Oggi parliamo male di te e di te

di Leo  Spanu

Per la serie “ dicerie dell’untore”  parliamo e sparliamo di personaggi pubblici che da troppo tempo si  offrono ai nostri sguardi distratti ma non troppo.

Cominciamo da Pierluigi Bersani, un tempo autorevole rappresentante del PD. Oggi si aggira sul palcoscenico del teatrino della politica come un attore smarrito, un personaggio pirandelliano in cerca di autore o di identità. Peccato perché una volta non era così messo male: una laurea in filosofia sembrava garantire un minimo di funzionamento delle cellule nervose. Poi  una malattia improvvisa e improvvisamente ci siamo giocati il Bersani. Mi stupisce che familiari e amici non lo prendano per mano e lo accompagnino verso una serena vecchiaia. Per lui, che non merita di presentarsi davanti a televisioni e giornalisti con quello sguardo confuso e parole in libertà e per noi, che un tempo gli abbiamo affidato qualche nostra piccola speranza.
Emilio Tricerri

Umberto Bossi. L’ho sempre considerato un politicante di carta straccia, un personaggio leggero  e inconsistente ma fastidioso come la nebbia.  Oggi non mi rallegro per  il suo triste declino, anzi mi irrita vedere i figli che si divorano il padre. Niente fiori per il “senatur” e neppure un grazie.

Silvio Berlusconi. Altro tipo che rappresenta tutto ciò che io, per dirla alla napoletana, “schifo”. Siamo due persone agli antipodi in tutto e per tutto, anche nei soldi ( io povero lui no). Però non capisco l’accanimento per le sue avventure sessuali; non mi sembra che le sue allegre  donnine uscissero fresche e vergini dal convento, anzi mi sembra fossero  molto disponibili, per soldi (tanti),  ai capricci del vecchio maniaco e il tutto con la benedizione di padri miserabili e madri mignotte. 
Mi preoccupa invece il suo accanimento nel voler salvare (politicamente) l’Italia. Ma come, non bastano i vent’anni di grande bellezza che ci ha regalato? Il Cavaliere ( in realtà gli hanno tolto anche questo titolo) ormai ha 81 anni, dove vuole andare? Si goda i suoi milioni e i giorni che gli restano. Molti italiani gradiranno.
Sergio Pasquadibisceglie

Beppe Grillo. Quando faceva il suo mestiere mi ha  strappato qualche sorriso.  Avete fatto caso a quanti comici deviano verso la politica. In Francia uno di cui mi sfugge il nome  ci ha provato con scarsi risultati. In un paese del Sud America un altro guitto invece è diventato capo di stato. Sai le risate specie per chi ( e sono tanti) non riesce a conciliare il pranzo con la cena. Almeno negli USA accettavano come presidenti solo attori drammatici ( Reagan è andato meglio come presidente che come attore). In Italia Grillo non si espone in prima persona; manda avanti un suo scagnozzo che sembra colpito da una forma ridente di paresi  e da congiuntivo incerto. Non discuto le scelte del capo dei 5 stelle, che cambia idea in continuazione saltando ( è il caso di dirlo) come un grillo  perché mi girerebbe la testa a inseguirlo. Però il suo modo d’agire mi ricorda stranamente una vecchia battuta di varietà: vai avanti tu che a me mi vien da ridere.
Marina Molino

Romano Prodi. Credevo che avesse chiuso in bellezza la sua fortunata e onorevole carriera invece  per l’altra serie “ A volte ritornano” il professore rieccolo a galla che si  aggrappa ad un ulivo rinsecchito e svuotato dal tempo e dagli insetti. Vuoi vedere che fanno resuscitare anche Walter Veltroni. No abbiate pietà di noi, lasciatelo ai suoi romanzi illeggibili e ai suoi film inguardabili. 
È già preoccupante vedere  l’ombra di Massimo D’Alema che,  come un vampiro, si aggira nei sotterranei  della sinistra in cerca di sangue e vendetta.  Cosa possa risucchiare poi da politici di cartapecora è un mistero.
Sergio Pasquadibisceglie

Emilio Tricerri

Danilo Interlenghi

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