Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Tutti frutti

Immagine
di Leo Spanu Tutti frutti è una famosissima canzone rock degli anni 50 lanciata da Little Richard (1) e da Elvis Presley (2). Cosa significasse il titolo non lo ha mai capito nessuno. Infatti" tutti frutti" non è italiano ma un espressione gergale americana ( derivata dall'italiano) che significa "gelato alla frutta". Che non attacca per niente col testo della canzone, infatti le parole di molte canzoni rock non dicono nulla di comprensibile, basti pensare alla canzone di Gene Vincent (1935-1971)   Be bop a lula (1956) che non significa assolutamente niente ma che ti entra in testa e non ti molla più. Ma quello che conta è la musica. Quando da bambino scoprii per la prima volta il rock'n' roll con canzoni come   Be bop a lula  e Tutti frutti  capii che il mondo può essere assurdo ma anche meraviglioso, Dipende solo da noi. NOTE 1)Bisogna ascoltare Lucille (1958) di Little Richard (1932 Richard Wayne Penniman) una voce e un pianoforte con un  

100 volte donna. Parte quarta

Immagine
di Leo Spanu Fine di questa staffetta. Volutamente ho scelto di non commentare le singole immagini, ci sono troppi critici in giro che allontanano la gente comune dalla pittura e dall'arte in genere. Parole impossibili scritte e dette per non capire; strano modo di comunicare. Ma forse non si vuole più comunicare, ci si parla sopra per non ascoltare, si urlano parole piene di odio per farsi male. Il nemico è sempre alle porte. Ma l'arte è sempre amore anche quando racconta la vita con le sue ingiustizie e le sue brutture. L'arte cerca sempre la bellezza anche quando il corpo comincia a sfiorire. C'è una signora in carne  e avanti con gli anni che mostra il suo corpo nudo con allegria ed è bella perchè la bellezza è negli occhi e nel cuore di quelli che non si arrendono alla volgarità  di chi vuole mettere etichette e prezzi anche sui sentimenti. Tutto può essere comprato è vero ma solo se noi ci mettiamo in vendita. Le ragazze che si mettevano in fila davanti alla

100 volte donna. Parte terza

Immagine
di Leo Spanu Per restare sul numero cento c’è una bella poesia per bambini del pedagogista Loris Malaguzzi (1920-1994) intitolata “ Cento”. Ne  trascrivo la prima parte. Il bambino è fatto di cento. Il bambino ha cento lingue Cento mani cento pensieri Cento modi di pensare Di giocare  e di parlare. Cento sempre cento Modi di ascoltare Di stupire di amare. Cento allegrie Per cantare e capire Cento mondi da scoprire Cento mondi da inventare Cento mondi da sognare. È una poesia per bambini ma va bene anche per donne e uomini  rimasti bambini ( ce ne sono tanti anche se non vanno a raccontarlo in giro un po’ per vergogna e un po’ per amore). Del resto con tutti i problemi che ci attanagliano ogni giorno chi ha tempo per tornare bambino? E’ vero che molti problemi non sapevamo di averli fino a quando non ce l’ha detto la televisione. Fino alla settimana scorsa non sapevo dell’esistenza dell’olio di palma, adesso se devo comprare biscotti e merendine sen