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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

1947. Sergio Endrigo

 di Leo Spanu Questa canzone racconta di una tragedia della guerra, l'esodo dei friulani dalla loro terra natia; Sergio Endrigo  lasciò Pola, la sua città, ceduta alla Iugoslavia come preda di guerra. Anche Trieste faceva parte del prezzo da pagare ai vincitori ma poi si riuscì a riportarla in Italia. Ma molti italiani si sono ritrovati spesso stranieri in terra,  straniera. La mia storia, per fortuna, è totalmente diversa da quella di Endrigo: Io ho amato moltissimo questa canzone, così come ho sempre amato questo grande e sensibile artista, e in quei versi mi sono ritrovato, perchè racconta un momento della mia vita, quando non avevo parole per esprimere le mie paure e le mie emozioni. Poi col tempo riesci a trovare le parole, anche troppe, quando forse il silenzio è la sola voce del cuore. Oggi, se potessi rubare un minuto al tempo e ritornare alla mia infanzia scriverei i versi di Endrigo. Cambierei l'anno, 1946 (il mio anno di nascita) e la città, Treviso, che ho dovuto la

Arte in particolare: Van der Weyden

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 di Leo Spanu Rogier Van der Weyden (Tornai 1400- Bruxelles 1464) fu un pittore, espressione dell'arte fiamminga dei Paesi Bassi, tra i più famosi e osannati in Europa a metà del XV secolo. Per molti critici uno dei più grandi artisti del suo tempo anche per la sua capacità, nuova per l'epoca, di rappresentare non solo la realtà ma di esprimere "emozioni e sensazioni, soprattutto dolorose, che nessun pittore era mai riuscito ad afferrare ". (Erwin Panofsky, 1953). Ma alla fama in vita seguì un lungo periodo di oblio e solo nel Novecento la critica recuperò la figura di Van der Weyden anche perchè il Vasari nel suo "Libro della pittura" (1604) aveva scritto notizie errate per un fatto di omonimia. L'errore fu ripetuto anche dalla critica successiva che attribuì molte opere di Van der Weyden a un presunto "Maestro di Flemalle". Oggi, pur con qualche distinguo, è stata restituita al pittore fiammingo la paternità di molte opere che sono, spesso,

Quirinale: Tanto tuonò che piovve

di Leo Spanu Alla fine Cincinnato ha dovuto lasciare i suoi "ozi" di campagna (mai cominciati per la verità) per tornare a salvare ancora una volta Roma. Sergio Mattarella, un gigante a fronte di tanti pigmei. Perchè  tutti o quasi hanno perso e l'elenco degli sconfitti in questa elezione per il Quirinale è alquanto lungo; quello che doveva essere un momento di democrazia per il nostro paese è diventato una penosa telenovela recitata da attori cani. Probabilmente perchè mancavano registi degni di questo nome ma ci rendiamo conto che pochi si salvano da questa farsaccia all'italiana?  Mattarella come già scritto e Draghi che esce rinforzato dopo un periodo un pò difficile per lui e poi, udite , udite e non scandalizzatevi, gli unici due politici che (purtroppo) sanno fare politica: Berlusconi e Renzi. Del primo ho già scritto cosa penso sulla sua attività pubblica: rappresenta esattamente l'opposto di quella che è la mia concezione di società democratica e civile m

I giorni della merla

 di Leo Spanu I giorni della merla sono il 29, il 30 e il 31 gennaio, secondo la tradizione popolare i più freddi dell'anno. La merla era un uccello bianco come la neve che, per difendersi dal freddo, si rifugiò dentro un camino e si ritrovò nera per sempre. La leggenda sugli uccelli infreddoliti ha molte varianti. Quella del passerotto è nota come " i giorni della merda". Un passerotto stava congelando e urlava disperato: Aiuto! Aiuto ! Attirato dalle grida, un cacciatore lo raccolse e lo infilò dentro una bella boassa calda (una montagna di cacca di mucca). Il calore fece tornare l'allegria all'uccellino ma dopo un pò la puzza divenne così forte che si mise a urlare di nuovo: Aiuto! Aiuto! Questa volta fu un lupo ad essere attirato e avvicinatosi, tirò fuori il passero dalla cacca, gli diede un veloce pulitina e se lo mangiò. La morale della favola è: non sempre chi vi mette nella merda vi vuole male; non sempre chi vi toglie dalla merda vi vuole bene. In ogni 

Destra e sinistra (1994)

 di Leo Spanu In questi anni di continue campagne elettorali con personaggi "politici" come Salvini, un due di picche, che pretende di dare le carte a tutti,  è sempre più difficile capire la differenza tra destra e sinistra. Una volta, quando ero giovane, credevo di saperlo, oggi che la vecchiaia mi sta regalando troppi dubbi e cancellando tante certezze  mi sembra di essere diventato una specie di Cristoforo Colombo. Lui voleva andare ad Oriente e scoprì l'Occidente, io invece, a forza di andare a sinistra, ho paura di essere finito a destra. Capita quando giri in tondo, come un cane che insegue la sua coda: a volte si finisce nella merda. Vediamo come la pensava un signore che aveva naso per certe cose: Giorgio Gaber. Destra e sinistra Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra. Fare il bagno nella vasca è di destra far la

Quirinalizie

 di Leo Spanu I pifferi di montagna (di destra) sono andati a suonare e sono stati suonati (a destra). Adesso aspettiamo quelli di sinistra.

