Libera nos a malo

 di Leo Spanu

Per me il 25 aprile rappresenta il giorno più importante della storia della nostra repubblica. La fine della guerra e la fine di una mostruosità come il nazifascismo sono state  l'inizio di una speranza per un futuro diverso e possibilmente migliore. Io sono nato subito dopo la guerra e so di quel periodo e del ventennio, a parte i libri che ho letto, le poche cose che mio padre mi ha raccontato. Lui, militare di carriera in aviazione, aveva visto tanti di quegli orrori che preferiva non parlarne visto che non poteva dimenticare. Le rare volte che, su mia richiesta, mi raccontava qualcosa (molto poco) della sua vita in divisa (dieci anni) leggevo nei suoi occhi buoni qualcosa che non riuscivo a definire, forse tristezza, forse disperazione. Invece il fratello di mia madre, militare di leva, era partito per conquistare la Russia e nessuno ha saputo più niente di lui: forse è annegato nel fango del fiume Don e lì riposa insieme ai suoi compagni di sventura, giovani e innocenti come lui. Mia nonna si vestì di nero e mantenne il lutto per tutta la vita. Rubare un figlio ad una madre è come rubarle i colori della vita, come strapparle una parte del cuore. 

Ma questo i generali non lo sanno.

Non volevo scrivere di questa giornata di festa triste: ci sono momenti che devi coprire di silenzio non solo per rispetto per tutti coloro che sono morti  per donare la libertà agli altri ma perchè le parole non possono guarire le ferite. Mai. Solo la memoria  può aiutarci a cercare di essere migliori.

Invece ti guardi intorno e ti vengono tanti dubbi, forse troppi. Forse bisognerebbe cancellare il 25 aprile, festa della liberazione dal fascismo. Secondo i sondaggi in Italia il partito maggiore è un partito di chiara ispirazione fascista; a Predappio, paese natale di Benito  Mussolini,  proprio ieri, 24 aprile, c'è stata una manifestazione in onore del duce e sono state inaugurate due mostre. Ma ogni anno i nostalgici (ma quali se quelli che hanno vissuto il fascismo sono morti per raggiunti limiti d'età ?) si riuniscono  commemorare le glorie passate. Le leggi italiane proibiscono l'esaltazione del fascismo ma noi abbiamo avuto un vicepresidente del consiglio nonchè presidente della Camera dei Deputati (Gianfranco Fini) che ha definito Mussolini il più grande statista del secolo (La Stampa 30 marzo 1994).

Strano mondo questo dove il massimo (e unico) potere politico (Vladimir Putin) di un regime (Unione Sovietica), che ha rappresentato il comunismo nella sua forma più illiberale e feroce, paga la campagna elettorale ad una signora francese (Marine LePen) espressione della destra più nera e intollerante.

Davvero non ci rimane altro che pregare: Libera nos a malo (liberaci dal male).

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