Quirinale: Tanto tuonò che piovve

di Leo Spanu

Alla fine Cincinnato ha dovuto lasciare i suoi "ozi" di campagna (mai cominciati per la verità) per tornare a salvare ancora una volta Roma. Sergio Mattarella, un gigante a fronte di tanti pigmei.

Perchè  tutti o quasi hanno perso e l'elenco degli sconfitti in questa elezione per il Quirinale è alquanto lungo; quello che doveva essere un momento di democrazia per il nostro paese è diventato una penosa telenovela recitata da attori cani. Probabilmente perchè mancavano registi degni di questo nome ma ci rendiamo conto che pochi si salvano da questa farsaccia all'italiana? 

Mattarella come già scritto e Draghi che esce rinforzato dopo un periodo un pò difficile per lui e poi, udite , udite e non scandalizzatevi, gli unici due politici che (purtroppo) sanno fare politica: Berlusconi e Renzi. Del primo ho già scritto cosa penso sulla sua attività pubblica: rappresenta esattamente l'opposto di quella che è la mia concezione di società democratica e civile ma l'uomo non è mai stato uno stupido e sa vedere lontano, anche se solo in funzione dei suoi interessi. Anche di Renzi ho già detto: politicamente è un democristiano della vecchia scuola anche se giovane d'età e per questa ragione non l'ho mai votato quando entrambi eravamo nel partito democratico, ma è un animale politico con tutte le malizie del personaggio. Fra i salvi, anche se all'ultimo minuto, ci metterei anche l'eterno ex giovane Casini che ha saputo muoversi con dignità durante la possibile elezione fino al momento dell'uscita di scena. 

Una cosa è certa, pochi saranno i chiamati per entrare in Paradiso mentre per andare all'inferno c'è un traffico che ci vorrebbe il semaforo, 

Cominciamo con l'elenco dei "dannati". Salvini, come ho sempre pensato, è incapace anche di sbattere un uovo per fare uno zabaione però mi piace la sua collezione di mascherine anti-covid,  magliette e giubbini militari. Conte fa venire in mente (e riciclare) una storiella di anni fa, quella che si riferiva ad un esponente socialdemocratico: "Arrivò una macchina, si aprì la portiera e non scese nessuno. Era Conte." Non so quanti partiti ci sono in 5 stelle ma ricordo un vecchio slogan del salame Negroni" le stelle sono tante, milioni di milioni" ma è un attimo passare dalle stelle alle stalle. Letta mi fa pensare ad Amleto: Essere o malessere? Questo è il problema. Solo che in mano non tiene una margherita ma un carciofo, di quelli spinosi. Ogni volta che toglie un "petalo" si punge. Alla Meloni invece va riconosciuto il merito della coerenza, è diabolica nel perseverare negli errori e, visto che l'obbiettivo di elezioni anticipate che lei auspicava è praticamente svanito, si ritrova con niente in mano e in Italia l'opposizione paga solo nei sondaggi. Il potere vero è fatto di numeri e di poltrone. Se non hai il culo al caldo puoi solo abbaiare alla luna.

Poi ci sono tutti i piccoli capi dei mini partiti personali: qualche momento di gloria in televisione, l'assalto di giornalisti infoiati che ti sbattono i microfoni sui denti e poi ritornano nell'ombra a dire sissignore. Inutile fare nomi sono anonimi come le loro opinioni.

Oltre alla classe politica che ne esce alquanto malconcia, e non dico niente di quella signora dalla quale, dato il ruolo, mi aspettavo più stile, c'è un'intera categoria che non merita la sufficienza: quella dei giornalisti. A  parte quei barbari assatanati, armati di alabarde ed altri oggetti contundenti, che inseguivano per le vie di Roma ogni persona che sembrava un onorevole ci sono i soloni da salotto televisivo. Ormai non si fa più informazione, c'è gente che costruisce i governi e poi li scioglie, traduce il politechese in italiese, racconta storie di mondi impossibili e alla fine della giornata guarda fisso dentro lo schermo, forse guarda proprio te e sembra dirti: "Anche oggi ti ho preso per il culo."

Un'ultima annotazione: ho molta simpatia per Alessandra Sardoni, giornalista del TG La 7, non  è ora di scioglierla dal voto di schiavitù a Mentana e restituirle la libertà?

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