I soprannomi di Sorso raccontati da Bruno Giordo. Parte 1°
di Leo Spanu
Zio Bruno. Il suo lavoro ufficiale era capostazione. Non c'è la firma dell’autore della caricatura ma, visti gli altri disegni, si direbbe Paolo Galleri-
Ho già scritto dei soprannomi di Sorso così come li aveva
raccolti Andrea Pilo, questa è una nuova versione che non conoscevo. Mio
cognato Antonio Giordo, fratello di mia moglie, ha trovato tra i suoi documenti
gli appunti di zio Bruno.
Bruno Giordo era un giornalista che, per molti anni, ha scritto di politica e di sport in un giornale ormai scomparso Tutto Quotidiano.
Bruno Giordo era un giornalista che, per molti anni, ha scritto di politica e di sport in un giornale ormai scomparso Tutto Quotidiano.
Persona di notevole cultura e intelligenza era anche un po’
stravagante e dotato di un carattere che gli ha procurato molte inimicizie. Con
me andava d’accordo, anzi, quando ero un amministratore comunale, faceva sempre articoli molto positivi sul mio operato.
Zio Bruno amava scrivere ed era
anche un curioso della storia locale; raccoglieva ogni tipo di documento e un
giorno mi confessò che stava scrivendo un libro. In realtà non ci sono tracce
del suo lavoro, a meno che le figlie non abbiano conservato qualcosa, ed è un
peccato perché era una buona penna e un attento testimone della realtà locale.
Questi appunti non sono organici, ne riporterò alcune
parti perchè Bruno Giordo non si limitava ad una semplice traduzione dal
dialetto all’italiano ma esprimeva dei commenti non banali.
Credo che un
articolo solo non possa bastare, vediamo cosa comporterà la lettura di
queste pagine.
Cominciamo col riportare una parte della articolata
presentazione dell’autore insieme ad alcuni disegni (firmati) di personaggi che
non c’entrano niente con il testo (almeno credo) e che non conosco. Magari
qualcuno può scoprire chi è.
“ Bruno Giordo 1975/76
Premessa
Ishivigni o
paranumiri. Equivalgono, in buon italiano, ai seguenti appellativi: soprannomi,
nomignoli, pseudonimi , attributi che rappresentano o vogliono rappresentare,
secondo le intenzioni degli attributori , caratteristiche, qualità, requisiti,
simboli, emblema, titoli, doti, capacità caratteristiche e professionali, economiche e sociali delle persone scelte ad
hoc.
Si tratta generalmente
di epiteti dal tono familiare intrisi di ironia scherzosa od ingiuriosa che
prendono spunto da diverse caratteristiche individuali del soggetto a cui
appioppare il soprannome.
Il tutto
modellato la maggior parte, con frasario
spregiativo dai titoli offensivi, oltraggiosi, insolenti, talvolta con epiteti irriferibili, altri con sostantivi,
aggettivi e locuzioni attributive che si aggiungono (in modo) anche opportuno e necessario per distinguere
una persona dall’altra fra gli stessi cognomi o lo stesso casato.
E’ il dizionario dei “pararumini” che ognuno trasmette in gran
sordina al proprio amico, od al conoscente od a chi fa ricerca di un tal tizio
che non si riesce ad individuare,
Viene tenuto
gelosamente in segreto, ma spifferato al momento opportuno anche davanti alla Magistratura che non punisce colui che
diffonde ed ingiuria, perché si tratta pur sempre di un soprannome acquisito e
ben personificato.
Ma si tratta di un
segreto di Pulcinella che non ha modo comunque di coesistere con la realtà attributiva
che costituisce il mondo dei soprannomi.
Vogliamo ricamarci
sopra per non far pesare troppo l’eccessiva volgarità di cui è impregnato il
prossimo? Cerchiamo di impegnarci seriamente per riportare a galla, in assoluta
trasparenza,i “pararumini “ di Sorso, senza peraltro attribuirli alle effettive
individualità.
Tralasciamo
volutamente nomi e cognomi……….
Qui mi fermo perché il testo comincia a divagare sull’
Inferno di Dante, la poesia saffica ed altre variazioni fuori tema. Il tutto
firmato “zio Bruno Giordo”. A quale nome
fosse destinato il manoscritto non è dato a sapere: zio Bruno aveva tre fratelli e due sorelle con
relativi nipoti.
Senza contare fra cugini di primo e secondo grado. La famiglia Giordo è vasta ed ha ampie
ramificazioni a Sassari, Porto Torre, Pattada e Tempio: per la cronaca è
d’origine genovese e secondo i maligni con ascendenze ebraiche ( Giordo=
Giordano). Ma secondo i maligni anche i nostri vicini sennoresi sono ebrei. Zente mala (gente cattiva).
Naturalmente trascriverò solo alcuni soprannomi perchè
l’elenco è piuttosto lungo. Se qualcuno (editore) fosse interessato a pubblicare
il manoscritto si può rivolgere ad Antonio Giordo che credo sia titolare del testo originale) tramite
me. Buona lettura.
P. S.
Le note fra parentesi
sono mie e sono aggiunte per una
maggiore comprensione specie per chi non conosce il dialetto sorsense
(sassarese). I soprannomi sono stati scritti tutti attaccati e talvolta di difficile
lettura.
Anchiafuettu. Con le gambe a frusta, dondolante.
Animaecori (anima
e cuore). Sensibilità tuttofare.
Ashamiri (fai
schifo). Mi hai riempito di mondezza.
Babosu (Bavoso). E tu perché mi stai sempre di fronte a
raccogliere la bava.
Barabattura. La
farfalla ha il debole di girovagare senza direzione.
Barradiposhu
(faccia di maiale). E a chi non piace la guancia del maiale?
Basciaboiu (bacia
bue). Preferisco una vacca per baciare
Caghetta: Non era
un vero e proprio bisogno corporale
Caglia/in/curu. Voce del verbo cagliare= tacere, da
tradurre con “taci col culetto”. (Nella versione moderna italianizzata è
diventato “zitto dietro”).
Cazzettu. Non è il diminutivo di calze.
Cugliettu. Coglioncino molto delicato.
Curicagadu. Per
mancanza di carta igienica abbondava di checché nelle parti basse (in tempi
moderni tradotto con sporco dietro).
Curinpipparu. Attenzione a non esporre troppo il deretano (oggi si direbbe attenti al didietro)
Sempre zio Bruno. Non si sa chi è il confessore. La firma è di Paolo Galleri. Anche per i disegni successivi
Duicuri (due culi). Non bisogna mai mettere limiti alla
provvidenza.
Francutuccarucuruamamma (franco toccare il sedere a mamma). No! La mia mamma no!
Futtipignendi. Piangeva per fottere il prossimo (a Napoli
dicono fotte e chiagne).
Dovrebbe essere l'avvocato Puggioni, famoso personaggio di Sorso
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