di Leo Spanu (Luglio 2021)
Visto il clima di questi tempi, mi sembra opportuno riproporre un mio vecchio articolo. Perchè si festeggia il 25 aprile? Perchè grazie alla Resistenza 80 anni fa ci siamo liberati da un regime feroce che ha seminato in Italia morte e dolore; la repubblica di Salò è stato il colpo di coda di un fascismo che ancora oggi è duro a morire anzi, seppur in forme diverse, sta alzando la testa per riprendersi il potere e cancellare la libertà e i diritti che i nostri nonni e i nostri padri si sono guadagnati spesso col sacrificio della loro vita. E allora, Viva il 25 aprile, Viva L'Italia antifascista.
Il libro da cui sono tratte le storie di questo articolo è: “ RSI. La Repubblica del Duce 1943-45. Un storia illustrata. di Mimmo Franzinelli Mondadori 2007.
Leggiamo in seconda di copertina.: “ L’’immagine della Repubblica sociale italiana sedimentata nella memoria collettiva è quella fornita dalle fotografie dell’Istituto Luce e del ministero della Cultura popolare di Salò: reparti militari allineati in perfetto ordine, costituiti da baldi giovani accorsi alle armi per riscattare l’onore della Patria tradita. A completare la rappresentazione eroica del combattente in grado di ribaltare le sorti della guerra grazie alla sua ferrea volontà provvedono i disegni pubblicitari in forma di manifesti e di cartoline. Tutti gli altri aspetti della RSI, come la caccia agli ebrei, il collaborazionismo con i tedeschi, la spietata antiguerriglia, sono stati fino ad oggi trascurati dai libri fotografici.”
In un periodo in cui gli eredi del fascismo (mai negato nei fatti) si presentano come salvatori della Patria, mi sembra opportuno ricordare, anche se brevemente, cosa la RSI ha rappresentato, durante la seconda guerra mondiale, per il popolo italiano: non una fucina di eroi ma un inferno dove sono state uccise e sepolte persone e speranze. Dimenticare la propria storia serve solo a rifare gli stessi errori.
Le immagini tratte dal libro raccontano solo alcuni episodi di quel periodo che ha inciso profondamente nella carne viva dell’Italia. Nessuno può pensare che la storia passata sia un libro polveroso da abbandonare in qualche biblioteca. Il futuro è ricordare che il nemico è sempre in agguato: dentro di noi.
Il 9 settembre 1943 viene firmato l'armistizio tra gli alleati e il governo italiano guidato da Badoglio. Comincia un periodo tra i più neri della storia italiana. La fotografia, scattata clandestinamente a Udine, da un cittadino nascosto dietro la finestra, mostra colonne di soldati italiani catturati dai tedeschi e condotti verso la stazione ferroviaria, per essere caricati sulla tradotta tedesca diretta verso i lager.
In Italia settentrionale l'occupazione tedesca determina come contraccolpo l'esodo di civili e militari verso la Svizzera neutrale per ebrei e antifascisti. Anche i familiari di Badoglio e la principessa Maria Josè di Savoia, avvisati in anticipo, il 5 settembre attraversano il confine. Per gli altri, i nessuno, la fuga è più difficoltosa, guadando torrenti, valicando passi alpini, passando sotto le recinzioni.
Vengono catturati circa 800.000 tra ufficiali e soldati, 650.000 dei quali internati in Germania dove vengono utilizzati in lavori pesanti e rischiosi, alloggiati in baracche e malnutriti. La stampa di Salò "spiega" la realtà. Da La Voce di Gorizia, dicembre 1943.
Cefalonia è un''isola del mar Egeo e vi è stanziata una divisione di fanteria di montagna (Acqui) 525 ufficiali e 11.400 soldati. Il reparto rifiuta la proposta del comando tedesco e decide di resistere. Dopo nove giorni di battaglia con la perdita di 1300 uomini, gli italiani si arrendono. 189 ufficiali e circa 5000 soldati vengono fucilati, altri 3000 vengono inviati nelle prigioni tedesche ma la nave che li trasporta affonda e i soldati annegano. La propaganda tedesca maschera l'eccidio di Cefalonia ma la rivista "Signal" pubblica l'illustrazione di marinai italiani che, strappato il il simbolo dei Savoia dal tricolore, continuano la lotta.
A Trieste la repressione contro partigiani e civili fu feroce. Il 21 aprile 1944, 51 prigionieri furono impiccati per ritorsione contro la morte di 5 soldati tedeschi morti in un attentato. I corpi furono lasciati esposti per lungo tempo.
Trieste 27 marzo 1994. Per rappresaglia per l'incendio di un deposito di carburanti vengono giustiziati quattro giovani.
Fucilazione di alcune donne triestine
L'altra faccia del mondo femminile: reparto di ausiliarie in forza alla RSI. La prima donna a destra è un generale di brigata.
Brescia 2 marzo 1945. Dopo l'ennesimo bombardamento degli alleati la città è in ginocchio. 5712 case distrutte, 68.000 danneggiate in modo grave e altre 23.206. in modo più leggero. Si tratta del 35% del patrimonio abitativo. Il centro storico è stato ridotto praticamente in macerie e sono state danneggiati gravemente anche il duomo nuovo, la biblioteca comunale, il Broletto, la chiesa dei Miracoli, la chiesa di san Francesco e di s. Afra. La fotografia rappresenta il palazzo Salvadego.
Padova 20 agosto 1944. L'arciprete della cattedrale, durante la predica, definisce vittime innocenti i tre impiccati in piazza Spalato. Il sacerdote viene prelevato dalla milizia, portato al comando e invitato da astenersi da commenti se non vuole incorrere in provvedimenti. I tre erano stati giustiziati per rappresaglia contro l'uccisione di un ufficiale della milizia per opera dei partigiani.
Ci sono pagine nere anche nella storia di chi sta dalla parte giusta. Bisogna ricordarlo sempre: avere ragione non giustifica la vendetta.
Milano, piazzale Loreto, 29 aprile 1945. I corpi di Benito Mussolini, di Claretta Petacci, di Achille Starace, di Nicola Bombacci, di Alessandro Pavolini vengono appesi a testa in giù.
Milano. Un fascista portato dai partigiani alla fucilazione. A Milano tra 25 aprile e il 2 maggio vengono uccisi 622 fascisti secondo il ministero dell'Interno. In realtà i morti furono molti di più.
Milano, Alle donne accusate di collaborazionismo coi tedeschi vengono rasati i capelli. La folla di questa fotografia esprime grande soddisfazione per l'umiliazione inferta alla donna.
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