Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2018

1° Maggio: lavorare stanca ?

Immagine
di Leo Spanu Il primo articolo della nostra  costituzione dice che l' Italia è fondata sul lavoro. Confermo! Ma non dice che lavorare stanca anzi, a volte sono così stanco che non inizio neppure a lavorare. Conosco persone che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro: li chiamano disoccupati però a vederli così non sembrano molto allegri. Il cantante Bruno Martino nel 1959 cantava: sono stanco da quando son nato, son stanco mi voglio sede r e aggiungeva tanto stanco che cado di fianco, sbadiglio e non posso reagir . Ma Bruno Martino era uno che  non solo era sempre stanco ma odiava pure l'estate. E aveva ragione perchè provate voi a lavorare sotto il solleone con le mosche che ti ronzano intorno neanche tu fossi un cacca. Ma il 1° maggio, festa del lavoro, tutti riposano. E poi si fanno marce, sfilate,manifestazioni e concerti. Stancherà lavorare ma anche il riposo non scherza. Prima o dopo il lavoro? Collaudatore di cuscini Aspettando che apra il supe

Gente di passaggio

Immagine
di Leo Spanu Ormai esco sempre più raramente: la vecchia piazza èdeserta e non ci sono più neanche i quattro pensionati, mezzo incazzati, seduti al tavolino. Qualche volta, il venerdì mattina, quando c’è il mercatino vado nel negozio di mio figlio, mi appoggio ( metaforicamente) al muro e guardo la gente che passa. Mezz’ora al massimo, poi mi stufo e me ne ritorno a casa.  La mattina i bambini e i ragazzi sono a scuola e passa solo gente brutta: uomini, donne, giovani e vecchi.  Madonna quanto siamo brutti! E i bambini sono belli solo perché non sono ancora cresciuti: la bellezza dell’asino. Noi rappresentanti della “ razza bianca” siamo diventati non solo stupidi, razzisti. intolleranti e cattivi ma  anche brutti. Perchè è solo bruttezza quella che io vedo?  C’è un aneddoto che riguarda Leonardo da Vinci, quando doveva dipingere il Cenacolo  e cercava modelli per rappresentare gli apostoli. Per Giovanni trovò subito un giovane di bell’aspetto e dai modi gentili mentre

Com'è profondo il mare

Immagine
di Leo Spanu Charnine ( Samy Charnine 1967) è un artista francese che ha scelto la solitudine come percorso di vita. A volte il peso delle persone è così insopportabile da voler chiudere gli occhi per non vedere più, per non sentire più. A volte Charnine distrugge le opere che ha dipinto, magari dopo anni. E' una continua tentazione quella di ripensare alla propria storia per  poterla cancellare e ricominciare da capo. Ma non è possibile,  è solo un'illusione e allora si corre verso il mare e oltre,  fino alla fine del mondo. Ogni tanto, nel tempo passato, mi capitava di buttare giù qualche parola in libertà, più gioco che poesia. Questa è del 1978 ed è intitolata " Emozioni". Se fossi un pittore credo che dipingerei alla Charnine. Mi perdo nei suoi silenzi. Misurarsi su spiagge deserte e ritrovarsi nell'aspro sapore di mare un attimo per caso. Come avevo sognato. Si, come nell'infinito di Leopardi, è veramente dolce naufragare in questo mare

Le cerbiatte

Immagine
di Leo Spanu Le cerbiatte ( Les biches) è un film del 1968 di Claude Chabrol che tratta il tema dell’omosessualità femminile.   Nessuna volgarità o scene lesbiche ma la storia, complessa e con protagonisti   dalla personalità affascinante,   è raccontata con sensibilità e intelligenza. Ma non fu la storia a colpirmi all’epoca, anche se ancora certi argomenti erano tabù, quanto la presenza come protagonista , nel ruolo di una pittrice di strada che dipinge cerbiatte: Jacqueline Sassard .  Nel 1957, a soli 17 anni aveva recitato nel film Guendalina   di Alberto Lattuada ma era stato l’anno dopo col film Nata di marzo di Antonio Pietrangeli che l’attrice francese aveva raggiunto la fama internazionale. E con questo film la ragazza mi aveva stregato anche se io avevo solo dodici anni. In entrambi i film il ruolo era quello di una ragazza esuberante , donna   e bambina insieme, classica figura femminile che fa girare la testa agli uomini di ogni età. Una Lolita meno maliziosa. Rit

