte versato.

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