Carosello

di Leo Spanu
Ho già espresso, con "leggera" ironia, il mio dissenso contro l’invadenza della pubblicità moderna, ossessiva e spesso stupida. Ma la pubblicità  non è sempre stata così: fior di pittori si sono mantenuti grazie ai manifesti e alle cartoline pubblicitarie spesso con risultati di grande spessore artistico.
Poi fu Carosello. Ci sono passati tutti: registi, attori, musicisti, scrittori, scenografi. Tutte persone di talento che nel loro campo hanno lasciato il segno. Ma com’era questo famoso Carosello, quando la televisione (RAI) era in mano a gente esperta e capace e non a nominati politici buoni solo a dire SISSIGNORE ai loro padroni.

Carosello nasce nel 1957 quando l’Italia comincia a conoscere il benessere e la guerra è un ricordo già lontano. Il ceto medio può cominciare a comprare frigoriferi e automobile (specie la Fiat 500, la più piccola e la più economica) e poco importa se ci vuole mezz’ora per firmare tutte le cambiali.
Il futuro è nelle nostre mani, rimbocchiamoci le maniche.
Carosello  muore nel 1977, sono passati solo vent’anni ma il mondo è cambiato ed ha cominciato a far paura, di nuovo.
C’è stata la guerra nel Vietnam a ricordare che la pace è solo un’utopia e disturba gli affari; c’è stato il 68 con i ragazzi a sognare, a chiedere e a cantare un mondo nuovo.
Ma il potere si rifiuta di capire così ci sono  altri ragazzi in piazza a contestare.
I partiti di sinistra non hanno capito niente dei giovani,  come sempre.  Demagoghi tristi  che dicono parole vuote su un idealismo ormai superato, e poi, quell’insopportabile paternalismo da prete di campagna che ti fa la predica. La classe  politica ha già perso il contatto con la nuova  realtà sociale. Il terrorismo rosso e nero insanguina il paese e confonde le coscienze.
Il 1978 sarà un anno che segnerà la fine e l’inizio di tante storie.

Ma Carosello è una pagina a parte, un piccolo concentrato di cultura, fuori dai libri e dagli schemi.
Ci sono slogan che entreranno nel parlare di ogni giorno, ci sono musiche (ijngle) che faranno  da colonna sonora alla vita quotidiana. Molti non lo sanno ma le invenzioni  pubblicitarie di quegli anni ancora oggi fanno parte del linguaggio comune come se fossero state incise nel DNA degli italiani da sempre. Magari ci siamo dimenticati l'inizio così come tendiamo a dimenticare le nostre origini e a cancellare la storia, quella importante che nessuno vuole studiare e quella piccola che non finirà nei libri.
Col tempo trasformeranno le nostre menti in pagine bianche dove incidere qualsiasi bugia facendola passare per verità; lo vediamo ogni giorno, in televisione, sui giornali, nella rete, tutti aspiranti stregoni che giocano con armi che non conoscono e che non possono controllare. L’imbecillità accoppiata all’ignoranza e alla paura fa più danni della bomba atomica.
Ma alla fine degli anni 50 abbiamo molta voglia di vivere, di giocare e di scherzare con gli eroi di Carosello.

Si comincia all’ora di cena, e per quando riguardava i bambini  c’è l’ordine tassativo della mamma: Dopo Carosello tutti a nanna. Gli adulti invece sono pronti ad imparare slogan e modi di dire da ripetere il giorno dopo.

Contro il logorio della vita moderna” cosa c’è di meglio di un amaro al gusto di carciofo (Cynar) che Ernesto Calindri sorseggiava seduto ad un tavolino sistemato in mezzo ad una strada piena di auto che sfrecciavano accanto.
Per gli eroi dei cartoni animati “ non è vero che tutto fa brodo” del resto c’è gente che “ a scatola chiusa compra solo Arrigoni”.
Ma Caio Gregorio, er guardiano del Pretorio, antenato dei palestrati moderni si lamenta: “ Far la guardia non mi piace, c’ho due metri di torace”.  

La vita è bella, bisogna sorridere ma basta col “ bianco stanco” come dice il dentifricio Durban. Lo pensano anche le donne specialmente quelle che hanno” un debole per l’uomo in Lebole”.
Carosello è una cornucopia di nomi famosi. Tutti facevano pubblicità. Non possiamo citarli tutti ma una breve panoramica può dare un idea del successo di Carosello. Per molti artisti era anche una forma discreta di guadagno specie se la pubblicità era azzeccata.

