Momentaneamente lontano: Roberto Vecchioni

 di Leo Spanu

Mi capita sempre più spesso di andare lontano dai miei pensieri; no,  non sono i sogni ad occhi aperti di quando ero giovane, è che proprio mi perdo nel nulla che è molto peggio del silenzio perchè il silenzio ti fa compagnia, il silenzio è solo una forma più dolce di solitudine. Diventa faticoso tornare indietro anche perchè il passato si confonde col presente che si affaccia alla memoria  con insistente  fastidio. Il tempo è una variante impazzita  piena di ricordi e speranze, di storie finite o inventate, di emozioni che non provi più, di giorni sempre uguali. Poi sento una voce che mi chiama da un'altra stanza, mio moglie che mi dice che è pronto il caffè e non so se mi piace di più il profumo della bevanda calda o la musica  della sua voce che mi strappa dai miei pensieri tristi. Allora ritorno ad essere quello che sono, anche se in fondo, molto in fondo, rimane sempre questa voglia di andare lontano. Ma da che cosa?

Momentaneamente lontano (2004) è una canzone tra le più intime di Roberto Vecchioni (1943) uno dei maggiori (e pochi) poeti della musica leggera italiana, uno che sa raccontare quello che gli altri non amano raccontare di se stessi. Forse perchè  non sanno trovare le parole giuste.

Guardami ora, guardami adesso

appoggiami la mano sul cuore

per sentire se sono ancora lo stesso:

guardami bene

dimmi se questo è ancora il mio sorriso,

quello che tu conosci a meraviglia.

quello che ti assomiglia;

no, perchè io sono lontano,

come se un altro uomo mi parlasse dei figli

mi chiedesse canzoni

di entrare nel tuo letto; 

lontano

come se fuori piovesse, non ci fosse mai il sole

e mi mancasse il cuore di avere un nuovo giorno; 

lontano

come se mi svegliassi in un tremendo sogno

che non mi sveglio mai

e ricomincia sempre

da dove non ci sei.


Guardami ora, guardami con tenerezza

il tempo non mi passa mai,

è di una smisurata lentezza;

guardami ancora, anche se non ti rispondo 

e se mi cerca qualcuno digli che lo richiamo

e che sono momentaneamente andato

lontano,

a cercare il mio cane, l'albero dei fagioli,

il soldato di stagno, l'uomo del tiro a segno,

lontano

dove se vinco o perdo, ora non ha importanza

perchè questo lontano è solo un'altra stanza

lontano

come un pesce in un acquario, la fine di un binario

per non sapermi mai in fondo alla paura

in questa notte scura.


Dio com'è difficile

vedermi così lontano, lontano, lontano,

non riconoscermi più nell'uomo che sognava

e che teneva tutto il mondo stretto

nella sua mano;

lontano come se io non fossi più quello che io amo

e rivivessi all'infinito un'infinita sera

così tremendamente lontano.


Guardami ora, guardami adesso,

appoggiami la mano sul cuore,

per sentire se sono ancora lo stesso,

guardami dentro

perchè qui dentro tu sei la sola

che puoi entrare e inventare

l'unica possibile parola

perchè io torni da lontano;

come se all'improvviso s'illuminasse il cielo,

riconoscessi il sole, vedessi il mio dolore,

lontano, 

piccolo come un punto lo strappo di quel pianto

che ricucì mia madre con un ago d'argento

lontano

non sentire più il tempo che non passa mai

non aver più paura

in questa notte scura.


Dio com'è difficile

vedermi così lontano, lontano, lontano,

senza le mia parole

che non mi vengono più come prima,

senza le mie canzoni

che morivo per farle nelle notti di luna,

senza un biglietto da quell'uomo che io sono

e che io amo,

e salutarmi allo specchio quando non bevo

e non fumo


così tremendamente lontano.

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