Cantautori: Le mie canzoni preferite 6/7

di Leo Spanu

1-Gian Pieretti (Ponte Buggianese 1940). Il vento dell’est (1966). Il suo maggior successo è stato “Pietre”, una canzone sanremese cantata con Antoine : Sei bello e ti tirano le pietre, sei brutto e ti tirano le pietre. Sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, tu sempre pietre in faccia prenderai. Sembra la pubblicità di Facebook.

Quando il vento dell’est/ mi porterà/ il profumo dei capelli suoi.” Una ballata folk alla Donovan.

1-Povia (Giuseppe Povia Milano 1972). I bambini fanno “oooo…” (2005). Anche i cretini fanno “oooo” e sono tanti. Povia ha vinto un festival di Sanremo ma non so perché.

2-Luigi Proietti (Roma 1940-2020). Me viè da piagne (1975); E me metto a cantà (1979). Oltre ad avere una bella voce, Proietti collaborava con gli autori delle canzoni che poi cantava. 

Me viè da piagne, ma che sarà?/ Che me significa sta novità?/ L’omo nun piagne, ma io perché/ me metto a piagne davanti a te./ Pure se offre e se sente morì/ l’omo nun po’ comportasse così/ l’omo è forte nun se piega/ l’omo è omo chi lo nega./ Dice” nun piagne, pe carità/ si no ce perdi de dignità”./ L’omo ce perde, dimme perché/ che c’ho da perde si ho perso a te.

3-Renato Rascel (Renato Ranucci, Torino 1912- Roma 1991).  Altro grande attore di rivista, di teatro e di cinema, con una vena musicale spesso ironicamente feroce, talvolta romantica. E’ arrivata la bufera (1939); Il  corazziere (1953); Arrivederci Roma (1957). 

Arrivederci Roma è stato un successo mondiale. “ Ti invidio turista che arrivi/ t’imbevi di fori e di scavi/ poi tutto de un colpo te trovi/ fontana de Trevi ch’è tutta pe’ te./ Ce sta ‘na leggenda romana/ legata a ‘sta vecchia fontana/ per cui se ce butti un soldino/ costringi il destino a fatte tornà."

2-Mino Reitano (Beniamino Reitano, Fiumara 1944- Agrate Brianza 2009). Una chitarra, cento illusioni (1968); Una ragione di più (1991). Questa canzone è stata uno dei maggiori successi di Ornella Vanoni. 

Da “ Una chitarra, cento illusioni” (canzone ingenua ma non banale): Una chitarra, cento illusioni/ ed io nei sogni tuoi/ quando cantavo Avevo un cuore/ tu sola mi dicevi bravo.

1-Memo Remigi (Emidio Remigi, Erba 1938).Ha scritto canzoni per gli altri, il suo maggior successo, Cerchi nell’acqua, è una cover di una canzone di Francois Hardy. Il testo italiano comunque è davvero bello. Innamorati a Milano (1967).

 “ Sapessi come è strano sentirsi innamorati/ A Milano. /Senza fiori/ senza verde/ senza cielo, senza niente/ tra la gente, tanta gente.”

5-Ron (Rosalino Cellamare, Dorno 1953). Autore e coautore, con e per  Lucio Dalla, di alcune canzoni davvero belle ( Piazza grande, Attenti al lupo).  Il gigante e la bambina (1971); Una città per cantare (1980); Il mondo avrà una grande anima (1988); Non abbiam bisogno di parole (1992); Vorrei  incontrarti tra cent’anni (1996).

Da “Una città per cantare”: Caffè alla mattina/ puoi fumarti il pomeriggio/ si parlerà del tempo/ se c’è pioggia non suonerai./ Quante interurbane/ per dire: come stai?/ Raccontare dei successi/ e dei fischi non parlarne mai.

3-Luciano Rossi (Roma 1945). Ammazzate oh! (1974); Senza parole (1976); Se mi lasci non vale (1976). Quest’ultima è stata un successo mondiale nella versione di Julio Iglesias. E’ proprio vero che la fortuna è cieca. 

Da “ Ammazzate oh” : Dimme un po’/ volemo contà/ tutte le volte/ che t’ho lasciata io/ poi ‘na sera ti sei alzata/ hai detto basta e te ne sei andata/ sei stata brava/ ammazzate oh!/ T’è bastata ‘na mezza giornata/ pe scordarte de sto grande amore/ ammazzate oh.”