Si marcia su Roma

di Leo Spanu Salvini non ha gradito l’ultima decisione del Presidente della Repubblica e minaccia di marciare su Roma. E’ vero che tutte le strade portano a Roma e noi, popolo italico, nel corso dei secoli ne abbiamo viste tante da Attila re degli Unni ( per i distratti era quello non faceva crescere l’erba: un diserbante biologico) a Mussolini, duce delle Camicie nere ( sempre per i distratti era   quello che non faceva crescere la democrazia). Mussolini la marcia la fece in treno ( da lì il mito dei treni sempre in orario) Salvini non lo so. Per coerenza col presidente della Camera dovrebbe farla a piedi ma immagino che dal Friuli al Quirinale sia troppo lunga e c’è il   rischio che arrivi a matrimonio avvenuto.  Perché ha ragione lui, quest’unione tra 5 stelle e PD non s’ha da fare. E non perché lo dicono gli elettori del PD ( che non contano niente) o perché lo schifa don Rodrigo ( Berlusconi) ma perché   il giovane e brillante capo dei grillini non può bruciare la sua verg

25 aprile: Festa della Liberazione?

di Leo Spanu Mi è capitato di recente di leggere che è ora di cancellare la festa del 25 aprile dal calendario: una festa inutile anzi sbagliata che non dice  niente agli italiani. Sono state indicate altre feste civili e altre date ma non le dico perchè mi vergogno per chi le ha proposte. Ma è vero che il 25 aprile è diventato qualcosa di troppo vago nella testa di tanti italiani specie  oggi che abbiamo sdoganato il nazifascismo trattandolo come un momento marginale della nostra storia. Evidentemente c'è un tentativo di riscrivere la storia d'Italia in maniera non solo diversa ma volutamente falsa con tanti saluti a tutti quelli che sono morti per regalarci la libertà. Pseudo intellettuali  e politicanti di destra le stanno sparando grosse dagli schermi televisivi. Purtroppo molti trattano questa sorta di revisionismo, quando non è vero e proprio negazionismo, con sufficienza. Ed è da tempo che questa azione va avanti. A conferma vorrei riproporre un mio articolo pubbl

Il giorno che mi nascosi in una scatola (R)

Immagine
di Leo Spanu Il giorno che mi nascosi in una scatola volevo solo giocare ma non venne nessuno a cercarmi. Al giorno seguì la notte   e poi mille giorni e mille notti sempre uguali, tanto che non riesco più a contarli. Allora ho acceso una lampadina perché volevo accendere anche i miei sogni   ma ormai non c’era più niente da vedere. Ho provato ad inventare   altri mondi, chiuso nella mia scatola.  Aspetto  qualcuno che abbia voglia di giocare con me. David Campbell Wilson è un artista americano che va a spiare nella solitudine degli altri. Forse per non raccontare la sua. Una mano gentile che ti offre una rosa. Anche il niente è fatto di colori. Puoi costruire una città dentro il teatro e dare al pubblico l'illusione che dentro c'è davvero la vita. Fuori la realtà è solo un biglietto scaduto.  L'amore è un abbraccio per non aver paura. C'è sempre un angolo buio dove non ti vede mai nessuno. Il mare è troppo lontano, come un volto che

W. C.

di Leo Spanu La parola del giorno è “cesso”. Io l’ho scritta in inglese perché è più fine; infatti come fanno la cacca gli inglesi, dall’alto verso il basso, è un’altra cosa. In Italia invece il solito Silviaccio da Arcore si mette a dire che lui i cessi ( non i WC) delle sue aziende li farebbe pulire da quelli di 5 stelle.   Apriti cielo: rumori ( speriamo solo di protesta) si sono levati dalle Alpi alla Sicilia. Rinfreschiamo la memoria agli italiani che non sanno votare e a quelli che non hanno votato. Il 99% degli italiani è onorato di stringere la mano a chi pulisce i cessi. L’1 % degli italiani si chiama Berlusconi. Il 95 % degli italiani vorrebbe pulire i cessi ma ha altro da fare. Il 90 % degli italiani vorrebbe che a pulire i cessi fossero i politici L’ 85 % degli italiani è disponibile a pulire le strade di Roma dalla cacca dei cavalli ma non è compito loro. Il 100 % dei cavalli fa la cacca per le strade. L’ 80 % degli italiani ha sempre rifiutato i lavo

Il nudo 3: Zinaida Serebriakova

Immagine
di Leo Spanu Continuiamo il nostro viaggio nel nudo femminile visto da una dona. Oggi è il turno dell'artista russa  Zinaida Serebriakova (1884-1967). Come tanti intellettuali russi, lasciò il suo paese natio dopo la rivoluzione del 1917 trasferendosi in Francia. Ci vollero più di trent'anni prima di poter rivedere le figlie lasciate in Russia. Nei suoi nudi è visibile l'influenza della pittura francese specie dell'impressionismo in particolare Degas e Renoir.