Le donne nella Bibbia: Gezabele
di Leo Spanu
Gesabele è una principessa fenicia che per interessi politici sposa Acab, re di Israele. Ma Gesabele è, oltre che bellissima, anche una donna colta e intelligente per cui non impiega molto tempo a conquistare e a soggiogare il marito al punto di condizionarlo anche nelle sue scelte politiche. Inoltre introduce in Israele i culti religiosi della sua terra d’origine; divinità, sacerdoti e sacerdotesse che in realtà sono prostitute raffinate. Il sacro e il profano vanno insieme e riescono a conquistare larga parte del popolo. Il dio Baal diventa un pericolo per la religione ebraica ed ecco arrivare il profeta Elia a predicare contro la corrotta e malvagia regina straniera e, con molti miracoli, riesce a portare il popolo dalla sua parte. Ma Gesabele, con menzogne e false testimonianze, fa condannare a morte Elia.
Segue un periodo di apparente calma ma con la morte di Acab in battaglia ripartono le contestazioni contro la regina. Sale al trono il figlio Acazia ma muore presto in un “incidente”. Gli succede Ioran, marito di Atalia, figlia di Gesebele. Ma anche Ioran muore durante un colpo di stato organizzato dal generale Leu. Diventa regina Atalia (probabile complice di Leu) e per Gesabele è l’inizio della fine. Leu a capo dell’esercito si reca davanti al palazzo di Gesabele. Lei si è truccata e vestita col massimo sfarzo e quando il generale vincitore passa davanti alla sua finestra lo insulta definendolo “ non un sovrano ma l’assassino del suo signore”: un coraggio incredibile. Leu le risponde, rivolgendosi ai servi di Gesabele: Chi è con me? Immediatamente la donna viene buttata giù dalla finestra e il suo corpo lasciato ai cani che la straziano. Come aveva previsto il profeta Elia.
Una storia interessante, una regina dai costumi licenziosi ma di grande personalità che prova a guidare un mondo al maschile dove, come già scritto altre volte, la donna ha solo due ruoli: moglie o puttana, a volte tutt'e due insieme. Poi ci sono tanti di quei morti ammazzati precocemente e misteriosamente, come in un giallo scritto da un mediocre scrittore. C’è una figlia che si ritrova regina e, in poco tempo, senza madre e marito a controllarla e con probabile amante ad obbedirla. Quest’ultimo poi sembra un generale fellone; neanche lo sforzo di uccidere l’odiata nemica (ignote le motivazioni dell’odio) ma delega il popolo bue a compiere la vendetta. E come sempre, il popolo si butta dalla parte del vincitore.
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