Libri

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di Leo Spanu Io e la mia signora ci siamo divisi i compiti nell'arredamento della nostra casa, io mi occupo dei libri, lei di tutto il resto: praticamente 90 a 10 per lei. E forse esagero nel mio ottimismo perchè lei  "ingentilisce" libri e libroni con oggetti decorativi; a volte per prendere un libro bisogna smontare una stanza o quasi. I libri spuntano da tutte le parti nella nostra "grande casa" (90 mq) ma siamo entrambi lettori "forti" come si usa dire anche se non capisco perchè bisogna fare ricorso alle taglie dei vestiti per dire che uno ama leggere. Non è che ingrassi se leggi molti libri, forse un pò il cervello ma non si vede. Comunque la domanda è: quanti libri ci sono a casa nostra? Risposta: non lo so. Penso tra i 4 e 5 mila volumi; non ho nessuna voglia di contarli, lo farà chi se li prenderà, quando smetterò di comprarli  e collezionarli. A volte mi sembrano troppi e non so mai rispondere alla più triste domanda della storia dell'uma

Canzoni bocciate a Sanremo

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 di Leo Spanu E' giunto il periodo del festival di Sanremo a disturbare le nostre già abbastanza noiose serate. E' vero che c'è la concorrenza del covid 19 e dell'elezione al Quirinale ma mentre il primo da due anni ci tormenta e, francamente, ha rotto anche i coglioni,  il secondo avvenimento dovrebbe esaurirsi prima della fatidica data del 2 febbraio perchè altrimenti verrà sospeso fino alla proclamazione del vincitore del festival, perchè tutto può succedere in Italia ma Sanremo è Sanremo. Vista l'età di certi cantanti, sembra più un'odissea nell'ospizio, manca solo la mummia di Tutankhamon ma, come cantava De Gregori, possiamo andare tutti a cercare un altro Egitto. Intanto sarebbe  curioso andare a vedere le canzoni scartate e  bocciate a Sanremo per renderci contro conto che si tratta di una grande festa popolare di gossip e e cianfrusaglie varie dove la musica c'entra poco o quasi. Come canta Bennato, è vero che sono solo canzonette, ma qualche vo

Ci vuole un fiore

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 di Leo Spanu Nei miei anni di lavoro nel settore dell'archeologia ho imparato a conoscere e ad amare la campagna. Per un vecchio ex ragazzo di città è stata la scoperta di nuove immagini di bellezza. Ho imparato a distinguere le piante, a potare una palma nana o un lentisco, a curare un olivastro. Mi sono appassionato ai piccoli fiori di campo, quando la primavera esplodeva coi suoi mille colori. Ho raccolto anche qualche piccola pianta, nel rispetto della sua delicatezza. Qualcosa è finito anche a casa, un piccolo omaggio alla mia signora quando la sera rientravo dal lavoro. Quella che segue era un pianta davvero piccola, non potevo certo immaginare che sarebbe cresciuta tanto da  riempire di colore il nostro mini cortile.

Arte in particolare: Hans Memling

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 di Leo Spanu Hans Memling (Germania 1435- 1494) Formato, artisticamente, nella bottega di Van der Weyden a Bruxelles, lavora col maestro e solo nel 1470 può aprire un suo studio e avere il suo primo incarico "ufficiale" per eseguire i ritratti di Tommaso Portinari e la moglie. Nei suoi quadri è rappresentata molto spesso la città di Bruges come sfondo alle opere che, oltre al grande valore artistico, sono una testimonianza fotografica di un'epoca. Madonna col Bambino (1465-70, particolare) Olio su tavola. Bruxelles, Musèes Royaux des Beaux Arts Ritratto di Maria Baroncelli (1470-71, particolare) New York, Metropolitan Museum Trittico dell'Adorazione dei Magi : anta laterale (1470-72) Olio su tavola. Madrid, Prado Trittico del Giudizio Universale : la Porta del Paradiso (1470-72, particolare) Olio su tavola. Danzica, Muzeum Pomorskie Trittico del Giudizio Universale : la Porta del Paradiso, particolare Trittico del Giudizio Universale : Inferno, particolare Ritratt