Le donne nella mitologia greca: Eros e Thanatos

 di Leo Spanu

Andromaca

Greca di Tebe, Andromaca sposa Ettore, figlio di Priamo re di Troia, per interessi politici ma si innamora del marito e Troia diventa la sua casa perchè nel frattempo la sua famiglia è stata sterminata in una delle tante guerre locali. Assiste alla morte di Ettore, ucciso da Achille, e allo scempio del suo corpo. Dopo la caduta di Troia, anche il figlio viene gettato dalle mura (su consiglio di Ulisse) da Neottolemo (figlio di Achille)  perchè la stirpe di Priamo dev'essere cancellata. Lei diventerà poi la schiava di Neottolemo che si innamora di lei provocando la gelosia della moglie. Ma Andromaca rimane fedele al ricordo di Ettore e alla fine verrà cacciata e data in schiava ad un altro.

David Allan (Scozia 1744-1796) Ettore e Andromaca

Jacques-Louis David (Parigi 1748- Bruxelles 1825) Andromaca piange la morte di Ettore

Giorgio De Chirico (Volo 1888- Roma 1978) Pianto d'amore: Ettore e Andromaca (1974)

Deianira

Sposa di Ercole che l'ha conquistata dopo un lunga e feroce lotta col dio Acheloo, ucciso nella sua forma di toro. Ma anche il centauro Nesso, a cui Ercole l'ha affidata, si innamora di Deianira e cerca di rapirla. Trafitto da una freccia di Ercole, Nesso, inganna Deianira consegnandole un pò del suo sangue, dal potere venefico, dicendole che si tratta di un potente unguento d'amore. In seguito Ercole si innamora di un'altra donna; allora Deianira invia al marito una tunica intrisa del sangue del centauro ma come Ercole tocca la veste una terribile ferita si diffonde per tutto il corpo con atroci dolori ed Ercole si uccide dandosi fuoco. Deianira, disperata, si toglie la vita.

Bartholomaeus Spranger (Anversa 1546- Praga 1611) Ercole e Deianira (1582) Vienna

Guido Reni (Bologna 1575- 1642) Nesso rapisce Deianira (1620-21) Parigi, Louvre

Didone

Il mito di Didone è ripreso da Virgilio nell'Eneide. La regina di Cartagine si innamora di Enea, in fuga dopo la caduta di Troia. Il suo sentimento è corrisposto dall'eroe che però è destinato ad un futuro diverso (dalla sua discendenza nascerà Roma) così Enea riprende il suo viaggio. Invano Didone cerca di fermarlo, infine si uccide con la spada di Enea sopra una pira funebre. Straordinario il racconto dell'emozione di Didone quando vede per la prima volta Enea: Riconosco i segni dell'antica fiamma (adgnosco veteris vestigia flammae), la regina, vedova da tempo, sente rinascere in lei la passione di un amore.

Pieter Paul Rubens (Siegen 1577- Anversa 1640) Morte di Didone (1635-38)

Guercino (Giovanni Francesco Barbieri. Cento 1591- Bologna 1666) Morte di Didone  (1631) Roma, Galleria Spada

Joseph Stallaert (Belgio 1825- 1903) Morte di Didone (1872)

Ecuba                                                                                                                                                           Seconda moglie di Priamo ha diversi figli, 19 per la verità: Ettore (il primogenito), Paride, Ilona (sposa del re di Tracia), Creusa (moglie di Enea), Laodice (la più bella), Polissena (la più giovane di queste quattro). Seguono poi i maschi Deifobo, Eleno (indovino, gemello di Cassandra), Cassandra (la profetessa), Pammone, Polite, Antifo, Ipponoo, Polidoro, Trollo. I figli maschi morirono tutti durante la guerra di Troia. Nell'Iliade la figura di Ecuba viene esaltata quando si reca nel campo del Greci per chiedere ad Achille la restituzione del figlio Ettore. Ecuba fu data come schiava a Ulisse ma, per il suo comportamento ribelle e intransigente, fu uccisa dai soldati.
Giulio Romano (Giulio Pippi. Roma 1499- Mantova 1546) Il sogno di Ecuba. Mantova, Palazzo Ducale. Il velo bianco è stato aggiunto successivamente per coprire le nudità di Ecuba

