di Leo Spanu Visto l'interesse suscitato dal dizionario dei cantautori italiani, riprendiamo l' argomento canzoni raccontando questa volta le donne della musica leggera italiana, famose e meno. Alcune grandi voci che hanno segnato la storia della canzone altre, quasi meteore, che però hanno lasciato un piccolo ma piacevole ricordo, almeno nella mia memoria. Con loro si può raccontare anche una parte della storia d’Italia, quella minore. Nell’elenco sono comprese anche cantanti che a me non sono mai piaciute (per il repertorio e per il modo di cantare) ma che erano gradite ad una parte, a volte grande, del pubblico. Alice (Carla Bissi 1954). Voce e donna di straordinaria bellezza, raggiunse un notevole successo negli anni 80 dopo l'incontro con Franco Battiato e Giusto Pio. Negli anni successivi collabora con artisti di grande valore ma le sue opere non raggiungono il grande pubblico. Il vento caldo dell'estate (1980). I treni di Tozeur (1984) con Franco
di Leo Spanu D’Avena Cristina (1964) Appena nata, invece di frignare come tutti i neonati, si mise a cantare: " I puffi son così.." Da allora ha puffato le palle a tutti gli italiani, grandi e piccoli. A partire dallo Zecchino d'oro ha cantato ben 390 sigle televisive; tutto il resto è mancia. Le sigle più famose: Occhi di gatto; Noi puffi siam così; Pollon; Lady Oscar; Mila e Shiro, Sailor Moon; Kismi Licia etc. etc.......... Molti sono convinti che anche lei sia un cartone animato. De Angelis Wilma (1930) Esponente storica della canzone melodica italiana, concorrente fissa al festival di Sanremo e altri concorsi, è stata definita " miss patatina della canzone italiana" dopo aver cantato Patatina di Gianni Meccia. Un successo strepitoso, una evergreen. Un testo molto originale: Bambina piccolina, patatina, con gli occhi piccolini patatini. Patatà patatà, patatina come te . Adesso si riesce a fare di peggio. Da grande è diventata presentatri
di Leo Spanu Non so se sia ancora attuale la vecchia e noiosa ( per me) discussione sul matriarcato sardo. Sembra sia stato una forma di "potere" tra le più oppressive della storia. Non sono un esperto e fra l'altro il tema non mi appassiona. Diceva lo scrittore Giuseppe Dessì che la donna sarda è una Penelope senza Ulisse, lei in casa a tessere e lui, appena fuori della porta, con le pecore. Per l'uomo sardo niente mari misteriosi ed avventure. Lei custode del focolare domestico ma anche detentrice di antichi saperi da tramandare. Lui che costruisce brutte case di pietra, lei che li riveste di bellezza. Sempre Dessì ironizza, con una felice battuta, che " i grandi uomini della Sardegna sono state donne." A guardarsi intorno, oggi, ci sarebbe da dargli ragione. I primi nomi che mi vengono istintivamente alla mente sono: Eleonora d'Arborea, Grazia Deledda, Maria Carta, Maria Lai. Tutte donne! Aiuto! Franco Pinna. Orgosolo, anziani genitori a c
Modello Giuditta di Leo Spanu Roberto Benigni nel “ Piccolo diavolo”, uno dei suoi pochi film in grazia di Dio, in una stravagante ed esilarante sfilata di moda dentro una chiesa, presentava il “modello Giuditta”. Un camicione bianco informe e privo di eleganza. Ma in realtà Giuditta è (era) un vero modello, almeno come donna. Ma chi era Giuditta? La Bibbia è stata a lungo, per varie ragioni, una fonte d’ispirazione per molti pittori; fra le tante figure immortalate sulla tela, Giuditta ha avuto una grande rilevanza. Ricordiamo in breve la sua storia. Giuditta è un’eroina, una donna modello di fedeltà e di osservanza della legge che per salvare la sua città assediata dagli assiri, circuisce il generale nemico Oloferne e lo uccide. Antica arte femminile quella di Giuditta che facendo leva sulla sua bellezza confonde idee e sentimenti di quel trombone di Oloferne, abituale conquistatore di popoli e di donne. La cena ricca di cibi e bevande va benissimo, come ogni appuntame
di Leo Spanu Parlare di Francia in questo periodo è pericoloso. Da sempre i rapporti coi nostri cugini d'oltralpe sono stati al limite della rissa. Giulio Cesare invade la Gallia e picchia duro (De bello gallico) e loro per vendetta t'inventano Asterix che la storia la racconta al contrario. Napoleone viene in Italia a portarci la " Libertè, Egalitè, Fraternitè" e si ruba statue e quadri (la Gioconda è sempre stata cosa loro). Poi quando hanno scoperto che il vino buono lo sappiamo fare anche noi, hanno svuotato le nostre autobotti per le strade francesi. Ci hanno pure preso a testate per vincere il campionato mondiale di calcio! Insomma una lunga storia di odio (il più) e d'amore (il meno). Però hanno cantautori come Jacques Brel (belga), Charles Aznavour (armeno) e Gilbert Becaud (toh! un francese) e cantanti come Edith Piaf. La poesia francese ha una musicalità unica, come poche altre lingue. Ascoltiamo Paul Verlaine: Les sanglots longs/ des violons/ de l
