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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Castelli, torri ed altro. 1

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di Leo Spanu Quando andavo in giro per castelli. Ieri davvero, dopo lunghe camminate a prova di polpacci. L'ultima volta è stato a San Leo; sono arrivato davanti all'ingresso ormai in apnea, invano ho cercato intorno una bombola d'ossigeno. C'era solo un'arpia vestita da donna tedesca di età indefinibili, faccia da sadica e in mano  un biglietto d'ingresso dal costo disumano. Dialogo nel linguaggio dei muti:- Entra o non entra?- Era un'afosa giornata di primavera, mia moglie si era fermata sull'ultima panchina sotto l'ultimo albero prima che  cominciassero le dure salite del deserto del Sahara. Con l'ultimo respiro risposi: -Torno subito che, strada facendo,  mi sono perso la signora.- La valchiria che in gioventù ha prestato servizio militare come sergente dei parà, mi scruta con disprezzo come se fossi un uomo di pezza, senza spina dorsale e, cosa ancora più grave, senza pisello ( ce l'ho, ce l'ho qui la brioche ma col cavolo che l

Pompei antica. 1990 ( R)

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Da Cartoline e dintorni Pompei antica Visitare gli scavi di Pompei richiede tempo, buone gambe e polmoni a prova d' afa. C’è sempre una cappa soffocante (almeno le volte che ci sono andato io) che rende l' aria pesante e irrespirabile. Sembra quasi che il fiato del Vesuvio incomba su quell' infelice città anche duemila anni dopo l'eruzione. Ma è un'esperienza da fare, un libro di storia aperto alla curiosità di chi sa guardare.  Molto da dire ma mi limito ad una cosetta. In una delle tante ville (forse quella detta del Fauno) appena dentro l' ingresso, in una piccolissima abside dove può entrare solo una persona alla volta, sopra una colonna di marmo c'è la statuetta in bronzo di un fauno, in perfetto stato di conservazione: una cinquantina di centimetri d'altezza ma con una lancia puntata contro il cielo di egual misura. Come il verro a Firenze, gode della fama di essere un grande portafortuna. Il glande è lucido da abbagliare. Si racconta che

Oggi parliamo male di te e di te

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di Leo  Spanu Per la serie “ dicerie dell’untore”  parliamo e sparliamo di personaggi pubblici che da troppo tempo si  offrono ai nostri sguardi distratti ma non troppo. Cominciamo da Pierluigi Bersani, un tempo autorevole rappresentante del PD. Oggi si aggira sul palcoscenico del teatrino della politica come un attore smarrito, un personaggio pirandelliano in cerca di autore o di identità. Peccato perché una volta non era così messo male: una laurea in filosofia sembrava garantire un minimo di funzionamento delle cellule nervose. Poi  una malattia improvvisa e improvvisamente ci siamo giocati il Bersani. Mi stupisce che familiari e amici non lo prendano per mano e lo accompagnino verso una serena vecchiaia. Per lui, che non merita di presentarsi davanti a televisioni e giornalisti con quello sguardo confuso e parole in libertà e per noi, che un tempo gli abbiamo affidato qualche nostra piccola speranza. Emilio Tricerri Umberto Bossi. L’ho sempre considerato un politican

Compianto per Nicolina

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di Leo Spanu Occhi che non guardano più perché non possono sopportare il dolore. Occhi spenti senza una luce per accendere la speranza senza un filo d’oro per illuminare il giorno. Occhi neri per nascondere il male intorno e dentro di noi. Ed io che non so chiederti scusa per tutto l’amore rubato. Per tutte le donne offese e uccise umiliate e violate dalle nostre parole. Immagini di Rahele Basir ( Iran 1980) " ....ritratti di angeli che vivono sul volto della terra, mescolati alle miserie umane! Angeli caduti che guardano con occhi vuoti....."