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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Basta avere l'ombrella

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di  Leo Spanu Negli anni 70 del secolo appena passato, Cochi e Renato cantavano:” E la vita l’è bella, basta avere l’ombrella, ti ripara la testa, sembra un giorno di festa”. I due comici erano interpreti di un umorismo  surreale e poetico, un umorismo intelligente e leggero  che fa sorridere prima e anche dopo, quando ci ripensi. E neanche allora, come oggi, c’era molto da sorridere. Figuriamoci  ridere . Comunque l’importante è avere  sempre “un’ombrella”  che ti ripara la testa.  Anche Gene Kelly in “Ballando sotto la pioggia” aveva un ombrello ( torniamo al maschile) ma non si riparava per niente la testa. Infatti lo chiuse subito perchè doveva  ballare. Io ho avuto molti ombrelli nella mia vita. Soldi meno: i primi li ho persi tutti e pazienza se non li ho mai ritrovati; i secondi ( i soldi) li sto ancora cercando ma ormai con poco impegno ed ancor meno entusiasmo. Alla mia età cosa me ne faccio. Non posso certo invitare a cena Brigitte Bardot che, quando eravamo  giovani,

Ancora street art (R)

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di Leo Spanu Ancora arte di strada e ancora difficoltà nel conoscere qualcosa sugli artisti. Magari almeno il nome. Ma non importa. A cosa serve sapere chi fu l'uomo (o la donna) che scolpì la prima statua sull'isola di Pasqua o magari l'arciere di Monte Prama in Sardegna. Rimane la bellezza che ci racconta un sogno che va oltre i confini del tempo. Forse quello sconosciuto artista raccontava anche un nostro sogno. Ma perchè continuare a farsi domande quando in realtà non si ha più voglia di ascoltare le risposte? Le immagini che ho scelto rappresentano sempre donne. Non solo perchè a loro è dedicato questo blog: Storie di donne e di poesia. Se qualcuno mi domandasse il perchè di questa mio vizio non saprei che dire. Non sono ossessionato dalle donne ma ho sempre pensato che la vera bellezza fosse donna. Si, capisco le albe, i tramonti, il mare quando si agita e si lancia contro gli scogli, capisco il cielo con tutti i possibili colori del blu, dell'azzurro, del cele

Fratelli

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di Leo Spanu Ti ricordi quando eravamo piccoli e il mondo non era ancora cattivo. Si che ricordi, adesso  che tutte le storie sono finite  e non ci sono più scommesse  da vincere. Eravamo fratelli una volta prima che le nostre strade si separassero, strade così larghe da diventare infinite come il rancore di certa gente immersa nel proprio inferno. Avrei voluto salutarti ma non mi è stato permesso. Ma cosa ne sa certa gente di cosa sono i fratelli, del loro rapporto quasi magico come un  filo che può diventare invisibile ma non si può mai spezzare. Si, io mi ricordo benissimo di quando eravamo bambini; ho raccolto tutti i nostri giorni come pagine sciolte di un libro che un giorno farò rilegare per raccontarmi la nostra storia. A volte mi capita di pensare che conservare la propria memoria è un compito difficile. C’è troppa gente che vive giorno dopo giorno e cerca di cancellare ogni traccia del passato. Si costruiscono muri con porte che vengono chiuse per sempre. A volte non ci

Festa di matrimonio

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di Leo Spanu Non mi piace partecipare ai matrimoni. Nessun motivo particolare a parte il fatto che a volte ti trovi seduto a tavola con persone che non solo non conosci ma che probabilmente avresti evitato di incontrare per la loro preoccupante somiglianza con gli zombi.  C’è da dire che talvolta anche il “pranzo di nozze”  è portatore di spiacevoli sorprese ma , a parte alcune imprevedibili catastrofi con ricoveri ospedalieri per effetti collaterali vari, in genere molti  ristoratori “riescono” ad offrire prodotti veramente scadenti a prezzi veramente alti. Ma neanche questa ragione riesce a giustificare la mia fobia per questa giornata che qualcuno molto spiritoso o molto stupido ha definito “ il più bel giorno della vita”. Sarà! Vediamo di fare un salto indietro nel tempo e nella memoria. Mi ero appena comprato la mia prima macchina nuova, la favolosa R5 della Renault ( prima c’erano state solo cinquecento di quarta e quinta mano) e col cavolo che l’avrei affidata a qualcuno.

