La Cina è (quasi) vicina

di Leo Spanu

Shanghai è una delle città più grandi e importanti della Cina: una megalopoli di 24 milioni di abitanti, un vero formicaio umano dove le persone spariscono e diventano numeri per le statistiche, per l’economia, per la politica; insomma per tutti coloro che misurano il loro potere in cifre da incolonnare per fare somme o sottrazioni.
Poi un giorno arriva uno strano virus, una specie di polmonite, un parente cattivo del raffreddore e la gente comincia a morire. Non molti, ne ammazza molti di più il traffico del sabato sera con velocità esagerate  e acceleratori schiacciati da droga ed alcool.
Ma questo nemico invisibile dal nome importante, corona virus, fa paura più di una pistola puntata.
La città improvvisamente si svuota e non solo per ordine delle autorità, le strade diventano deserte, tutti chiusi in casa ad aspettare che passi l’angelo della morte come racconta la Bibbia degli ebrei in Egitto. Ma questa volta non c’è nessun segnale che possa separare ebrei ed egiziani, ricchi e poveri, potenti e straccioni. La morte colpisce alla cieca, attraversa i muri della città, attraversa i mari e i continenti, il mondo è troppo piccolo per fermarla.
Sembra la trama di un brutto racconto di fantascienza dal titolo catastrofico come “La città verrà distrutta all’alba” (1).

Invece è l’immagine di una società presuntuosa, che si compiace per le sue straordinarie scoperte tecnologiche che utilizza malamente, una società che gioca a fare Dio con le persone e con l’ambiente.
Non ci sarà l’apocalisse per questa umanità confusa, per fortuna c’è ancora abbastanza intelligenza in giro per reagire all’arroganza di pochi sedicenti padroni del mondo.
L’importante è non restare indifferenti e testimoniare quel che accade giorno dopo giorno.
Così coma fa la giornalista Nicole Chan  che si mette a girare, con la sua macchina fotografica, per Shanghai: per le strade, nei supermarket, nelle stazioni della metropolitana poche persone in giro. Come fantasmi del giorno dopo.













NOTE
1) La città sarà distrutta all'alba è un film del 1973 di George A. Romero. Il film è stato rifatto con lo stesso titolo nel 2010 da Breck Eisner. La trama è semplice: un virus (creato in laboratorio) colpisce una cittadina americana. Quando il contagio sfugge al controllo delle autorità mediche, le autorità politiche decidono di bombardare la città per fermare l'epidemia.

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