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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Fotografi: Julia Fullerton-Batten (1)

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 di Leo  Spanu La pittura classica amava le donne dalle forme abbondanti valorizzando così una sessualità florida e paffuta dai fianchi generosi e dai seni abbondanti: Tiziano e Rembrandt sono gli artisti più noti. Poi i gusti sono cambiati, è rimasto ancora qualche  pittore come Renoir a continuare la tradizione,  infine si sono imposte le donne silhouette come  quelle di Egon Schiel e. In tempi recenti artisti come Botero hanno recuperato il piacere dell'abbondanza ed ecco altri  pittori mettersi recuperare il " grasso è bello ". Addirittura la moda di oggi utilizza modelle dalle vaste forme dopo decenni di lische di pesce e anche fotografe come la tedesca Julia Fullerton-Batten (1970) coi suoi ritratti, riscrive il concetto di bellezza. Del resto c'è davvero qualcuno che crede di sapere la differenza tra il bello e il brutto? Io no di certo però, ho capito da tempo, che tutto ciò che riesce a strapparti un sorriso vale un grazie ed anche qualcosa di più. Comun

Cosa non avete capito?

 di Leo Spanu Ogni mattina inizio la mia giornata di pensionato con un caffè abbondante e l'ascolto di giornalisti (almeno questo dicono di essere) e tuttologi vari sui fatti del giorno. E ogni giorno la mia prima frase di commento è sempre la stessa: ma cos'è che questi non hanno capito? " I risultati delle primarie del PD sono una sconfitta ." Ha detto uno con la faccia "facciosa". Strano, io penso sia una vittoria anzi sono convinto che sia un risultato di rinascita, il primo giorno di primavera dopo un lungo e freddo inverno politico. Almeno così mi sono sentito per troppo tempo: lo ripeto, sono un vecchio socialista, innamorato ancora dei miei sogni di ragazzo, un sessantottino mai pentito ma amareggiato da una sinistra che sembra aver perso la sua identità. Sono andato a votare (ho votato Schlein) alle primarie del PD perchè schifato dal fascismo dilagante nel paese, perchè avevo bisogno di una speranza per il futuro, non per il mio ma per tutte quelle

I paesaggi di Allan Teger

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 di Leo Spanu Allan Teger (1942) è un artista americano che ama costruire i paesaggi che poi fotografa; niente di speciale se non fosse che come sfondo usa il corpo nudo per cui un fondo schiena può diventare una montagna e l'ombelico un laghetto dove tuffarsi. Ma forse è meglio andare a curiosare nel suo mondo, decisamente minimale viste le dimensioni dei protagonisti. Coppia in barca a vela Navigazione Tubi Squalo Due cavalieri Treno Subacqueo Amanti Poltrona Giocare a golf Delfini Ponte Pesca Bici Filo alto Sciovia Biplano nel deserto Alpinismo

Precipitevolissimevolmente

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 di Leo Spanu Secondo un sondaggio (Inventato da me. Si,  perchè no?) il 99% degli italiani si ricorda di questa parola, la più lunga della lingua italiana, solo quando un improvviso segnale d'allarme fa desiderare un gabinetto a portata di chiappe molto più di una vincita al superenalotto. Comunque il 10% arriva al traguardo sempre fuori tempo massimo. Il 15% soffre di stitichezza mentre il 20 % va a discutere con i tre moschettieri, oggi venditori di divani e divani. Uno (troppo poco per fare percentuale) si è messo in mutande (che schifo!) in televisione e spiega che le perdite urinarie rimangono dentro le mutande (che arischifo!). Il 13% vota a sempre a destra e dintorni mentre il 12% (quelli di sinistra) volta le spalle alla sinistra. Chi ruba molto ( 10 % ) va in parlamento, chi ruba poco (barboni e disperati, 5% ) va in galera ma è solo colpa loro. Il resto (di % che avanza) è mancia. Don Chisciotte permettendo. Adamo l'aveva detto a Eva : " Non cogliere la

