Crescita zero

di Leo Spanu

D’estate il turismo portava sempre soldini freschi nelle casse dello stato. Da sempre il terzo trimestre (luglio-agosto-settembre) è stato un momento felice per il PIL. Col nuovo governo siamo riusciti invece ad azzerare una antica tradizione, siamo tornati indietro, alla crescita zero.
Naturalmente la colpa non è mai di questo governo, sono e saranno sempre i governi precedenti i responsabili di ogni cataclisma, ieri, oggi, domani e, immagino, da qui all’eternità.
Non ho capito perché li hanno votati questi comici e spaventati guerrieri se ogni cosa che devono  fare dev'essere rimandata a domani.
Domani faremo questo, dopodomani faremo quello e in seguito faremo quell’altro. 
Va bene ma oggi che si fa?
La stampa spara su di noi, i poteri forti tramano contro di noi, Il PD (ma non era morto?) ci accerchia con le sue truppe, Berlusconi (ma non si era ritirato?) ci rinnega neanche fosse san Pietro:
 “Prima che il gallo canti tre volte…”
E ammazzatelo il gallo allora, tirate il collo all’Europa, bruciate i giornali, chiudete  le frontiere, spegnete il gas e l’ultimo (sopravvissuto a cotanta battaglia) spenga la luce e chiuda la porta.

Luca Sofri ( Il Post) uno dei più acuti osservatori di questa Italia da saldi di fine stagione scrive un articolo che vi consiglio di leggere e di meditare: Un colpevole al giorno.

Io prendo atto di come un nuovo sport nazionale, ogni giorno,  debba  inventare qualcosa o qualcuno da sbattere in prima pagina per essere condannato da un sedicente  “ tribunale del popolo”.
Nessuno che si preoccupi di prevenire, o almeno tentar di prevenire, le cause del malessere e del malcostume. Appena becchi uno con le mani nel sacco un boato si leva dalle piazze televisive prima e dalle piazze delle città:- Vogliamo giustizia.-
Poi magari esce fuori che il colpevole non è colpevole ma questo è un elemento  accessorio, l’importante è avere giustizia. Perché  molti confondono la parola giustizia con la parola vendetta. Anche  il  ministro dell’interno  con certe dichiarazioni sembra avallare il fatto che i due termini sono sinonimi e così, tra applausi e palloncini colorati per chi muore ammazzato, promesse di linciaggio per chi delinque, siamo tutti talmente presi  guardare il niente che non riusciamo più a  vedere cosa stiamo diventando.

La  nostra Costituzione, una delle più civili al mondo,  viene ignorata nelle sue pagine più importanti:  basta con la solidarietà verso i più deboli, basta con la cultura come strumento di crescita
Qualche genio della pubblica istruzione ha deciso che la storia non si deve più studiare, non serve più. Altri geni tagliano i fondi alla ricerca, fermano tutte le opere valide o meno che siano, bloccano i cantieri. Tutti  geni dell’economia e della politica che stanno paralizzando il paese.
In cambio di che cosa? Di un ipotetico cambiamento che dovrà avvenire in un futuro prossimo venturo?
Abbiamo affidato la guida di una Ferrari ad un pilota di triciclo e lo abbiamo iscritto alle gare di Formula  1 convinti di vincere.
Speriamo di non andare fuori strada.

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