Merry-Joseph Blondel (Parigi 1781- 1853) Ecuba e Polissena (1814)

Elena

Figlia di Giove e di Leda è la causa della guerra di Troia che tanti lutti porterà a Greci e Troiani. Famosa per la sua bellezza è sposata con Menelao, re di Sparta ma si innamora di Paride, principe troiano e con lui fugge. In realtà il rapporto tra i due si deteriora presto anche perchè Elena prova rimorso per le conseguenze delle sue azioni, e poi è malvista dai troiani. Solo il cognato Ettore le dimostra stima e rispetto, Dopo la morte di Paride, Elena sposa il fratello del marito, Deifobo. Dopo la distruzione di Troia, Menelao ed Elena viaggeranno per otto anni prima di riuscire a tornare in Grecia. Non si conosce la fine di Elena anche se varie fonti dicono che sia stata uccisa dai figli di Menelao. dopo la morte dello stesso.

Sebastiano Ricci (Belluno 1659- Venezia 1734) Il ratto di Elena (1700-04) Parma, Galleria Nazionale

Jacques-Louis David (Parigi 1748- Bruxelles 1825) Elena e Paride (1789) Parigi

Evelyn De Morgan (Londra1855- 1919) Elena

Fedra

Figlia di re Minosse, regina di Atene, moglie di Teseo da cui ebbe due figli. S'innamorò di Ippolito, figlio di Teseo che lo aveva avuto da un precedente matrimonio. Respinta dal giovane lo accusò di averla violentata poi, pentita, si uccise. E' un tragico personaggio femminile che ha avuto una notevole influenza negli artisti di ogni epoca a cominciare da Seneca. Il suo mito è stato raccontato nella letteratura, nella musica, nella pittura, nel teatro e nel cinema.

Alexandre Cabanel (Francia 1823- 1889) Fedra (1880) Francia

Vincenzo De Angelis (Napoli XIX secolo) Morte di Fedra. Napoli

Medea

Era una maga, figlia del re della Colchide Eete. Aiutò Giasone, capo degli Argonauti a conquistare il Vello d'oro poi lo sposò. Abbandonata da Giasone che la ripudiò per sposare Glauce (Creusa) figlia del re di Corinto, si vendicò uccidendo la rivale regalandole  di una veste intrisa di veleno poi uccise i suoi stessi figli avuti da Giasone. Molte le storie intorno a Medea: l'uccisione di Peli (zio di Giasone) per mano delle figlie, convinte dalla maga, che il sangue del padre le avrebbe fatte ringiovanire.

Ludovico Carracci (Bologna 1555- 1619) Incantesimi di Medea (1584, particolare) Bologna, palazzo Fava

Eugene Delacroix  (Francia 1798- 1863) Medea (1838) Francia

Antony Frederick Sandys (Gran Bretagna 1829- 1904) Medea (1868) Birmingham. Art Gallery

Polissena

Figlia di Priamo e di Ecuba, dopo la caduta  di Troia diventa schiava di Neottolemo. Sulla via del ritorno la flotta di Agamennone si ferma presso le coste della Tracia in attesa di venti favorevoli. Improvvisamente nel terreno si apre una voragine ed compare il fantasma di Achille che accusa i greci di essersi dimenticati di lui. Allora decidono di scarificare Polissena che dichiara essere preferibile la morte piuttosto che diventare schiava. Chiede solo che il suo corpo venga consegnato alla madre senza riscatto perchè anche lei, diventata schiava, non è più in grado di pagare. Il sacerdote preposto al sacrificio, pur a malincuore, la uccide con un colpo di spada

Giambattista Pittoni (Venezia 1687- 1767) Il sacrificio di Polissena (1732) San Pietroburgo, Hermitage

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