Cantanti e attori
Domenico Modugno  che ci faceva  volare” con la benzina Api.
Gino Cervi che “ creava un’atmosfera” col brandy Vecchia Romagna.
Gaia Germani  che ti consigliava  a Giulio Bosetti di bere “un amarevole”.
Mike Bongiorno che con la grappa Bocchino ti manda “ sempre più in alto”.
Cesare Polacco, l’ispettore Rock quello che aveva commesso solo un errore nella vita “ Non ho mai usato la brillantina Linetti” e quindi  era diventato calvo.

Ernesto Calindri e Franco Volpi, due (ufficiale e gentiluomo) piemontesi dei tempi andati che commentavano i fatti quotidiani;  Dura minga!” "Non dura." “ Non può durare.” e via un bicchierino di china Martini.

Carla Gravina che correva sulla “gomma del ponte” ( Brooklyn). 
Tino Scotti che con  “basta la parola”  il confetto lassativo Falqui, ha mandato in gabinetto mezza Italia (l’altra metà non necessitava di purga).  

Franco Cerri, un bravissimo chitarrista jazz diventato famoso come "l'uomo in ammollo". Una carriera rovinata dalla pubblicità

Paolo Ferrari, quello che ti dava due fustini di detersivo al posto di uno,
Mimmo Craig che sognava di avere una pancia enorme e si svegliava magro la mattina e saltellava per la casa gridando " La pancia non c'è più."

E ancora:   Mina, Totò,  Erminio Macario, Gilberto Govi, Dario Fo e Franca Rame, Vittorio Gasmann, Eduardo De Filippo, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Lino Banfi, Alberto Lupo, I Brutos, Renato Rascel, Romolo Valli, Tino Buazzelli, Carlo Dapporto, Lina Volonghi, Enrico Viarisio e Lia Zoppelli, Paolo Pannelli e BiceValori, Vittorio Caprioli, Rita Pavone, Ugo Tognazzi, Eleonora Rossi Drago, Silva Koscina e Walter Chiari, Ubaldo Lay, Carlo Campanini, Mario Carotenuto, Raffaella Carrà, Alberto Sordi, Giorgio Albertazzi, Nino Manfredi, Virna Lisi, Corrado, Arnoldo Foà, Adriano Celentano, Paolo Stoppa e Rina Morelli, Franca Valeri, Alighiero Noschese, Nino Taranto, Nicola Arigliano, Aldo Fabrizi, Cesco Baseggio, Pippo Franco, Alberto Lionello e Lauretta Masiero .

Anche artisti stranieri hanno fatto Carosello: Fernandel, Frank Sinatra, Jerry Lewis, Orson Wellws, Yul Brynner, Jane Mansfield.
E poi,le gambe delle gemelle Kessler (Omsa che gambe!).

Ci sono registi come Federico Fellini, Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Luciano Emmer, Elio Petri, Gianni Amelio, Luigi Magni, Valerio Zurlini, Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Ugo Gregoretti, Mario Soldati, fratelli Taviani, Francesco Maselli, Mauro Bolognini.

Musicisti come Ennio Morricone, Mauro Lusini, Lucio Dalla,Raffaele Gervasio (autore della sigla) e involontariamente Beethoven (Vecchia Romagna) Mozart (Angelino Supertrim), Grieg (Olio Sasso), Bizet (Ajax), Vivaldi (camomilla Montana), Prokofiev (profumo Chanel),

Artisti della matita come Bruno Bozzetto ( he inventò il fantasmino Buc il bucaniere col bambino che chiedeva alla mamma “voglio anch’io il buco nella pancia” e Unca Dunca) i fratelli Pagot, i fratelli Gavioli ( il vigile e il foresto, Ulisse e l'ombra), Paul Campani (l'omino coi baffi). Osvaldo Cavandoli (Calimero).

C’erano calciatori e personaggi del mondo dello sport: Fausto Coppi, Omar Sivori,  Luis Suarez, John Charles, Nereo Rocco. Manuel Fangio.

