Culo e camicia

di Leo Spanu

E’ un modo di dire per indicare la familiarità o la complicità tra due persone. L’espressione nasce dai tempi antichi quando non esistevano le mutande e la camicia era l’ultimo indumento a contatto con la pelle. In realtà le braghe per l’uomo sono sempre esistite, per le donne invece l’utilizzo di quel tipo di biancheria è più tardivo. Nel XVI secolo furono introdotte  delle “ braghesse” , specie di mutandoni larghi e lunghi fino alle ginocchia ma erano indossate specialmente dalle prostitute. Solo a metà del 1800 le mutande cominciarono a diventare un indumento comune. Ma ci volle del tempo per cui nei primi decenni del 1900 molte donne non portavano la “ biancheria intima” e questo con gran piacere dei giovani ( e meno giovani). Mi raccontava mio padre che i ragazzi di Sorso erano tutti provetti nuotatori: infatti le donne entravano in mare, a farsi il bagno, indossando dei lunghi e ampi camicioni bianchi che si sollevavano come la corolla di un fiore. Così i giovani diventavano  tutti subacquei per ammirare le bellezze della natura.
Favolose le nostre nonne!

L’invenzione delle mutande ha cancellato la poesia di un bel tutto nell’acqua azzurra, acqua chiara. La moda poi ha fatto il resto inventando modelli nuovi e il termine mutandine per ingentilire il prodotto: slip, tanga, perizoma, brasiliana e, invenzione dei francesi, la culotte.

John Kacere (1920-1999) era un artista americano iperrealista specializzato in intimo femminile. Naturalmente le sue opere furono molto criticate dai movimenti femministi ma lui rispose: Il mio lavoro elogia quest'aspetto della femminilità.








In chiusura d’articolo ho scoperto che anche i francesi hanno un’espressione uguale alla nostra: Cul et chemise. Ma come sempre, loro vogliono essere più avanti di noi ed hanno inventato anche: deux culs dans une chemise ( due culi dentro una camicia) che vuol dire occuparsi anche delle pudenda e non solo del lato posteriore. Ma non c’è da preoccuparsi; John Kacere si interessava anche della parte anteriore.

P.S.
Anche noi a Sorso abbiamo l’espressione “due culi" che non vuol dire avere un sedere grande come la cupola di San Pietro ( a Sorso si dice come la cupola della chiesa di San Pantaleo detta zimbonia) ma avere la faccia come il ....suddetto.









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