Cartoline e dintorni (14)

 Reggio Calabria-Messina 1984


Ho avuto la fortuna di vedere i bronzi di Riace nel momento del loro maggior successo. 
Una fila di oltre un' ora insieme al mio amico Giampiero Piras, funzionario del comune di Sorso e a un suo collega di Tempio. Il nostro albergo era di fronte al museo ed ogni giorno centinaia, forse migliaia di curiosi, aspettavano pazientemente il loro turno. 
Poi, neanche fossero dei cantanti pop, i bronzi sono finiti nel dimenticatoio. 
Visitammo anche Messina, un quarto d' ora di traghetto. 
Nugoli di poliziotti e carabinieri ci scrutarono da capo a piedi, fatto alquanto insolito anche in quelle zone.  La notte, al telegiornale, apprendemmo che ore prima, a Palermo, avevano ucciso il generale Della Chiesa insieme alla moglie e alla scorta.

Di Reggio Calabria ricordo un bellissimo lungomare e una miseria che non ho riscontrato in nessun'altra parte d' Italia. In un negozietto dimenticato dal tempo con una signora antica quanto una mummia egizia, ho comperato una bambola per mia moglie.  E' vestita stile anni 30 ed è pronta a ballare il charleston. In aereo m' è toccato  portarmela dietro come bagaglio a mano.
Non per sfiducia ma nel viaggio d'andata, a Fiumicino, qualche onesto dipendente
ha cercato il tesoro nei nostri bagagli rimediando un anellino d'oro e un rasoio nuovo.
                          
Giampiero Piras

Giampiero Piras era un ragazzo serio che sorrideva poco. Come me. Forse per questo andavamo d' accordo. 
Una volta, ottenuto a Roma, un appuntamento col direttore della Cassa del Mezzogiorno per una rognosa situazione debitoria del comune, relativa 
all'acqua, ( Abbanoa non esisteva ancora ma i problemi si!) decidemmo di portarci 
( a spese nostre) i nostri figli che, allora, avevano nove  anni. Io il mio Marco, 
lui la sua Laura. Fu una giornata straordinaria per noi e produttiva per gli interessi 
del comune. Ma alle quattro del pomeriggio ci buttammo sopra una panca di 
piazza Navona distrutti e con i piedi che erano aumentati di tre numeri dentro le scarpe. 
Quei bambini traevano l' energia direttamente dal sole, non si stancavano mai. 
Quando Giampiero si ammalò aveva poco più di quarant'anni. 
Un mese prima che morisse, gli telefonai per chiedergli se potevo andare a trovarlo. 
Lui si era chiuso in casa e non voleva vedere nessuno. Chiacchierammo per due ore, venne anche Antonio Salis, amico e compagno di partito. Scherzammo e ridemmo fino a farci venire le lacrime agli occhi ricordando le nostre avventure. Quando lo portarono al cimitero non riuscii a piangere. Avevo consumato tutte le mie lacrime quella sera.





