Il televisore

 di Leo Spanu

da A Brescia non c'è la nebbia, edizioni EDES Sassari 2018.

Poi un giorno, il signor Sanna cedette alla pressione della famiglia: comprare o meno un televisore. La proposta fu messa in votazione, teoricamente un atto di democrazia casalinga in realtà un fatto formale perchè il signor Sanna perdeva regolarmente ogni votazione familiare. Leo e il fratello Giuseppe votarono per il televisore, la mamma era d'accordo; anche la sorellina Silvana che aveva solo cinque anni e non contava niente votò a favore e il padre, che sembrava Aristotele senza barba nella sua posa di pensatore perplesso, perse la sua battaglia quattro a uno.

Ma lui era un combattente e non si arrendeva facilmente così i suoi meditati pensieri portarono ad un soluzione degna di Salomone e dell'economia familiare: niente acquisto ma noleggio.

Il contratto era semplice, la ditta forniva un apparecchio a cui era collegata, nella parte posteriore, una cassettiera. Una volta acceso il televisore (davanti con un normale interruttore, dietro con una levetta) bisognava infilare nella cassettiera una moneta da cento lire che faceva funzionare l'apparecchi per un'ora, quindi fra le trasmissioni del pomeriggio e quelle della notte bisognava avere in casa sempre una scorta di monete. A fine mese passava un addetto della ditta fornitrice, svuotava la cassettiera e portava via la somma trovata. Naturalmente le cifre incassate venivano segnate nel contratto e venivano stralciate dal costo dell'apparecchio nel caso di acquisto dello stesso. Un ottimo sistema perchè in quei tempi non erano molti quelli che potevano permettersi l'acquisto di un televisore e questo metodo del noleggio, una forma di pagamento rateale nei fatti. contribuì moltissimo alla rapida diffusione del nuovo elettrodomestico.

Naturalmente la cassettiera era sigillata con un filo di ferro e un piombino che veniva cambiato e punzonato ogni mese, Un ottimo sistema di difesa ma non a prova di ragazzi poveri di soldi ma ricchi di iniziativa. Leo e il fratello trovarono subito il sistema di prelevare monete senza danneggiare filo e piombino, a volte venivano reinserite nell'apparecchio per continuare la visione dei programmi, altre volte servivano per le spesucce personali dei ragazzi.

All'inizio era solo qualche moneta poi, per la norma che l'occasione fa l'uomo ladro, i prelievi divennero più consistenti e il signor Raffaello Sanna, dopo aver brontolato di non aver mai visto i televisori che "perdono" come un rubinetto rotto, riscattò definitivamente l'apparecchio. 

Peccato, quegli spiccioli facevano davvero comodo.

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