La fabbrica degli eroi

di Leo Spanu

“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi” è una frase dello scrittore tedesco Bertold Brecht, ma non era riferita solo alla Germania nazista. 
Naturalmente nessuno lo ha ascoltato specie noi italiani che abbiamo una necessità continua di eroi oltre che di santi che però, sul mercato della retorica, valgono meno.
Le ditte fornitrici di eroi sono sempre state le stesse, forze armate, forze dell’ordine, vigili del fuoco. Con il coronavirus abbiamo scoperto nuove categorie: medici, infermieri, commesse di supermercati, addetti alle pulizie, edicolanti e personale delle pompe funebri. Qualcuno vorrebbe aggiungere anche la categoria dei giornalisti ma, come si dice nei telefilm giudiziari americani. Vostro Onore, mi oppongo!
Se qualche loro collega con un residuo di dignità li definisce”avvelenatori di pozzi” per tutte le notizie false che stanno diffondendo, non mi sembra il caso di attribuire a certi ceffi la medaglia o l’aureola e neppure la corona di spine.

Esistono anche gli antieroi ma in Italia sono solo i politici, specie quelli della maggioranza perché quelli dell’opposizione, appena mollato il potere, si rifanno la verginità come le prostitute che vanno dal chirurgo estetico. Comunque  non parleremo di loro perché ne abbiamo già parlato (male) abbastanza.

Torniamo ai nostri eroi: a fine gennaio il governo ha proclamato, con un decreto, lo stato di emergenza. Per un mese tutti hanno fatto orecchi da mercante compresa la classe medica che ha affrontato in modo improvvisato la pandemia. Inesperienza?  Forse, in ogni caso molta superficialità (troppi contagi tra i medici) e, alla prova dei fatti, la sanità, delegata alle regioni, ha clamorosamente fallito specie nelle regioni del nord che si vantavano di essere il meglio sulla piazza. 
In Sardegna poi, stiamo assistendo a spettacoli indecenti. I contagi sono avvenuti tra il personale medico e paramedico all’interno degli ospedali. Qualche domanda bisognerà pur farsela, magari non adesso ma quando (speriamo presto) si tornerà alla normalità. E qualche domanda bisognerà farsela anche sugli ospizi per anziani e sugli " eroi" che sono fuggiti dopo il primo contagio.
Intanto riportiamo una piccola notizia passata quasi in silenzio sulla stampa: una donna ha abortito durante il viaggio da La Maddalena all’ospedale di Olbia. Tre anni fa il governo regionale aveva annullato la struttura sanitaria dell’isola, compreso il reparto di ostetricia, perché bisognava tagliare sulle spese.

Ora massimo rispetto per coloro che stanno lavorando (e sono tanti) con grandi sacrifici per salvare vite umane ma, per  favore, non nfacciamone degli eroi, stanno facendo il loro lavoro.
Evitiamo la facile retorica anche perchè qualcuno dei tanti professoroni, presenti ogni giorno su tutte le televisioni, è diventato un vero divo. 
Qualcuno sta cominciando a suggerire soluzioni politiche al sistema italiano e mondiale, qualche altro ci spiegherà che Einstein era un bischero con la sua teoria della relatività e un altro ancora dirà che Dante non sapeva scrivere. 
Ma va bene così, io mi lamenterò solo quando mi daranno la ricetta della lasagne: io continuerò a metterci tutti i formaggi possibili, quelli che mi sono avanzati nel frigo.

Comunque l’omino delle pompe funebri, che pretende sicurezza dallo stato (perchè?) e minaccia lo sciopero, non mi sembra un vero e proprio eroe.  
Il prode Achille avrà qualche dubbio nel trovarselo a fianco, immortalato da poeti e scrittori. 
Ma è la vita, se non t’inventi qualche eroe da mettere in prima pagina come puoi continuare a imbrogliare gli ingenui?  Gli eroi fasulli sono la garanzia che le persone malvagie continueranno  a rimanere tali malgrado i sorrisi di circostanza. Ci sarà sempre il militare che disonora la sua divisa e il medico incapace di fare il proprio mestiere col vantaggio, per il secondo, di nascondere i suoi errori sottoterra.
Chi mi conosce sa che non ho l’abitudine di generalizzare: la responsabilità è sempre personale ed ha sempre nome e cognome ma il discorso vale anche al contrario. 
Lo spirito di sacrificio, la solidarietà non appartengono alle categorie ma alle persone e le persone di valore, in genere, quando fanno del bene non amano la pubblicità e si infastidiscono nell’essere chiamate eroi.
Sono persone che hanno il senso del dovere, quello che manca a troppa gente, nelle istituzioni e fuori, gente troppo presa, ogni giorno, a costruire un monumento alla propria vanità,

Questa continua  e giornaliera contabilità dei morti è una vergogna, anche perché sembra che oggi si muoia solo di coronavirus. Si utilizzano i numeri di una situazione straordinaria come una pandemia per la resa dei conti tra i gruppi politici del paese, tra le varie nazioni dell'Europa.

Si spargono notizie terribile e false, per costruire nuove paure e nuovi eroi. Ma quei numeri messi in colonna sono persone, hanno nome e cognome, sono i nostri cari che se ne vanno da soli, senza neanche un saluto da parte nostra,  senza neanche una stretta di mano.
Tenetevi pure, se volete, i vostri eroi di carta. Ma a noi, lasciateci piangere i nostri morti.

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