La calata dei barbari


di Leo Spanu

Non è facile fare leggi civili in questo paese; quando ci si riesce c’è sempre qualche fanatico che, quando va al potere, si impegna ad abrogarla. Una legge, la 194 del 1978, ha introdotto l’aborto  e la maggioranza degli italiani l'ha confermata nel 1981 votando contro il referendum abrogativo. 
Da sempre la destra l’ha combattuta con una ferocia pari solo all’ignoranza. 
L’aborto per una donna non è mai stato un gioco ma solo una triste necessità. 
In molti ospedali medici e infermieri diventarono subito e improvvisamente quasi tutti obiettori di coscienza, tutti santi. I maggiori obiettori di coscienza erano i famosi ” cucchiaini d’oro” ginecologi che praticavano l’aborto chiamandolo “raschiamento”. Naturalmente a prezzi da ricchi. 
Invece negli ospedali pubblici, molto spesso le donne che hanno avuto necessità di abortire sono state trattate in maniera vergognosa dal personale.
La legge nazionale delegava alle regioni la possibilità di migliorare l’applicazione della stessa. 
Così  in Umbria, per esempio, venne introdotta una norma che permetteva l’aborto farmacologico in day ospital invece che con il ricovero di tre giorni. 
La norma, introdotta dalla giunta di sinistra, è stata cancellata dall’attuale giunta  di centro destra guidata da una donna leghista.
Ho sempre sostenuto che la destra italiana, a parte qualche politico dei tempi passati, è formata per la maggior parte da cialtroni ignoranti. La situazione si è aggravata da quando la lega è diventata il perno della politica di centro destra. Barbari che ululano alla luna e infatti la decisione della presidente dell’Umbria è stata salutata dai leghisti come una vittoria, una grande vittoria della civiltà. Del resto loro sono abituati a festeggiare tutti i loro momenti felici con grandi sorrisi ed applausi. 
In effetti vuoi mettere la soddisfazione quando povera gente, uomini, donne e bambini, annegano in mare!
Ora che i barbari hanno invaso tutta l’Italia, compresa la mia Sardegna dove anche i quattro mori stanno per togliersi la benda dagli occhi per ritornarsene in Africa, assistiamo di continuo a spettacoli davvero penosi. 
C’è troppa gente in questo paese che si augura e cerca il peggio. L’idea di stare insieme per cercare di salvarci tutti, specie nei momenti difficili, è un’utopia. O se preferite un' illusione. 
Ma c'è una cosa, in questa storiaccia, che non capisco.
Una donna che agisce contro le altre donne, che si inventa cavilli giuridici per aggiungere dolore al dolore di altre donne, che donna è?

Commenti

  1. Stare insieme per poterci salvare tutti? Ma quando maaai! Si,forse nei momenti in cui sembra che la vita ti stia scappando o é messa a grave rischio, come nell'ultimo periodo. Ma la propria di vita, non quella altrui. Appena si sente un "liberi tutti", di fatto mai dato al 100%,l'omuncolo tipico che fa? Tira fuori il petto villoso e se la gironzola sbruffonando che lui delle disposizioni governative ( "liberticide", secondo il suo povero cervello) se ne strafega. Il senso comunitario da tempo immemorabile é stato sostituito dal "prima io e gli altri si arrangino". Normale "pensare" del fascista, consapevole o meno che sia

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