di Leo Spanu Una volta, nei mercatini rionali, si assistevano a trattative tra clienti (donne) e commercianti che se avessero utilizzato lo stesso metodo all'ONU, ci saremmo risparmiati almeno il 50% delle guerre. Le donne di Sorso erano particolarmente brave e tiravano il prezzo su qualsiasi articolo fino a quando il commerciante cedeva per stanchezza. Ogni tanto qualche errore per eccesso di abilità: una signora di età abbastanza anta, dopo aver rivoltato la bancherella piena di abiti, camice, gonne, maglie, biancheria intima che ormai il caos era completo, per chiudere la trattativa che durava da mezz'ora, disse al quasi distrutto commerciante: -Facciamo così, mi alzi la gonna e mi abbassi le mutande.- -Ma signora, io queste cose non le faccio!- Esclamò l'uomo prima di accasciarsi a terra (per le risate?) Non so se nelle case chiuse o case di tolleranza o casini o bordelli) si potesse discutere del prezzo. Aspettiamo notizie visto che molti politici di nuova ge
di Leo Spanu Nel 1841 il poeta Giuseppe Giusti scrisse una poesia su un re, uno qualunque, nel senso di chi arriva al potere senza meriti. Infatti il termine “ re travicello” viene utilizzato nella lingua italiana (ancora esiste!) per indicare, in senso spregiativo, una persona che occupa una posizione importante o una carica ufficiale ma che non ha le competenze o l’autorevolezza necessaria e sufficiente per gestir il potere. Immagino che, come capita spesso agli artisti di talento, Giuseppe Giusti non sapesse di immaginare un futuro prossimo venturo ma così facendo ha fotografato l'attuale governo Salvini-Di Maio. Certo, lui pensava ad un solo travicello galleggiante nel mare magnum dell’ignoranza non ad un bosco ma, probabilmente, il poeta era un inguaribile ottimista. Ed ora dal lontano 1841 facciamo un salto nel presente 2018. Il Re Travicello ( Giuseppe Giusti 1809-1850) Al Re Travicello/ piovuto ai ranocchi,/ mi levo il cappello/ e piego i ginocc
di Leo Spanu Due giovani studiose di Sorso si sono divertite a raccogliere vecchie fotografie che poi hanno raccolto in due libri che hanno lo stesso titolo “ In Sorso ” e la stessa casa editrice “Editoriale Documenta” di Cargeghe (SS) La pioniera è stata Jolanda Sassu nel 2012. Conoscevo i suoi genitori in particolare la madre, Francesca Santoni, con la quale siamo stati colleghi in consiglio comunale a Sorso: era una donna combattiva e intelligente e , all’epoca, non era facile fare politica per una donna specialmente se militava nel partito comunista. Il secondo libro, del 2015, è di Stefania Maria Spanu . Presenterò in due articoli separati alcune immagini del loro lavoro, cercando di recuperare da quelle vecchie fotografie anche qualche brandello della nostra memoria, individuale e collettiva. Farò anche commenti ed eventuali correzioni alla didascalie originali (in corsivo). Cominciamo con Jolanda NOTE. La scelta delle fotografie è basata su due criteri perso
di Leo Spanu Mango Quando ho sentito per la prima volta questa canzone ho pensato subito a Treviso, la città della mia infanzia ma Mango, l'autore, è originario della Basilicata, niente in comune con il Veneto. Eppure il viale alberato (lungo il fiume Sile), il prato spelacchiato, la ferrovia, la casa col glicine in fiore, sono elementi di una storia uguale, la storia di ragazzi che avevano un sogno. Mango l'ha raccontata con una dolcissima canzone, io con un romanzo. Come è andata a finire non ha valore, l'importante è continuare a sognare. Mango (Giuseppe Mango 1954-2014) è stato uno dei cantanti più straordinari con una voce che era uno strumento che dava ancor più musicalità alle sue canzoni. Mango. Nella mia città (1990) Nella mia città c'è una casa bianca con un glicine in fiore che sale, sale, sale su. Nella mia città c'è un cielo grande che ti spalanca il cuore e non ti delude mai. La luce mi attraversa quanto male fa ma nel parco si muove già una brezza
di Leo Spanu Frugando tra i miei libri ne ho recuperato uno, pubblicato di recente, su Platamona, la spiaggia condivisa tra Sorso e Sassari, fonte di infinite polemiche e talvolta di discussioni oziose tra gente che non sa di cosa si stia parlando. Il libro, pubblicato da Carlo Delfino Sassari, nel 2014 è scritto da Alessandro Ponzeletti con la collaborazione di Sara De Paolini e Nino Tavera. Il libro è ben fatto e ricco di informazioni: poteva essere migliore se gli autori avessero chiesto notizie anche a Sorso, dove molte persone potevano avere altre notizie da aggiungere. A parte il fatto che, con buona pace di tutti, Platamona è Sorso. La parte che ricade nel comune di Sassari è stato un gentile regalo del sindaco di Sorso nel dopoguerra, Salvatore Cottoni. Anche Porto Torres ha regalato qualcosa a Sassari che non aveva uno sbocco nel golfo dell'Asinara. Promotore della nascita di Platamona come località dedicata al turismo con tutti i servizi necessari
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