E poi "il meglio",  i cartoni animati con personaggi  mitici, eroi e dei  indimenticabili di un Olimpo moderno.
Il Caballero misterioso e Carmencita che voleva sposare Paulista (caffè) " il baffo che conquista"."Carmencita sei già mia, chiudi il gas e vieni via."

El merendero. " L'è li, l'è là, l'è li che l'aspettava, l'è lì che aspettava Miguel. Miguel  so' mi".

Il pulcino CalimeroCe l’hanno tutti con me perché son piccolo e nero. Poi bastava l’immersione in una tinozza piena di schiuma e il pulcino tornava candido “ Ava come lava!”

Babbut, mammut e figliut (Pirelli). Cavernicoli in difficoltà con le meraviglie del mondo moderno. Anche il linguaggio (esilarante) è da trogloditi.

Il vigile Concilia. Un incazzoso vigile siciliano che brontolava: "altrimenti a schifio finisce". Poi partiva il coretto " Non è vero che tutto fa brodo, è Lombardi il vero buon brodo."

Lancillotto (Pavesi). La saga di re Artù e della tavola rotonda cominciava con: " Come  mai non siamo in otto? Perchè manca Lancillotto." Tutti alla ricerca del cavaliere scomparso. Un tormentone con infinite varianti: -Qui succede un quarantotto! Si va be', ma Lancillotto?-

Jo Condor. " E che, c'ho scritto Jo Condor?" diceva l'uccellaccio cattivo indicandosi la fronte. Poi arrivava il Gigante Amico e metteva tutto in ordine.

Gringo (Carne Montana), il pistolero misterioso che cavalcava nel far West alla ricerca del cattivo Jack Blak e della rima: " Mannaggia alla rima con Ringo."

L’omino coi baffi (con la voce di Raffaele Pisu): “Si, si, si, si, sembra facile fare un buon caffè” che vantava le caffettiere Bialetti.

E ancora: Capitan Trinchetto, il pianeta diPapalla, Toto e Tata, Topo Gigio (strapazzami di coccole), la Linea, Susanna Tuttapanna, Unca Dunca, la mucca Carolina, Cimabue (fai una cosa, ne sbagli due).

E ci sono i misteri della scienza.  Chi ha mai saputo cos’è il Gardol (dentifricio  Colgate con Gardol)? Cos’è il ”Superfaust con Idrofrisch ”l’insetticida che gli insetti li ammazza stecchiti". E la Tricofilina, una brillantina spray prodotta forse dal petrolio che oggi non avrebbe più mercato visto il fiorire di “ crape pelate”.

Alcune pubblicità di Carosello, nel 1973,  furono presentate al Museo d’arte Moderna di New York come esempio di creatività. L’Italia aveva ancora valori in positivo da esportare.
Ma Carosello non era un’isola felice, fuori della realtà, sospesa in un mondo di pubblicità gioiosa. Calzava la realtà come un guanto, spesso la seguiva, a volte la anticipava, in ogni caso si adeguava. Così i grandi fatti della cronaca e della storia entravano anche in Carosello. Infatti fu sospeso più volte dalla programmazione: quando fu ucciso il presidente americano John Kennedy (1962), per la morte di papa Giovanni XXIII (1963, una settimana), per l'omicidio di Robert Kennedy (1968), per la strage di piazza Fontana a Milano (1969), una sospensione di tre giorni e per l'ammaraggio della navicella spaziale Apollo 14 (1971). Carosello, in effetti, andava in onda tutti i giorni dalle 20.50 alle 21.00, salvo il venerdì santo e il 2 novembre, giorno dei morti.

NOTE
Vediamo come funzionava  Carosello. In genere era un spot, un cartone animato, uno sketch, una canzone della durata inferiore ai due  minuti. Solo alla fine, nella parte chiamata codino, della durata di trentacinque secondi, veniva nominato e mostrato il prodotto da pubblicizzare. La durata totale di ogni episodio di Carosello (prima quattro e poi cinque) era di due minuti e quindici secondi
Le immagini rappresentavano della sigla: Venezia (Ponte di Rialto), Siena (Piazza del Campo), Napoli (via Caracciolo), Roma (Piazza del Popolo).

BIBLIOGRAFIA
Tutto il meglio di Carosello (1957-1977) a cura di Guia Croce. Edizioni Einaudi 2008

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