Bruno Lauzi: Il poeta

 di Leo Spanu Forse sono strato "cattivello" presentando Bruno Lauzi in una canzone (non sua) satirica e controcorrente ma il cantautore genovese aveva questi momenti di gusto anarchico (no, non è una parolaccia ma una visione disillusa della società), basta pensare alla sua canzone "Io canterò politico". Lauzi era soprattutto un cantante minimalista, un poeta di sentimenti ed emozioni raccontate con pudore; il suo maggior successo fu "Il poeta", canzone cantata da Gino Paoli (nel 1965) ma portata al successo da Mina (nel 1969); io preferisco l'interpretazione dell'autore meno "cantata", quasi raccontata direi, una storia di quelle che si riportano agli amici a tempo perso, quando non c'è niente da dire. Almeno sembra. Comunque presenterò i testi di entrambe le canzoni. Un  giusto omaggio ad un  grande della musica italiana. Il poeta (1963) Alla sera al caffè con gli amici si parlava di donne e motori si diceva "Son gioie e dolo

Bruno Lauzi: Le bigotte

 di Leo Spanu Bruno Lauzi (1937-2006) sensibile esponente della scuola genovese, oltre ad aver scritto delle bellissime canzoni, spesso ignorate dal grande pubblico, si è anche divertito a tradurre le canzoni francesi; talvolta le sue versioni in italiano sono risultate migliori di quelle originali ( Lo straniero- Le meteque, di Moustaki) come le traduzioni di Herbert Pagan i ( Albergo ad ore- Les amants d'un jour,  di Edit Piaf e Lombardia- Le plat pays,  di Jacques Brel ).  La canzone " Le bigotte " non credo sia mai stata eseguita alla radio o alla televisione; negli anni 60 la censura era feroce oltre che stupida e, perchè no, bigotta.  "Le bigotte" è una canzone di Jacques Brel (1929-1978) cantautore belga di lingua francese, uno dei maggiori poeti in musica della storia (mondiale) della canzone. Le bigotte (1970) di Bruno Lauzi, traduzione di Les bigotes (1962) Le vedi andare passin passin sembrano tanti cagnolin le bigotte, le bigotte la confusio

Arte contemporanea: Museo del sesso

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 di Leo Spanu Non sapevo che esistesse un museo simile, dedicato per altro alla sessualità femminile. Le opere esposte, infatti, sono di sole donne, a volte artiste vere, altre volte non so. Ma il discorso vale anche al maschile: l'arte moderna spesso è incomprensibile, talvolta difficilmente digeribile anche con il bicarbonato. Del resto nessuno è mai andato ad aprire i  famosi barattoli di Piero Manzoni (Milano 1933-1963) pieni (ipse dixit) di " Merda d'artista ". Comunque andiamo a dare un'occhiate alla mostra di opere esposte nel Museum of Sex di New York. Amanda Charchian. Celine (2015) Joanne Leah. Il tutto (2016) Lissa Rivera. Nudo con lampada  (2015) Kristen Liu Wong. Avvicinati (2015) Koak. Gabbiani (2015) Marie Tomanova. Presso le cascate (2016) Monica Kim Garza. La luna (2017) Nona Faustine. Ha dato tutto quello che poteva e ancora chiedono di più (2014) Pixy Liao. Inizia la tua giornata con una buona colazione insieme (2009) Polly Nor. Non è mai succe

Le donne di Lotte

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 di Leo Spanu Non è un facile gioco di parole, Lotte Laserstein (1898- 1993) è stata una pittrice tedesca di talento (la prima donna diplomata al''Accademia di Berlino)  fino a quando, nel  1937, è fuggita in Svezia, perchè "ebrea per tre quarti" non poteva più lavorare. Chiaramente quella fuga le ha salvato la vita ma, come è capitato a molti ebrei, la sua vita è stata letteralmente divisa in due con conseguenze psicologiche e traumi, per quelli che non sono finiti nei lager nazisti, difficilmente superabili. Per la Laserstein il dopoguerra, anche dal punto di vista artistico, non è stato facile; lei, ritrattista, trovò forti resistenze a coesistere all'interno di un mondo pittorico fatto sempre più di astrattismo e di forme espressive il più delle volte in contrasto con i moduli classici. I suoi ritratti diventavano così una specie di auto-racconto dove scaricare le proprie frustrazioni ma, la qualità delle opere è tale che si può classificare Lotte Laserstein