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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Sorso vs Sassari: 2-0

di Leo Spanu Due storielle del tempo che fu, quando sorsensi e sassaresi si prendevano in giro con molta allegria e segnavano i punti a loro favore. Quelli a sfavore li lasciamo  segnare  agli avversari. Comincia la partita e, siccome gioco in casa, i primi due pallone li calcio io. Gol! Le storie si svolgono prima della 2° guerra mondiale e le racconto in italiano perché noi ( di Sorso e di Sassari) comunque vadano le cose, siamo mondiali. Davanti al mercato  del Rosello ( a Sassari) sostava un mendicante privo di gambe ma con la lingua lunga quanto corso Umberto. Come vedeva spuntare alla fine del ponte una qualche sorsense, vestita in costume, che dopo una lunga camminata ( 10 km a piedi da Sorso) veniva a vendere o a scambiare i prodotti agricoli della sua campagna , preparava il suo vasto repertorio di sfottò. Appena la donna giunse a portata di voce ( urlata), il mendicante fece la sua domanda. -Signora ma quanti santi cristi ci sono a Sorso?- ( Chidda sussinca, ma

Fantasmi

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di Leo Spanu Credere o meno nell'aldilà è un fatto puramente accademico. Ognuno può coltivare le sue convinzioni tranquillamente, tanto nessuno tornerà indietro a raccontarci la vita dopo la morte e, in ogni caso, niente è più noioso di un futuro già visto. E' più divertente inseguire i fantasmi che ci accompagnano invisibili durante il giorno, quelli che fanno i dispetti e ti spostano la forchetta o ti nascondono gli occhiali che, lo giuro, avevo appoggiato qui. Per chi non crede ai fantasmi e neppure agli uomini c'è sempre il cinema con le sue fantasie a parlare di mondi che non esistono anche quando sono veri. C'è molta gente che nega tutto dell'esistenza, il male che facciamo e il bene che rubiamo a quelli migliori di noi. Che vita al buio dev'essere quando tutto è perfetto, regolamentato, codificato e condiviso con la gente perbene. Che vita senza colori quando non riesci a viaggiare dentro i sogni e non arrivi a vedere l'altra faccia della luna. Poi

Paesaggi urbani

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di Leo Spanu Mi è sempre piaciuto camminare per le strade della città, da solo, senza meta. Magari l'ideale sarebbe trovare le strade vuote ma è un'utopia. Le città non dormono mai, neanche quando finisce il giorno: persone e rumori molesti, a volte feroci, una vita confusa e brutale che confonde i pensieri. Forse è il buio che fa paura, forse i lampi di luce che feriscono la notte. Di giorno invece tutto sembra più vero anche se a volte sembra di vivere in una finzione cinematografica. Cosa si nasconde dietro le facciate delle case? Sono vere o simulacri di una realtà virtuale, c'è una donna che ti aspetta dietro la porta o ti devi inventare qualcuno per riuscire a vivere. Troppe domande senza risposte per non stancarsi; allora quando le gambe e gli occhi mi fanno male, quando non ho più voglia di niente, entro in una chiesa, mi siedo e lascio che i miei pensieri si perdano nel silenzio. Michal Orlowski è un artista polacco che utilizza  la tecnica dell'acquarello

L'erba voglio

di Leo Spanu Superati i 70 anni, come ogni lupo che si rispetti, comincio a perdere il pelo. In realtà   sono più leone ( anche per coerenza col nome) ma il problema è identico: quello che non perdo è il vizio, maledizione. Ci sono sogni che rimangono bambini ma non li racconterò a nessuno perché   appartengono solo a me   e se voi   avete perso tutti vostri desideri per strada allora vi aspetterà una vecchiaia   triste e solitaria come i binari che cantava Claudio Villa. Mai un deragliamento, sempre dritti e perdendo i pezzi, fino alla stazione successiva dove arriverete sempre più poveri. E non c’è niente di peggio che   arrivare nudi alla meta. Io invece, conservo da qualche parte alcuni desideri, anche se a volte mi dimentico dove li ho messi, per cui il giorno che me ne andrò, mi avanzerà ancora qualcosa da fare. Allora vediamo di mettere insieme gli appunti sparsi nella mente e vedere se riesco a portare a casa qualche ninnolo   o ricordo che si era perduto nel tempo. Anc

Vade retro

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di Leo Spanu Continuiamo il discorso sulla parte posteriore della storia. anche se la storia come la donna non ha una parte ante e una post: come la luna ha due facce ed è difficile stabilire qual'è la principale. Comunque l'espressione del titolo, "vade retro" con l'aggiunta di " satana" è tipica di un esorcista che vuole cacciare il diavolo dal corpo della ragazzina prima che questa gli vomiti addosso una zuppa di piselli di color verde (manco a dirlo) pisello. Inutilmente. Ricordo che durante la visione del film  "L'esorcista" (1973), dopo una fila di un’ora per entrare, non partorì nessuna donna incinta, non ci furono svenimenti di massa, come annunciato da giornali e televisioni ma, almeno per quanto mi riguarda, una noia infinita per una storia che doveva rendere insonni  e terrorizzanti le notti di tanti spettatori. Pensare che il significato originale di “ vade retro” era leggermente diverso, stando ai vangeli. Sostanzialment

Culo e camicia

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di Leo Spanu E’ un modo di dire per indicare la familiarità o la complicità tra due persone. L’espressione nasce dai tempi antichi quando non esistevano le mutande e la camicia era l’ultimo indumento a contatto con la pelle. In realtà le braghe per l’uomo sono sempre esistite, per le donne invece l’utilizzo di quel tipo di biancheria è più tardivo. Nel XVI secolo furono introdotte  delle “ braghesse” , specie di mutandoni larghi e lunghi fino alle ginocchia ma erano indossate specialmente dalle prostitute. Solo a metà del 1800 le mutande cominciarono a diventare un indumento comune. Ma ci volle del tempo per cui nei primi decenni del 1900 molte donne non portavano la “ biancheria intima” e questo con gran piacere dei giovani ( e meno giovani). Mi raccontava mio padre che i ragazzi di Sorso erano tutti provetti nuotatori: infatti le donne entravano in mare, a farsi il bagno, indossando dei lunghi e ampi camicioni bianchi che si sollevavano come la corolla di un fiore. Così i giovan