Sorso. Legislatura 1980-85 

Mi è sempre piaciuto parlare a braccio anche se è molto rischioso. In qualche caso 
sono stato costretto a preparare degli interventi scritti. Un paio di volte in consiglio 
comunale (hanno avuto molto successo), spesso durante i congressi di partito. 
Mai nei comizi in piazza, solo una “scaletta”.
Non è rimasto molto di quegli scritti e certo è meglio così.
Rileggendo gli unici due discorsi sopravvissuti mi viene da piangere. 
A parte il linguaggio politichese che era quasi di rigore come l' abito scuro ad 
una cerimonia importante, quel che manca in quei testi è la capacità di parlare 
alla pancia degli ascoltatori. 
Perchè parlare solo all'intelligenza è un suicidio per un uomo politico. 
Non si guadagnano voti. La mia qualità migliore era quella di andare subito 
al centro dei problemi e di trovare le risposte più adeguate. Il difetto, la franchezza 
e un'onestà intellettuale che mi hanno troncato la carriera politica. 
Nei congressi dovevi volare basso, trovare alleanze e supporter per guadagnare 
il potere o mantenerlo. Non sono mai stato capace di accettare lo squallore 
e la viltà dell' ambiente politico così, pur essendo considerato da giovane 
una promessa, non sono arrivato da nessuna parte. 
Non mi dispiace più di tanto. Facevo politica per passione e, malgrado tutto, 
ancora oggi sono convinto di aver fatto le scelte giuste.
La società attuale è la prova di quanto danno può fare una politica volgare, egoista, 
ladra e incompetente. Io volevo muovermi in maniera diversa e sono stato emarginato. 
Oggi non m' interessa più la politica, questa politica con questi personaggi. 
Trovo umiliante che la stupidità sia andata al potere. Nella prima repubblica i nostri 
rappresentanti erano almeno intelligenti e spesso anche colti. Si potevano discutere  le loro scelte ed anche la loro etica. 
Oggi il Parlamento è stato occupato da asini e quaquaraquà.

Da un' intervento al congresso zonale di Sorso del 1987
“ Questo congresso dovrebbe privilegiare il dibattito anche perchè, per quel che 
riguarda il rinnovo del direttivo, i giochi sono già fatti. Almeno sul piano numerico. 
Siamo in pochi qui stamattina e magari ci stiamo pure annoiando. Il congresso 
si farà stasera, quando, come zombi, usciranno dalle tombe gli iscritti
che non conosci e che non ti conoscono. Che non gli importa niente di quello 
che pensi e che dici. Le anime morte. Ma che votano e decidono per me, per te e per noi. 
Per conto della mamma, della cognata, della nonna e via dicendo.
Più che un grande partito, siamo una grande famiglia.”

Nello stesso anno si tennero le assemblee per il 44° Congresso Nazionale. 
Ecco una piccola parte del mio intervento.
 Provo infatti la curiosa impressione che, malgrado l' ampia elaborazione teorica, 
il congresso rassomigli sempre più ad un rito o ad una celebrazione. Viene anzi 
il fastidioso dubbio che in discussione siano soltanto gli equilibri di potere all'interno 
del partito. Sotto il grande ombrellone del craxismo mi pare sia stia formando  
un' unità che sa più di conformismo che di adesione convinta.
In una grande  ammucchiata convivono persone, comportamenti e situazioni estremamente contraddittorie. E a cementare il tutto, un' assurda gara per vedere chi è più craxiano. 
Sull'ipocrisia di chi sta sempre col più forte, sull'adulazione più sfacciata 
si costruiscono meriti e carriere, si dividono posti di potere e si ottengono 
gratificazioni economiche.
Si aprono spazi a preoccupanti fenomeni di degenerazione del costume politico; 
si passa attraverso l' occupazione delle istituzioni per garantire interessi di bottega. 
Si arriva infine alla corruzione come metodo. Non ho trovato nelle tesi 
un approfondimento di quella che molti chiamano la questione morale.…............... 
Stando ai sondaggi d' opinione il compagno Craxi va al massimo, il partito no. 
La colpa è nella mancanza di organizzazione, dicono alcuni. 
Ma siamo davvero convinti? O forse è un problema di credibilità? Credibilità che è 
strettamente legata agli aspetti morali di certi comportamenti pubblici e privati.

P.S. Era l'Italia di Craxi o è quella di Berlusconi? Boh!



Commenti

Post popolari in questo blog

Cantanti italiane. Parte prima

Cantanti italiane. Parte seconda

Attrici francesi di ieri

Case chiuse, tariffe e sconti per i militari (R)

Donne di Sardegna 2

Gente di Sorso-1-

Modello Giuditta

Alfabestiario 1-2

Sorso, il CCRS e la bellezza (Prima parte)

Francesco Santoni noto Nerone