Malarazza: Domenico Modugno
di Leo Spanu
Malarazza è una canzone del 1976 che Domenico Modugno rielaborò ispirandosi ad un sonetto di un poeta anonimo siciliano, pubblicato nel 1857 dal poeta Lionardo Vigo Calanna (Acireale 1799-1879). Il sonetto era intitolato "Lamento di un servo a un santo crocifisso" ed era stato utilizzato nel 1973 da Dario Fo nel suo spettacolo "Ci ragiono e canto". Dario Fo denunciò Modugno per plagio. Ma perchè tanta attenzione ai versi di uno sconosciuto poeta siciliano. Forse perchè il tema è sempre attuale: la razza padrona è da sempre una malarazza, che sembra esistere solo per infliggere sofferenze alla povera gente ieri, oggi e, da quel che si vede e sente in giro, anche domani.
Ma vediamo cosa racconta il servo al Cristo crocifisso e cosa propone ai rassegnati popolani.
Malarazza
Nu servu tempo fa d'intra na' piazza
pregava Cristu in croci e ci dicia:
" Signori lu mi padroni mi strapazza
mi tratta comu un cani pi la via.
Si pigghia tuttu cu la sua manazza
mancu la vita mia dici che è mia.
Distruggila Gesù sta malarazza!
Distruggila Gesù fallu pi mia!
E Cristu m'arrispunni dalla croci:
" Fursi si so spizzati li to vrazza?
Cu voli la giustizia si la fazza!
Nisciunu ormai chiù la farà pi ttia!
Si tu si un uomo e nun si testa pazza
ascolta bene sta sentenzia mia,
ca iu n'inchiudato in cruci non saria
s'avissi fatto ciò che dicu a ttia!"
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti?
Pigghia nu bastoni e tira fori li denti.
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti?
Pigghia nu bastoni e tira fori li denti.
I siciliani, malgrado tutti i problemi che hanno, sono persone straordinarie e non lo dico solo perchè, come sardo, siamo cugini d'isola, ma per loro civiltà che parte da molto lontano, da Archimede e la cultura greca, poi la cultura araba, i normanni, gli spagnoli, i garibaldini, i piemontesi e, in tempi moderni, i pescatori del nord Africa, algerini, tunisini e marocchini. Tutti accolti con tolleranza e ospitalità, tutti assorbiti e diventati siciliani. E se qualcuno si è comportato da maleducato, allora sono stati calci in culo come ai francesi al tempo dei Vespri. Forse, visto chi li comanda (ma non li amministra) sarebbe il caso di iniziare una qualche forma di ribellione: piccola, piccola ma ribellione.
Nel frattempo se qualcuno ha difficoltà a capire il testo della canzone, ecco la traduzione.
Un servo tempo fa, in piazza
pregava Cristo in croce e diceva:
Il mio padrone mi strapazza
mi tratta come un cane di strada.
Si prende tutto con la sua manaccia
neanche la mia vita dice che è mia.
Distruggila Gesù questa razza cattiva
Distruggila Gesù, fallo per me.
E Cristo mi rispose dalla croce:
" Forse si sono spezzate le tue braccia?
Chi vuole giustizia se la faccia da se!
Nessuno ormai la farà per te.
Se tu sei un uomo e non uno da niente
ascolta bene questa mia risposta.
Io inchiodato in croce non sarei
se avessi fatto quel che dico a te!
Ti lamenti, ma che ti lamenti?
Prendi un bastone e fa vedere i denti!
Ti lamenti, ma che ti lamenti?
Prendi un bastone e fa vedere i denti!
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