Sorso 1993

di Leo Spanu

Nel precedente articolo ho parlato dell’inizio della mia carriera politica, oggi racconterò la fine.
1993: siamo in piena tangentopoli, il vecchio sistema sta saltando ed anche il mio partito (PSI) è morto sotto il peso delle accuse e degli scandali. Gli effetti del caos nazionale si sommano alle confusione che regna anche in periferia. Io sono entrato in rotta di collisione col “padrone” del partito, il sindaco Andreuccio Bonfigli, e neanche i nostri buoni rapporti personali possono salvare la situazione ormai degenerata. Con le leggi di allora il sindaco non può “cacciare” un suo assessore, deve dimettersi lui insieme a tutta la giunta. Così accade e anch’io, subito dopo, mi dimetto da assessore. Le mie scelte politiche per lo sviluppo urbanistico del territorio sono  basate sulla lotta all’abusivismo, specie sulla costa e sull’opposizione ai cosiddetti “ signori  del mattone” ( porto turistico con milioni di metri cubi di villette da costruire nella pineta) che hanno bloccato ogni possibilità di crescita economica del paese. Tutte scelte di cui ero e sono ancora convinto ma  che segnano la mia condanna politica. Sono rimasto solo nella maggioranza che amministra il comune e anche dentro il mio partito siamo rimasti in pochi: gli ultimi illusi.
Viene eletta la nuova giunta, sindaco sempre Bonfigli, ma ad occupare le poltrone di assessori solo seconde linee. I big di tutti i partiti preferiscono stare fuori. Quando si voterà, fra due anni, entrerà in vigore il sistema maggioritario e l’elezione diretta del sindaco. Meglio prendere tempo e vedere cosa succederà. Nel consiglio comunale di Sorso sparisce l’opposizione, tutti dentro.
All’epoca i consigli comunali erano molto partecipati dal pubblico.
C’è molta attesa per le mie dichiarazioni; sanno tutti che non me ne andrò in silenzio. Ecco il mio ultimo discorso ( ho tolto alcune parti di scarso interesse),  poi parteciperò raramente alle riunioni di consiglio. Se non mi sono dimesso anche da consigliere è solo perché non mi piace il primo dei non eletti della mia lista.

“  31/5/1993

Signor Sindaco, colleghi consiglieri
Oggi è un grande giorno per Sorso. Uno di quei giorni da evidenziare nel calendario della storia e parliamo di Storia con la S maiuscola. Non lo dico io; proviamo a leggere la stampa.

La Nuova Sardegna del 25 aprile.  Per la prima volta nella storia di Sorso si apre un capitolo completamente nuovo…. E ancora  in ambienti vicini all’amministrazione si parla di fatto storico (tra virgolette).
Ma continuiamo con la lettura .
La Nuova Sardegna del 19 maggio.  L’operazione della grande svolta ( sempre tra virgolette) è stata condotta personalmente dal sindaco Andrea Bonfigli che, obbiettivamente, ha il merito di aver interpretato, in un momento politico difficile che è contrassegnato da profondi mutamenti in ambito nazionale, le pressanti esigenze della popolazione di Sorso.
Non ho capito cosa abbia interpretato il sindaco in tutti gli anni precedenti (1) ma andiamo avanti con la lettura del giornale. Stesso articolo.
“Credo ( parole attribuite direttamente al sindaco) che l’essere riuscito a condurre in porto un’importante fase che porta al rinnovamento politico a Sorso, possa significare il raggiungimento di un traguardo che potrebbe essere attuato anche in altre realtà amministrative della provincia e della regione.”
Siamo all’apoteosi. Siamo di fronte ad uno di quei fatti che segnano la vita dei singoli e di una comunità. Un giorno potremo dire ai nostri figli e nipoti: c’ero anch’io.
Mi sembra legittimo quindi l'entusiasmo per questo grande avvenimento.

Ma andiamo a conoscere meglio la Storia (sempre con la S maiuscola).
In cosa consiste  il capitolo completamente nuovo ?  Una giunta composta da tutti i partiti. Una trovata nuova, originale, soprattutto geniale! Ma come, siamo quarant’anni e più che discutiamo e litighiamo sui significati della democrazia, sulle regole e sui suoi limiti.
Maggioranza, opposizione, alternanza, partecipazione, ricambio, rinnovamento di metodi e di persone. Tutte sciocchezze!

