Il nudo 1: Rodica Toth Poiata

di Leo Spanu

Il nudo è uno dei temi principali dell'arte di tutti i tempi. Si va dai classici e patinati ritratti di donne formose del Rinascimento fino alle scabrose ed erotiche rappresentazioni  moderne delle donne così come sono nella realtà e non come bambole asessuate. Perchè nel nudo femminile si è sempre visto di tutto, dalla donna angelicata  da mettere sugli altari fino alla donna prostituta da amare di nascosto perchè è vietato dalla buona educazione. Con i Degas, i Renoir, i Toulouse-Lautrec, e siamo già nell'Ottocento, la donna torna ad essere semplicemente una donna in tutti gli infiniti e straordinari momenti della sua femminilità, moglie, amante, madre, amica, sorella e, perchè no, anche puttana. Donne di tutti i giorni, non sempre in perfetta forma fisica, anzi sempre più spesso corpi sfatti, invecchiati, corpi che non sempre parlano d'amore. In mio precedente articolo ( Nudo di donna: Secol,  Rosa Sechi Colacino. 2/8/17) scrivo di un'artista, purtroppo poco conosciuta e sottovalutata, una mia compaesana scomparsa da tempo, che andrebbe recuperata alla storia della pittura sarda per il posto che merita. In questa serie di articoli andremo quindi a raccontare solo di donne che dipingono altre donne, ognuna secondo la propria sensibilità ma tutte con l'attenzione che spesso noi uomini non sappiamo trovare quando ci limitiamo ad ammirare un bel corpo  e non sappiamo andare oltre.

Rodica Toth Poiata (1950) è un'artista della Romania. Le sue donne hanno la leggerezza di un antico ricordo che non vuoi lasciare  perchè ti fa sorridere ogni volta che ci pensi, hanno l'eleganza delle signore anni cinquanta, gonne lunghe ma con lo spacco che svelavano gambe velate da calze con la riga. Donne da spogliare lentamente e senza fretta perchè in ogni donna c'è tanto mistero prima, da scoprire.

 













 

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