Compagni di scuola

 di Leo Spanu

Da " A Brescia non c'è la nebbia" Edizioni EDES Sassari, 2018.

Uno era Angelo, figlio della luna e, per sua dichiarazione, di un motore a sei cilindri. Il significato di queste sue dichiarazioni erano incomprensibili a tutti anche perchè Angelo, figlio di un ricco commerciante, cambiava continuamente opinione sulle sue origini per cui a volte era figlio del vento o delle maree. Per Simone, poco portato alla poesia e alla meditazione trascendentale, Angelo era semplicemente un cretino. Per la cronaca Simone era l'inventore della definizione (rubata da tutti) di imbecille sferico:; in pratica uno che da qualunque parte lo guardi rimane sempre imbecille.

Ma Angelo era un genio, magari di serie B, ma indiscutibilmente genio. Nella cartella lui non portava libri ma una serie di cacciaviti di ogni misura e modello perchè Angelo era uno smontatore seriale. Quando aveva smontato il suo banco non era successo niente perchè era riuscito a rimontarlo ma quando aveva smontato un calorifero e l'aula s'era allagata si era guadagnato i suoi primi tre giorni di sospensione con obbligo di frequenza, di una lunga serie. Angelo si era difeso sostenendo  che aveva cercato di aggiustarlo perchè non funzionava bene. In realtà in certe giornate invernali era preferibile  tenersi il cappotto perchè in classe ce n'era da morire dal freddo ma la colpa non era dell'impianto di riscaldamento.

Angelo era anche un cantautore sui generis. Storpiava cantanti e canzoni e li faceva ascoltare ai disperati compagni  tra un cambio d'insegnante e l'altro. Il suo pezzo forte era il rifacimento di "Come sinfonia"  di Pino Donaggio, da lui ribattezzato Pino Menaggio. Il suo elogio della lasagna "Come la fa la zia" era davvero esilarante. Ma nel suo repertorio c'erano anche cantanti come Domenico Mugugno (Modugno) con il grande successo "Libero", urlato a squarciagola quando finivano le lezioni, Gianni Micia (Meccia) con la classica "Pissi pissi, bau bau". Una volta era stato sorpreso dal professore di matematica mentre era impegnato in un acuto  sul "Bau". L'insegnante, senza fare una piega, lo aveva cacciato fuori dicendogli solo:

-Continui ad abbaiare in corridoio.- Un giorno di sospensione, sempre con obbligo di frequenza.

Ma il capolavoro di Angelo era il rifacimento, mantenendo il più possibile ritmica e metrica, del "Lamento per la morte di Ignacio" di Garcia Lorca, che nella sua versione diventava" Lamento per la morte di una Ferrari". Dalla Plaza de Toros all'autodromo, da un torero ad una automobile. La poesia, in unica copia scritta su un foglio protocollo, fece il giro del mondo studentesco poi scomparve misteriosamente. Peccato era emozionante leggerla a voce alta, con una recitazione alla Arnoldo Foà.

..... con il cozzo contro la parete di cemento nemico, le urla di dolore del metallo ferito, la benzina che come sangue scorre sull'asfalto scuro, l'odore aspro delle gomme bruciate dal logorio dei freni, impazziti nel tentativo di fermare quella folle corsa. Il tutto alle cinque della sera. Ahi che terribili cinque della sera! Senza la luce accesa del suo corpo vivo, dal colore rosso che sfidava il sole e le stelle! No, non ditemi di vederla, non posso vedere il suo corpo steso sulla sabbia. con le ferite che bruciano e la cancrena che viene da lontano mentre il cuore si riempie di agonia. Ed erano le cinque a tutti gli orologi, erano le cinque in punto della sera.....

Purtroppo Angelo passò alla microstoria del liceo Calini per motivazioni meno poetiche. L'aula della prima B si trovava proprio sopra l'ingresso, col suo portone monumentale e l'asta portabandiera per esporre vessilli vari durante le feste civili comandate.  Ci fu un incredibile ingorgo stradale quella mattina in via Monte Suello quando i tanti automobilisti di passaggio videro sventolare sulla facciata del nobile istituto scolastico una gigantesca mutanda da uomo. Pure sporca. Tutta la classe fu sospesa, comprese le ragazze che nel loro silenzio omertoso apparivano come complici del delitto, per una settimana e sempre con quella carognata della frequenza.

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