La soluzione era facile, a portata di mano, semplice, quasi banale come tutte le grandi verità: l’uovo di Colombo. Non so voi ma io, evidentemente, non ho mai capito niente di politica. La soluzione a tutti i problemi è come un famoso film di W. Disney: Tutti insieme appassionatamente. Una favola!
E  siccome le grandi scoperte non possono essere riservate a pochi eletti, ecco che la lieta novella viene divulgata a tutti perché tutti ne possano  usufruire. Oggi le amministrazioni della provincia e della Sardegna, ma domani chissà, perché mettere limiti alla provvidenza? Il resto dell’Italia, l’Europa, il mondo intero. Ci troviamo di colpo al centro dell’universo, naturalmente per quanto riguarda capacità di proposte politiche  e amministrative.
Fantastico! Ma non lasciamoci trascinare dall’entusiasmo. Esaminiamo sul piano operativo come si può dare vita a questa grande idea.
La prima cosa che tutti ci aspettiamo è la massima rappresentatività della giunta, almeno sul piano dell’immagine. Del resto viviamo in una società dove l’immagine è tutto o quasi. La nuova giunta quindi esprimerà il meglio della classe politica locale.”

Sospendiamo un attimo il discorso; come detto sopra nessuno dei big entra in giunta . Naturalmente sindaco rimane Bonfigli,  un uomo buono per tutte le stagioni. Il resto è affidato alla buona  volontà dei singoli. Ma riprendiamo il discorso.

“ …..A questo punto comincio ad avere seri dubbi sulla portata del fatto storico. Vuoi vedere che la colpa è della Nuova Sardegna che ha venduto lucciole per lanterne? Vuoi vedere che la nuova giunta non è un dirigibile e neppure una mongolfiera ma più semplicemente un palloncino, di quelli che si danno ai bambini perché li buchino con uno spillo.

Leggiamo il documento programmatico:  A seguito dell’iniziativa intrapresa dalla maggioranza di costituire un fronte unitario capace di individuare e perseguire nuove linee di sviluppo…
Un capolavoro di sintesi. Talmente sintetico che non dice niente anche perché il seguito è il solito elenco di cose che diciamo da anni e da decenni.
Dove sono finiti il fatto storico, la grande svolta,  il capitolo nuovo (tutti tra virgolette)? Forse esistono nei sogni del corrispondente del giornale. O forse, più probabilmente, esistono solo nei sogni del sindaco Bonfigli che ormai comunica solo a mezzo stampa.

Troppo preso dai suoi impegni, ogni tanto dimentica qualche piccola regola di comportamento. Niente di grave per carità. Non lo fa in malafede, l’uomo è fatto così. Basta che si guardi allo specchio ed è già un’assemblea.

Confesso che non ho capito le ragioni di questa crisi. E che sia una crisi vera e grave lo dichiara il sindaco.
La Nuova Sardegna del 24 aprile. Non resta che ripiegare su una linea del Piave dalla quale tentare una risalita.
Ma allora, signor sindaco, quello che ci sta vendendo è oro vero o oro di Bologna? Il mio voto contrario va oltre questa giunta. Con quello che sta succedendo oggi in Italia parlare di formule e di formulette è semplicemente ridicolo. Oggi più che mai è un problema di uomini, per quello che rappresentano,  per la loro storia personale pubblica e privata. Io credo che ciascuno di noi dovrebbe rivedere, con la massima onestà intellettuale, non solo le ragioni della propria militanza politica ma anche le ragioni della propria attività di amministratore pubblico.

Certamente è un fatto privato che riguarda solo ed esclusivamente la propria coscienza. Non ho mai creduto ai processi cosiddetti politici.

Personalmente, ho preso la decisione di chiudere con la politica alla fine di questa legislatura. Credo che la politica debba cambiare. E chi, come me,  per oltre un decennio, pur  nella piccola realtà di Sorso, ha avuto precise e definite responsabilità politiche e amministrative, ha il dovere di favorire il cambiamento lasciando spazio a nuove persone se ci saranno, lasciando spazio ad un modo diverso di concepire la politica, i partiti, i rapporti tra amministratori e cittadini.
Questa giunta, signor sindaco, nasce già morta. Appartiene ad un passato che non interessa più a nessuno. Oggi non stiamo operando nessuna svolta, ne grande ne tantomeno storica.
Oggi stiamo solo celebrando il funerale di una modesta e mediocre classe politica di un piccolo paese di provincia.”


Dopo quell’intervento, Bonfigli  non mi parlò per quasi un mese. Un anno dopo mi convocò nel suo ufficio e mi propose la candidatura a sindaco. Naturalmente rifiutai. “ Caro Andreuccio, io ho chiuso con la politica.” Anche Bonfigli e altri importanti politici locali non si ricandidarono più. I partiti tradizionali erano scomparsi e cominciava l’epoca di Berlusconi e di Forza Italia.

NOTE
1) Andreuccio Bonfigli è stato sindaco di Sorso dal 1980 al 1995.

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