L'art deco di Catherine Abel

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di Leo Spanu Ho già scritto sull’art deco ( vedi articolo del 5 luglio 2015 su questo blog)) a proposito di Tamara De Lempicka, una delle sue più importanti interpreti almeno nel campo della pittura. Scopro che la pittrice franco polacca ha avuto diversi artisti che a lei si sono ispirati. Tra le più interessanti la pittrice australiana Catherine Abel. Le sue figure femminili sono forse  troppo patinate e la sensualità dei suoi nudi non ha certo l’intensità erotica delle donne della De Lempika ma sono gradevoli e possono essere esposte nel salotto buono delle nostre case senza far gridare allo scandalo. Peccato perché la Abel ha uno suo stile personale e una tecnica eccellente. Magari un po’ di coraggio e di provocazione in più non guasterebbero.

A me mi piace il mare

di Leo Spanu A me mi piace il mare. Effettivamente: direbbero Cochi e Renato. Ma io non sopporto la sabbia farinosa  e neppure la farina sabbiosa che finiscono sempre in osa come piace ai matusalemme dell’Accademia della Crusca che vanno in brodo di giuggiole  ogni volta che una maestra furbetta scopre bambini e fiori petolosi.  Preferisco l’Accademia delle pentole, dei tegami e dei cucchiai con paletta e colino che l’acqua cola e mi bagna tutti i piedi, le rose, i tuberi e le tuberose.  E non mi piace neppure la spiaggia di Stintino dove l’ultima volta che ci sono stato un americano di Roma si è seduto sul mio asciugamano a stelle e strisce e davanti alle mie vibrate proteste ( le proteste sono sempre vibrate, non so perchè ma è così) ha gridato : E’ mmio! Gli ho regalato un formaggino e lui ha ricambiato con una gomma già masticata. L’ho sistemata al posto delle bretelle per tenere su calze e mutande che erano un pò giù. E poi sempre a Stintino la nonna del corsaro Ner

La Sardegna di Simona Goxhoi

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di Leo Spanu Ogni tanto ci si incontra con Simona ( vedi articolo " Simona"  pubblicato su questo blog  l'11 luglio 2015) così mi aggiorna sugli sviluppi delle sue attività. Artista poliedrica che spazia in vari campi, recentemente ha ottenuto successo nel settore della fotografia attirando l’attenzione di critici d’arte come Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio e Bonito Achille Oliva. Ma non dimentica le sue origini di pittrice ed ogni tanto torna ai suoi vecchi amori. Questa serie di cartoline sono un omaggio  alla Sardegna, ai costumi dei suoi paesi, una reinvenzione di trame e ricami, tema già affrontato con gli abiti da sposa (vedi articolo "Simona e Sonia" pubblicato su questo blog l'11 luglio 2015) e lo fa con sensibilità perché reinterpreta modernamente gli antichi disegni conservandone tutto il fascino. Ma lasciamo spazio alle immagini, sempre più espressive delle parole. Aggiungerò, per un interessante confronto, anche fotografie con particolari

Lascia che sia l'ombra della tua ombra

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di Leo Spanu Jacques Brel (1929-1978) era un cantautore belga in lingua francese. Secondo me era anche un grande poeta, di quelli che,chissà perché, non appaiono mai nelle antologie scolastiche ma che influenzano profondamente altri artisti. A far l’elenco dei cantanti che hanno interpretato le sue composizioni ci vuole un foglio protocollo. “Ne me quitte pas” è una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi. Citerò solo i versi finali: Non andare via Non piangerò più, non parlerò più mi nasconderò li a guardarti danzare e sorridere e ad ascoltarti cantare e poi ridere. Lascia che io sia l’ombra della tua ombra l’ombra della tua mano, l’ombra del tuo cane non andare via non andare via non andare via. Oggi molti uomini abbandonati dalla loro donna non scrivono versi. Preferiscono uccidere “ perché, l’amavo troppo”. Come cambiano i tempi! E gli uomini. In peggio. Ma è un’altra la canzone di Brel che vorrei “ raccontare”: Le plat pays ( Il paes