Lezioni di storia naturale

 di Leo Spanu

Verso maggio s'era verificata un'incredibile invasione di maggiolini. Capitava ogni anno alla fine della primavera ma quella volta, complice un caldo esagerato e prematuro, il  numero degli insetti era cresciuto oltre ogni limite. Erano ovunque e te li trovavi sempre addosso. Non si poteva aprire una finestra che entravano in casa a nugoli. Dovevi stare attento anche quando aprivi la bocca, c'era il rischio di ingoiarne qualcuno. I ragazzi delle case INCIS dichiararono guerra ai maggiolini.

Sempre dietro l'ultimo palazzo, c'era un pezzo di terreno argilloso, completamente privo d'erba. Pioggia, vento e scavi vari dei bambini lo avevano trasformato  in una minuscola copia di deserto, con profondi canali che lo facevano sembrare un Gran Canyon di dimensioni lillipuziane.

Im quella landa arida e riarsa, ai confini della civiltà, i maggiolini trovarono il loro Calvario. Catturati al volo da cento mani rapaci, furono trafitti con gli spilli e inchiodati al suolo. Una scena grandiosa e terribile si presentò ai ragazzi alla fine della loro caccia. Migliaia d'insetti che si muovevano e sbattevano le ali, impossibilitati a muoversi dallo loro condanna. Solo allora i ragazzi capirono quello che avevano fatto.

Qualcuno tra i più piccoli si mise a piangere. Le bambine guardavano quell'incubo, incerte tra la paura e il disgusto. Alla fine Nuccia, che scrutava i ragazzi come fossero mostri, colpì duro.

-Siete peggio dei selvaggi.-

I ragazzi abbassarono lo sguardo confusi, anche Renato per la prima volta perse l'aria e l'immagine di ragazzo perbene e si ritrovò brutto e cattivo come un Bove qualunque. Solo Lucianino era perplesso, nella sua ingenua follia trovava lo spettacolo unico e straordinario. Avevano costruito il loro capolavoro.

- L'APOCALISSE!-

Anche Matteo studiava con attenzione l'agitarsi delle piccole ali sotto il carapace e sorrideva compiaciuto. Non sempre, tuttavia, i giochi si risolvevano in manifestazione di crudeltà . Una volta i ragazzi delle case INCIS riuscirono a stupire, in positivo, i loro rassegnati genitori.

Fu verso la fine di luglio, nel 1957, Quell'anno furono le lucciole ad invadere il piccolo mondo dei bambini. Le mamme concessero il permesso di uscire dopo cena e decine di bambini e ragazzi d'ambo i sessi, armati di bottiglie, bicchieri e contenitori di vetro di ogni tipo si sparsero nel buio per raccogliere le lucciole dal cielo.

La notte era scura e senza stelle, anche la luna trovava difficoltà ad uscire dalle nuvole ma, all'improvviso, un lunghissimo serpente luminoso uscì dall'ombra e cominciò a scivolare tra i palazzi. Dalle finestre gli adulti vedevano solo mille lumi, come un drago di luce che danzava e disegnava  immagini e sogni. I bambini erano voci allegre e risate, erano gioco che illuminava gli angoli nascosti del giardino e della fantasia. Erano una favola acchiappata per la coda prima che il giorno scoprisse la realtà.

Poi i bambini, tutti insieme, liberarono le lucciole. Un'esplosione di punti luminosi accese la notte e il cielo si riempì di nuove stelle.

Tratto da I ragazzi delle case INCI, edizioni EDES Sassari. 2012

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