La vita senza Z

 di Leo Spanu

Cosa mai diventerà la nostra vita senza la lettera Z? Nell'attesa di sostituirla visto che ormai è diventata  proprietà dell'esercito russo che la utilizza per ingentilire carri armati e cannoni,  vediamo cosa succede alle parole "di zeta vestite": naturalmente ne cito solo alcune.

Inizio con la Zeta

Zabaione. Mia nonna me lo faceva ogni mattina (lei  lo chiamava uovo sbattuto) perchè dovevo diventare forte. Ma io questa cosa allora, mica l'avevo capita. Quando ero giovano l'avevo sempre sull'attenti anche perchè, all'epoca, le ragazze non la davano via così facilmente come oggi. Comunque sono rimasto  un "abaione": infatti poi, al bar, facevo mettere il VOV nel cappuccino. 

Zanzara. Finalmente possiamo eliminare la "bestia" più feroce che c'è, un vero tormento per il genere umano. Da domani solo "anara" e le mandiamo tutte ad Ankara a pungere il culo a Erdogan (più che non nome di politico sembra il nome di  uno sciroppo contro l'impotenza).

Zar. Ecco un autogol di Putin. Dovrà diventare romano: ar-ridatece baffo (Stalin per i comunisti se ce ne sono ancora).

Zebedei. Variante colta di "coglioni", termine oggi usato anche delle donne malgrado sia un attributo tipico maschile. Dire mi state disturbando gli "ebedei" non suona bene; è come mangiare un "uppa" di fagioli senza fagioli.

Zero. Ero è la  fanciulla greca amata da  Leandro che ogni notte attraversava a nuoto l'Ellesponto per raggiungerla. Poi una tempesta lo fece annegare ed Ero si uccise gettandosi da una torre. Una delle più belle e tristi storie d'amore della mitologia greca. E qui finisce il romanticismo e si ritorna alla realtà più prosaica. In effetti se togliamo gli zeri dietro un numero, uno qualsiasi, io poco tenente da sempre, risulto ricco quanto quello che si è comprato Twitter. Comunque non è cambiato niente da quando ero zero; oggi sono ancora "ero" ma in me continuo ad avere "tutti i sogni del mondo" (Pessoa).

Zia. Grazie zia era un film "serio" del 1968 di Salvatore Samperi con una strepitosa  Lisa Gastoni. Il film trattava di un rapporto autodistruttivo e quasi incestuoso tra una zia medico e un nipote malato e faceva parte del filone dei film impegnati e arrabbiati di quegli anni. Invece è diventato il simbolo dei film  erotico- cialtroni del cinema italiano.  Tutte le zie diventarono allegre: ia , ia, oh! 

Zimino. Lo zimino è formato dalle interiora dell' agnello di latte; va arrostito sulla griglia senza lavarlo, appena una sfregata con  un pezzo di carta, va bene anche il giornale, perchè la merda di un agnellino non è merda. Togliere lo zimino ai sassaresi è una dichiarazione di guerra, roba da lutto stretto per l'eternità. E' vero si può sostituire con culatella, cordula, interiora, fegatelli e altro ma niente vale quanto una ziminata. Mi raccomando: come pane, il tondo di Sorso fatto in casa (forno con legno d'ulivo) e vino Cannonau. Sempre di Sorso.

Zingara. Finalmente ci togliamo dai piedi quei vecchiacci di Iva Zanicchi e di Bobby Solo con la loro canzonaccia sanremese. Nessuno li può vedere questi "ingari" ma quei due insistono da oltre 50 anni: "Prendi questa mano, zingara" Poi li accusano di rubare.

Zoccola. Nome poco cortese per indicare signore che, per soldi e per denaro, offrono qualche minuto di relax. Zoccola è il topo di chiavica, un animale schifoso. Mai una donna.

Zombi. Gli eroi non morti dei film del  regista Romero sono diventati il simbolo di un'umanità confusa e rincoglionita dalla pubblicità, da internet, e dai venditori di merda ricoperta di miele. E sono tanti (no-vax) quelli che protestano per la "dittatura sanitaria" in Italia e poi tifano per Putin.

Zorro (volpe). Eroe mascherato della California spagnola che difende i poveri dai soprusi del potere rappresentato dal sergente Garcia. Con la C diventerebbe "corro" che è l'unico modo per cercare di sfuggire alla prepotenza. Ma bisogna correre molto e veloce.

Zucca. Una volta venivano definiti così gli scolari poco studiosi. Oggi ce ne sono alcuni, laureati con due o tre lauree, che vanno in televisione per partecipare a giochi (un tempo si chiamavano quiz ) "culturali" rimediando delle incredibili figure di merda. Erano meglio le zucche.

Zuzzurro. Comico straordinario (purtroppo scomparso) della coppia televisiva "Zuzzurro e Gaspare". Era quello con l'impermeabile alla tenente Colombo che faceva il commissario e l'aveva " lì la brioches".

La Zeta all'interno

Azzurro. Canzone di Paolo Conte cantata (bene) da Adriano Celentano. Il color "aurro" invece non mi piace: sembra burro andato male.

Bellezza. In rima con altezza che fa mezza bellezza, secondo il proverbio; dimezza il piacere e la ricchezza e riduce tutto a schifezza. Sto perdendo le zeta da tutte le parti, secondo l'ampiezza del cazzo che me ne frega. Che mancanza di finezza!

Benzina. Con zeta o senza (benina) con piombo e senza (niente ottani), a forza di aumentare di costo ridurrà l'uomo con macchina, in verde o a piedi. Il problema non mi tange perchè io continuo a mettere 20 euro. Però ricordo quando con 1000 lire (50 centesimi attuali) facevo il pieno alla mia cinquecento.

Capezzolo. Eliminiamolo ! Così nessuna donna allatterà al seno. Povere generazioni future, non conosceranno mai il piacere di ciucciare le tette da piccoli (e da grandi)..

Cazzo. La più diffusa parola (ora la usano anche gli americani) per esprimere gioia, rabbia, sorpresa, emozione, giubilo, disperazione, impotenza, fatica, disgusto, meraviglia, imprecazione e un altro migliaio di emozioni e sentimenti. Certo che se ci tolgono le due zeta trovare una valida soluzione alternativa non sarà facile. Pensate, esclamare;" non me ne importa un "cao" (che sembra un cognome sardo). Quindi per  l'ultima volta: Cazzi nostri!

Costituzione. Tutti ne parlano, pochi la conoscono (quella italiana).

Mazurca. La mazurca del barone, della santa e del fico fiorone è un film del 1975 di Pupi Avati con Ugo Tognazzi.  Trama: il barone Anteo, azzoppato (sempre queste maledette z) da giovane per la caduta da un fico miracoloso e miracolato per via di una giovane che nel 725 offrì la sua verginità ad una banda di barbari longobardi per salvare le compagne dallo stupro, decide di abbattere l'albero sacro che, trovasi in un suo terreno. Ma vede un'immagine femminile che crede essere una santa e tutto cambia. In realtà si trattava di una prostituta in una pausa di riposo dal lavoro. Cosa c'entra tutta questa storia? Niente ma lega bene con la parola sottostante: le nozze coi fichi secchi.

Nozze. Le nozze coi fichi secchi era un modo di dire per indicare il fare qualcosa di molto limitato per mancanza di soldi. Infatti si trattava di un matrimonio povero ma così povero che gli invitati si portavano il mangiare da casa. Oggi i fichi secchi sono un  bene di lusso, come a dire che l'apparenza inganna. 

Pazzia. Mai confondere i pazzi con gli scemi: i primi fanno cose strane, i secondi fanno le guerre.

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