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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Tutti al mare

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di Leo Spanu Io sono nato a due passi dal mare. In effetti  il mio paese natio dista appena quattro chilometri, diciotto chilometri di spiagge sabbiose e dune incorniciate da una pineta che conserva ancora le antiche piante  della macchia mediterranea. Eppure il sorsense è sempre stato un contadino; le campagne ricche di orti e di vigneti,  le colline verde cupo per gli immensi oliveti, sono sempre stati il mondo reale dei miei compaesani. Il mare è sempre stato lontano, in fondo allo sguardo come un confine tra la vita vera e un mondo immaginario dall'altra parte.  Io, poi, ho cominciato a viaggiare che ero ancora infante. La prima tappa fu a Pesaro, un mare grigio e senz’anima  che chissà perché non riesco a ricordare coi colori dell’estate. Le foto in bianco nero, io e  mio fratello minore con l’espressione perplessa, raccontano di un  tempo incerto, magari felice, ma non riesco a ricordare. Poi via  a Treviso: il mare è quello di Venezia, troppo distante  per essere una pr

Adolescenza

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di Leo Spanu Evelina Oliveira (1961) è una pittrice portoghese che racconta una fase brevissima ed importante della vita delle donne: l’adolescenza. Dico brevissima perchè conosco  molte persone che, nate già vecchie, si sono perse alcuni passaggi. Infanzia e adolescenza, tutto dimenticato e così è svanita anche la magia, quella sensazione che a volte ti porta nei paraggi della poesia e ti aiuta a sopportare meglio la volgarità di tanti giorni e di tante parole. Non è nostalgia di un passato che non può tornare ma la certezza che la vita non è solo una successione di anni e giorni da incolonnare come numeri. I ricordi viaggiano nel tempo, a volte si confondono e confondono anche i pensieri ma, per chi sa leggere nella propria storia, le persone e i sogni di ieri ti fanno spesso compagnia, anche quando sono dolorosi. E' vero che ci si può svegliare ogni mattino come se fosse il primo giorno e si dovesse cominciare da capo. Ma cancellare la memoria, la nostra personale  e que

Un tram che si chiama desidero

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di Leo Spanu A continuare a discutere sui mondi che ci aspettano mi pare siano rimasti solo gli scrittori di fantascienza e i pittori surrealisti ma loro guardano il futuro a colori. E’ vero, spesso sono i colori accesi del tramonto, gli ultimi colori, visto che ( per loro) il mondo sta finendo;  è anche vero che, nel frattempo, l’uomo è scomparso lasciando solo rovine e rifiuti ma cosa importa, a noi uomini duri piace vivere alla giornata ( un mio amico di poche e feroci parole preferisce l'espressione " alla cazzo di cane") perchè d omani è andato insieme a ieri e oggi non sembra una gran giornata. Poco male, nelle ultime immagini di questo articolo c'è un treno che ci porterà verso l’ultima Thule e magari ci sarà anche un bigliettaio che griderà : avanti c'è posto . Nel frattempo possiamo passeggiare dentro le nostre belle città puzzolenti magari scorrazzando sopra un tram che si chiama desiderio. Per le signore c’è sempre la possibilità d’incontrare un

Riflessioni e flessioni sulla democrazia

di Leo Spanu Repetita iuvan t ( Le cose ripetute aiutano). Io invece odio ripetere le stesse cose perchè le parole sono inutili quando chi non vuol sentire fa il sordo ma insisto col dire che in democrazia ogni voto vale uno. Un concetto che sembra difficile da capire anche se il compianto Marchese del Grillo ( Alberto Sordi) diceva: io (uno) so’ io e voi (tutti) siete un cazzo! In tempi moderni un altro Grillo ( Beppe) non marchese ma comico ha ripreso il sofisma adeguandolo alla nuova stagione: Io continuo ad essere io (uno) e voi ( tutti) fate quello che dico io.   Sono d’accordo, niente è meglio di una democratica dittatura dove comanda uno solo.   Anche perché il voto di un genio ha ( purtroppo) lo stesso peso  del voto di un cretino. Ora di geni non se ne vedono molti in giro anzi, dopo la scomparsa di Einstein, c’è una grossa crisi ma di cretini ne abbiamo oltre il limite della sopportazione. Scomodando ancora Totò (  Lei è un cretino. S’informi. ) abbiamo due sole

Geografia

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di Leo Spanu La geografia, la materia più odiata dagli studenti di ogni epoca. Forse solo la storia le può stare vicino ma la geografia ha qualcosa  di più misterioso. L’altra sera, durante la trasmissione televisiva “ L’eredità” uno studente fresco di studi ( e di laurea) ha “ sistemato” il monte Bianco in Sardegna ( credo al centro). Gli abitanti della Val d’Aosta hanno espresso una vibrata protesta per non essere stati informati di questo improvviso trasferimento.  I francesi che , come racconta Paolo Conte, hanno le palle che ancora gli girano per via di quella vecchia storia di Gino Bartali, si sono incazzati ancora di più, figuriamoci che malesseri avranno adesso. In Sardegna invece non si sono accorti di niente salvo un pastore errante, che guardando il Gennargentu dopo una nevicata, aveva esclamato: Arratza e cosa bella su monti biancu! ( Razza di cosa bella il monte bianco!) Fernando Vicente Sanchez (1963), un pittore spagnolo, ha provato a rendere più accettabile la

Note di contorno

di Leo Spanu Tempo fa mi proposero un lavoro ed io buttai giù qualche nota di commento. Il committente trovò di suo gradimento i testi ma il suo lavoro è andato avanti e si è concluso senza un cenno, una parola a dirmi che ero stato scartato. Così oggi  mi ritrovo con degli avanzi che non so dove mettere ed io non sono uno che ama riciclare parole o persone; tutto ciò che è passato è perso. Rimane solo la memoria con le sue ferite e le sue delusioni.  Alcune delle impressioni scritte mi sembrano però avere vita propria come note a margine sulle pagine di un libro che stavi commentando, note di contorno per dare colore ad un piatto insipido. Pensieri in libertà che valgono poco, sono i sogni che hai perso, il tempo che si consuma ogni giorno. Ma sono parole, solo parole.  Ecco i testi del mio lavoro inutile. Ci sono luoghi che non amo visitare: case, palazzi, caserme, ospedali abbandonati. Luoghi che una volta erano vivi; c’erano donne, uomini, bambini che sognavano, soffri

Bellezze in bicicletta

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di Leo Spanu Bellezze in bicicletta è un film del 1951 che, all'epoca ebbe uno straordinario successo, grazie  alle attrici Delia Scala e Silvana Pampanini ( la bionda e la bruna). La seconda, scomparsa di recente, era la tipica attrice "maggiorata" come andava di moda in quegli anni. L'Italia del dopoguerra aveva bisogno di sognare, non solo di cercare un nuovo benessere economico dopo tanta povertà. Silvana Pampanini,  Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, erano tutte donne che ti facevano gridare: evviva l'abbondanza. La Pampanini, secondo una leggenda metropolitana, fu l'ispiratrice della canzone  Malafemmena  autore Totò ( Antonio de Curtis) che per l'attrice aveva preso una vera e propria cotta. Ma non era certo l'unico. Nel film l'attrice cantava una famosa canzone popolare Bellezze in bicicletta : Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor. Le gambe snelle, tornite e belle, m'hanno già mes