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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Contro pensiero

di Leo Spanu In una società dove si fa tutto contro, uomini, animali e cose in omaggio a quel principio fondamentale per cui ci dobbiamo tagliare gli attributi per far dispetto alle nostre mogli (siamo sicuri che a loro dispiaccia?) oggi il mio pensiero va contro corrente e più modestamente   contro di me, contro di te e contro tutti quelli che…..  Vediamo cosa mi può capitare.  Il governo del mio paese, della mia regione, della mia cittadina, del mio condominio, non mi piacciono? Ed io voto contro!   C’è chi va a destra, chi va a sinistra, chi va al centro, chi sta   fermo, chi va dove gli pare. Ed io vado contro, voi andate pure a fanculo.  Così posso apprezzare il piacere   infantile del fare dispetti   per il solo gusto di farli.  Ricordate il divertimento, da bambini, quando pisciavi sul castello di sabbia costruito da quell’antipatico bambino vicino d’ombrellone perché il suo castello era più bello del tuo? Meglio ancora quando pisciavi sulle formiche, nere o dall

Carosello

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di Leo Spanu Ho già espresso, con "leggera" ironia, il mio dissenso contro l’invadenza della pubblicità moderna, ossessiva e spesso stupida. Ma la pubblicità   non è sempre stata così: fior di pittori si sono mantenuti grazie ai manifesti e alle cartoline pubblicitarie spesso con risultati di grande spessore artistico. Poi fu Carosello. Ci sono passati tutti: registi, attori, musicisti, scrittori, scenografi. Tutte persone di talento che nel loro campo hanno lasciato il segno. Ma com’era questo famoso Carosello, quando la televisione (RAI) era in mano a gente esperta e capace e non a nominati politici buoni solo a dire SISSIGNORE ai loro padroni. Carosello nasce nel 1957 quando l’Italia comincia a conoscere il benessere e la guerra è un ricordo già lontano. Il ceto medio può cominciare a comprare frigoriferi e automobile (specie la Fiat 500, la più piccola e la più economica) e poco importa se ci vuole mezz’ora per firmare tutte le cambiali. Il futuro è nelle nostre

Via dalla pazza folla

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di Leo Spanu Dal momento che non posso fuggire dalla pazza folla e non posso neppure sfuggire alla gente noiosa visto che non abito in un'isola deserta (ma se insistono, in Sardegna con questa  continuità territoriale forse un giorno ci arriviamo) tanto vale la pena entrare in una dolce follia magari evitando Erasmo da Rotterdam che, col suo elogio della stessa, ci ha rotterdam anche i geroglifici. Magari chiediamo aiuto a Vladimir Tarasenko (1967) artista ucraino che dev'essere un esperto in cose folli visto che hanno appena eletto un attore comico a governare il loro paese. Come? Devo stare zitto perchè noi in Italia abbiamo cominciato prima? Chissà perchè siamo sempre ultimi nelle cose importanti e primi nelle stronzate. BOH! Intanto andiamo a controllare le varie vie di fuga. Astenersi chi non ha tempo da perdere e persone serie. Le nostre città sono caffettiere che fumano ma senza il profumo del caffè. C'è nell'aria  qualcosa di nuovo anzi d'antico

Musica senza tempo: i miei americani e altri

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di Leo Spanu La musica americana è stata molto influenzata da quella inglese (vedi Beatles , Rolling Stones ) e altri e, specie negli anni 60-70,  si può parlare   di una musica   senza frontiere per via dell’inglese utilizzato da cantanti e gruppi di altri paesi europei. Cominciava allora l’anglicizzazione prima delle musica e poi del linguaggio, economico e politico. La tecnologia di internet ha poi dato il colpo di grazia agli italiani (i francesi no) che oggi in inglese (se lo conoscessero) farebbero anche la cacca. All’epoca però i cantanti italiani continuavano a tradurre e a fare cover. Scott McKenzie (Philips Wallach Blondhehm 1939-2012) La sua San Francisco (1967) più che una canzone è un monumento,   il simbolo di un’epoca, la bandiera di un’intera generazione, quella degli hippy o dei figli dei fiori. In seguito ha fatto parte anche del gruppo dei Mamas and Papas . In italiano la canzone è stata incisa da Bobby Solo. Barry MC Guire (1935)  Eve of destructio

Selfie

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di Leo Spanu E’ proprio vero che il mondo è diventato un villaggio globale. Tutti cerchiamo di fare le stesse cose, tutti cerchiamo lo stesso taglio di capelli da tempo di guerra, quando c'erano i pidocchi, o lo stesso abbigliamento da finti poveri con i pantaloni strappati. Tutti cerchiamo di essere stupidamente uguali.  Poi, per fortuna, ci sono i bambini, quelli benestanti. prima che i loro genitori distruggano la loro infanzia: che tristezza le bambine di otto anni col volto e gli occhi truccati e il reggiseno.  Oppure ci sono   bambini poveri, quelli poveri davvero che riescono a raccontare il mondo con niente, a fotografarlo con una vecchia ciabatta e a sorridere felici. Quel sorriso non ha prezzo.

Storie di donne comuni: Samia

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di Leo Spanu Samia Jusuf Oma r è una ragazza somala di Mogadiscio. Ama correre, è nata per correre. La sua famiglia, povera in   canna, l’ha aiutata a sognare: una marea di fratelli (sei) più piccoli, la madre vende frutta e verdura, il padre è morto ucciso da una bomba, in una delle tanti quasi guerre di quelle zone. La ragazza è minuta e gracile ma ha la resistenza di una gazzella così, il comitato olimpico somalo decide di mandarla alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008. Samia ha 17 anni (è nata nel 1991) e gareggia nella gara dei   metri 1500 piani. Arriva ultima ma cosa importa, che soddisfazione e che meraviglia correre insieme alle più grandi atlete del mondo.  E poi lei ha portato anche la bandiera del suo paese. Poi il ritorno alla vita di sempre, una vita difficile. E allora la fuga verso l’Europa ricca e distratta, la speranza di un futuro migliore, un viaggio lungo, faticoso e pieno di rischi e poi quel gommone che dovrebbe attraversare il mare e portarla in It

Musica senza tempo: i miei americani.Gruppi

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di Leo Spanu La musica americana degli anni 60 e 70 ha prodotto grandi canzoni regolarmente tradotte in italiano da cantanti e gruppi vari. Molti artisti nostrani hanno costruito carriera e successi sulle cover al punto che le versioni originali, sempre migliori, in Italia erano quasi sconosciute. In questa sede andremo a recuperare i nomi, a volte sconosciuti, degli interpreti di canzoni famosissime. Restituiamo a Cesare quel che è di Cesare. The Mamas   & the Papas  (John Philips, Michelle Gillian Philips, Cass Elliot, Denny   Doherty). Gruppo folk che ebbe un grande   successo con la canzone California dreamin’ (1965) tradotta in italiano dai Dik Dik ( Sognando la California) che con questa cover cominciarono la loro fortunata carriera. La decadenza del gruppo americano cominciò nel 1967 quando Michelle, moglie di John, si mise con Denny e il gruppo si sciolse nel 1968. Mama Cass (la grassa del gruppo) morì d’infarto a soli 32 anni. Erano un gruppo gradevolissimo con l