Cartoline e dintorni (11)
Sorso 1982
Assemblee
dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni d'Italia)
Andai a Viareggio con il
collega Bruno Melis e il geometra Giampaolo Sanna, mio collaboratore e amico.
Era la prima volta, fu un' esperienza interessante e, nel tempo libero,
piacevole. Da segnalare dei pranzi eccezionali al Buonnamico (una trattoria
con pochi tavoli) con delle cipolle in agrodolce mai più trovate; Remo Germani,
vent' anni dopo il festival di Sanremo, che continuava a cantare “ Baci ”; Bruno pronto a scatenare una rissa
per una ragazza più mignotta che buona, con un gruppo di balordi alla Bussola.
Giampaolo guarda la scena e sogghigna sotto i baffi, pronto a scattare sulla
preda; io, disteso sopra una poltrona, scalzo (ho sbagliato scarpe, troppo
strette!) mi massaggio i piedi indolenziti e mi preparo allo scontro. Intanto
penso preoccupato al giornale del giorno dopo: Rissa in Versilia tra
amministratori comunali sardi e ragazzi da spiaggia. Per fortuna non succede
niente. Vincono i sardi per abbandono del campo degli avversari. La nostra
(cattiva) reputazione è stata l' arma vincente.
Negli anni successivi il
consiglio comunale partecipò in forze alla assemblee nazionali con metodica
applicazione delle regole del manuale Cencelli.
Sorrento, Catania,
Padova, Bari, Torino, Taormina, Bologna divennero mete di gite più turistiche che altro. Io e pochi altri seguivamo i lavori. Cercai anche
di essere eletto negli organismi dirigenti perchè mi sarebbe piaciuto lavorare
in quell'organizzazione ma c' era sempre qualche raccomandato che aveva bisogno
di un' altra medaglia da aggiungere alla sua collezione.
Col tempo mi sono
disamorato. Anche la compagnia non era granchè, nessuna curiosità culturale e
in mente il solito chiodo fisso: l' avventura con qualche ragazza disponibile.
Questo sembra l' unico desiderio di provinciali annoiati e noiosi. E non
succede mai niente salvo una volta, ad Abano Terme, quando un collega
consigliere si portò a letto una tedesca ultrasessantenne con allegate vene varicose.
Di quei viaggi mi restano negli occhi e nella mente i boschi dell'Etna, Sorrento col suo abisso al centro della città e le sue favolose mozzarelle di bufala, i colori cinematografici di Capri, l' albergo a picco sul mare di Taormina e l' Isola Bella, un'insolita emozione durante la visita alla basilica di sant' Antonio da Padova, gli affreschi di Pompei, la palazzina di caccia di Stupinigi a Torino e tutte le persone che ho incontrato, amici di un giorno. Vi pare poco ?
Per trasportare i
congressisti alla cena di chiusura non bastarono una ventina di pullman con
tanto di scorta di polizia stradale e pauroso intasamento del traffico in tutta
la provincia. Uno spreco di risorse pubbliche ma erano gli anni della Milano da
bere e la Torino da mangiare. Un menù da
sfamare un paese di tre-quattromila anime. Io mi arresi davanti al fritto misto
alla Piemontese e m' è sempre rimasto il dubbio su che sapore avesse la “
cremuneisa” (qualcuno può dirmi cos' è ?).
Ottimi anche i vini.
Infatti Giovanni Porcu (PSI) allora sindaco di Tissi, stappata una bottiglia, l'ennesima, di Grignolino extra, salì sopra il tavolo delle autorità e davanti al
sindaco di Torino, l'onorevole Anna Magnani Noya (PSI) cantò : “Saassssi che il mmare ha consumato sono le mmie parole d'ammore per te”. Lo tirammo
giù sparandogli addosso duemila tappi di sughero.
Assemblea ANCI Catania 1989
Uno dei miei ultimi
viaggi per conto del comune. Insieme a Sandro Roggio abbiamo visitato il
vecchio centro di Catania. Ci sono degli straordinari esempi di architettura
barocca ma lo stato di degrado è vergognoso. Peccato. Al centro, presso la
cattedrale abbiamo avuto dei problemi, oltretutto rischiavamo di arrivare in
ritardo ad un appuntamento di lavoro importante. Siamo saliti su un tram e
abbiamo chiesto informazioni all' autista. Nessun problema “ Vi porto io a
destinazione.” Ha deviato dal tragitto stabilito e ci accompagnati al luogo del
convegno. Nessuno degli altri passeggeri si è lamentato, anzi tutti a chiederci
notizie sulla Sardegna. La gente di Catania è gentile e cordiale, il mercato
del pesce uno spettacolo incredibile di suoni e colori. Per un momento mi sono
sentito a casa mia. Come non mi capita in Sardegna.
Randazzo (CT)
Il colore dominante di
Randazzo è il grigio. Un sottile pulviscolo vela i colori della Sicilia. L'Etna
è sempre lì a ricordarci la sua presenza anche quando sembra dormire nascosto
dietro le nuvole. Subisco il fascino di questi luoghi quasi con fastidio. Non
mi piace il senso di provvisorio, di continua attesa ma poi capisco che la mia
è solo invidia. La gente del posto ha il vulcano come sfida, come limite e come
speranza. Io misuro la mia vita col metro della banalità.
Pagine della memoria
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