9-Vasco Rossi (Zocca 1952). Albachiara (1979); Siamo solo noi (1981); Vado al massimo (1982); Vita spericolata (1983); Bollicine (1883); Una canzone per te (1983); Toffee (1985);  C’è chi dice no (1987); Liberi, liberi (1989). Confesso che a me piaceva il primo Vasco Rossi (fra l'altro l'ho conosciuto personalmente quando è venuto a cantare a Sorso nel 1982); oggi mi sembra una specie di Claudio Villa versione pseudo-rock che vive di rendita per il  suo nome. 

Da “Liberi, liberi”: Liberi, liberi siamo noi/ però liberi da che cosa/ chissà cos’è, chissà cos’è/ finchè eravamo giovani/ era tutta un’altra cosa /chissà perché, chissà perché/ forse eravamo stupidi/ però adesso siamo cosa/ che cosa….

1-Stefano Rosso (Stefani Rossi, Roma 1948- 2008). Una storia disonesta (1976).  Altra canzone “scandalizzante”  con chitarre e ragazze facili. 

Che bello/due amici, una chitarra e uno spinello/ e una ragazza giusta che ci sta/ il resto che importanza ha?”

2-Rosanna Ruffini (Milano 1944- Vetralla 2015). Signor pirata (1082); L’amore quanto vale (1984). Ho già scritto della mia ammirazione per questa artista misconosciuta. E poi una canzone che è un inno alla libertà delle donne. 

Da "L'amore quanto vale": Forse l’amore è una colomba che ti mangia in mano/ e all’alba se ne va col primo americano/ un grosso lupo con la pelle nera/ una puttana con la giarrettiera./ Ah l’amore, l’amore!/ Forse è la luna, forse il cacciatore/ forse è la lepre che ha saltato il fosso/ o una bambina che se ne va a spasso /e gira gira si perde nel bosco/ come nella favola di Cappuccetto Rosso./ Ah l’amore, quello per amare/ l’amore quanto vale.

12-Enrico Ruggeri (Milano 1957). Contessa (1980); Polvere (1983); Il mare d’inverno (1984); Vivo da re (1984); Rien ne va plus (1986); Dalla vita in giù (1986); Gli uomini piccoli (1986); Il portiere di notte (1986); Ti avrò (1990); Peter Pan (1991); Prima del temporale (1991); Bianca balena (1993). 

Da “Rien ne va plus”: Però…./ cambiano le donne insieme alle stagioni/ e allevano bambini che inseguono aquiloni/ e il musicista ancora le ricorre/ con nuove canzoni./ E poi…./ diventano madri quelle signorine/ purchè ci sia un uomo che le vede ragazzine/ quell’uomo non le faccia invecchiare/ le lasci cantare.

1-Ginetto Ruzzetta (Macomer 1934- Sassari 2012). Li candareri (1974). E’ il fondatore della canzone popolare sassarese. Non male per uno che da bambino aveva affittato una chitarra pagandola coi pochi soldi guadagnati da “ pizzinnu d’andera” (ragazzino che faceva piccole commissioni).

Da “ Li Candareri" (I candelieri): Lu continenti  si è bedd’ assai/ ma a me fammi restha  in Sassari mea/nun v’è lu Colosseo e ne la Madunnina/ ma indi’ soggu nadd’eu/ mi pari di vidè lu mondo intreu./ Dagheddiri farà li candareri…” ( Il continente è molto bello/ ma fammi restare in Sassari mia/ non c’è il Colosseo né la Madonnina/ ma qui sono nato io/ e mi pare di vedere il mondo intero./ Lasciateli scendere i Candelieri…). Detto sottovoce, questa canzone mi emoziona sempre.

1-Federico Salvatore (Napoli 1959). Azz (1995). “ Mi piacciono ‘e panini /specialmente c’a tripp/ e faccio venti rutt/ cu’na Seven up/ e sotto ‘o cazone/ tengo  ‘o sparatrapp /perché me chiudo sempre/ ’e pil’ dint’a zipp/ azz….azz..”

2-Odoardo Spadaro (Firenze 1893- 1965). Il cappello di paglia di Firenze (1935); La porti un bacione a Firenze (1937). Il nonno dei cantautori ma moderno quanto i nipoti.

Da ” La porti un bacione a Firenze":  Partivo una mattina co’un vapore /e una bella bambina gli arrivò/ vedendomi la fa: Scusi signore/ perdoni, l’è di Fiore si lo so./ Lei torna a casa lieto bello vedo/ ed un favore piccolo gli chiedo./ La porti un bacione a Firenze/ che ll’è la mia città/ma in cuor l’ho sempre qui. / La porti un bacione a Firenze/ io vivo sol per rivederla un dì./ Son figlia di migrante, per questo son distante/ lavoro perché un giorno a casa tornerò./ La porti un bacione a Firenze/ se la rivedo gliene renderò.

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