Una canzone per te: Angelita di Anzio
di Leo Spanu
Nel 1964, un famoso complesso dell’epoca specializzato in canzoni estive, Los Marcellos Ferial, se ne uscì con un brano “anomalo” per il testo e la storia che raccontava: Angelita di Anzio. Secondo la versione più diffusa, nel 1944 durante lo sbarco degli alleati, un gruppo di soldati scozzesi trovò un bambina di cinque anni che vagava per la spiaggia sola e piangente e non sapendo a chi affidarla la adottarono chiamandola Angelita. La bambina morì pochi giorni dopo durante il contrattacco dei nazisti. Per molti è una storia inventata ma il comune di Anzio, nel 1979, inaugurò un monumento, opera dello scultore Sergio Cappellini, che rappresenta una bambina circondata da un volo di gabbiani.
La canzone aveva avuto un successo strepitoso in tutto il mondo e, vera o inventata che fosse la storia, Angelita era diventata il simbolo di tutti i bambini uccisi dalla guerra.
Ecco il testo della canzone. Confesso che ancora oggi, questa canzone mi emoziona. Se non la conoscete, provate d ascoltarla (su youtube): non sempre sono solo canzonette.
Angelita di Anzio (Romano, Biggeri, Minerbi, Timò)
Sbarcammo ad Anzio una notte.
C’era soltanto la luna
ed un pianto di bimba
in fondo al suo sguardo di mare
c’erano ancora le favole
e quattro conchiglie
ripiene di sabbia
stringeva una piccola mano.
Angelita, ti saresti chiamata Angelita.
Entrammo ad Anzio e fu l’alba.
Con il fucile sul braccio
e la bimba con noi,
Aveva i capelli di grano
e la voce di un passero.
Le quattro conchiglie
ripiene di sabbia
stringeva la piccola mano.
Angelita, volevamo chiamarti Angelita.
Che alba grigia su Anzio.
Scese improvviso tra noi
un silenzio di bimba.
Da quel suo sguardo di mare
eran fuggite le favole
ma quattro conchiglie
ripiene di sabbia
restavano nella piccola mano.
Angelita, ti saresti chiamata Angelita.
Angelita, volevamo chiamarti Angelita.
Commenti
Posta un commento