Ma che pianeta mi hai fatto?

di Leo Spanu

Che la piccola Greta abbia fatto perdere le staffe (e altro) ad alcuni (loschi) commentatori televisivi può starci; ormai questo è diventato un paese di pubblici accusatori che vogliono la condanna  anche dei ladri di merendine (bambini dell’asilo state attenti!). 
Ma che anche il professor Cacciari provasse un senso di rabbia (?) per la ragazzina mi ha lasciato perplesso. Invidia? Certo, certissimo anzi probabile: Greta a sedici anni parla davanti all’assemblea generale dell’ONU; a lui non lo vogliono manco alla Leopolda e, se continua così, finirà col fare il controcanto a quella vocina bianca di Giordano a Rete 4. 
Che tristezza finire così in basso, la vecchiaia è veramente carogna!
Comunque una comunicazione urgente a quanti confondono causa ed effetto: non è Greta la colpevole dello stato di salute del nostro pianeta.
Confesso  che ho provato molto ma molto piacere a vedere milioni di ragazzine e ragazzini scendere in piazza a manifestare. Da antico sessantottino mi sono quasi commosso all’idea che non tutti i ragazzi di oggi sono sempre e solo attaccati ai loro telefonini: pensano anche ad altro.
Certo sono esagerati, spesso ignoranti, ci sono tutte le debolezze, gli errori  e la confusione dell’età ma a me piacciono così, con quella nota di anarchia che devi avere da ragazzo, da giovane.  se vuoi divenire un adulto consapevole e non una marionetta manipolata dalla pubblicità.
A quell’età hai il diritto di andare sopra le righe: “ci avete rotto i polmoni” lo slogan delle manifestazioni  è la giusta risposta a quanti, benpensanti, da anni stanno spegnendo il pianeta. 
E il risultato è sotto gli occhi di tutti: molti paesi, un tempo democratici, sono finiti in mano ad aspiranti dittatori, fanatici eletti, purtroppo, da altri fanatici. 
Non solo il pianeta soffre sotto il peso di uno sfruttamento selvaggio ma anche i valori di libertà e democrazia stanno subendo  feroci colpi da un potere che non sopporta nessuna forma di critica e dissenso.
Troppi spiritosi che non fanno ridere: si inventa il termine “gretina” per giocare con le parole e con una ragazzina.
In un paese del sud Italia un ragazzino di dodici va in piazza da solo per salvare il clima; un calcio in faccia al perbenismo.

Abbiamo anzi  hanno inventato la categoria dei “gretini”. Ebbene mi ci iscrivo anch’io, se i ragazzini accettano un “vecchio” che non ha ancora perso le speranze di un mondo migliore.
Non ce la faccio a stare coi saccenti e i supponenti: loro si veri “cretini”.
E guarda caso sono sempre quelli che fanno gli obiettori di coscienza, sull’aborto, sulla dolce morte, sullo ius soli, sui migranti. Sono sempre quelli che ingrassano sul dolore degli altri.
Per una volta provate a stare zitti e cerchiamo di restituire il futuro ai nostri ragazzi.

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