Petronio Pani: ricordo di un amico (R)

di Leo Spanu

La nostra amicizia risale al 1980. Avevo appena preso possesso della mia carica di assessore comunale quando Petronio Pani si presentò nel mio ufficio con  una serie di proposte da “ mandare avanti”. Proposte, non richieste: Petronio non chiedeva mai, dava per scontata la disponibilità dei suoi interlocutori. Fu  un'incontro tra due persone completamente diverse. Petronio era nato nei dintorni di Modena ma era un sorsense DOC; io invece sono nato a Sorso ma provenivo dalle nebbie del profondo nord. Due caratteri opposti: iperattivo Petronio, aperto e trasparente con  gli altri; io più riflessivo, ombroso e meno convinto della bontà del  genere umano.
Fu naturale decidere di fare qualche pezzo di strada insieme. L'archeologia fu il primo campo che andammo a frugare. Confesso che allora non avevo un grande interesse per questa scienza anche se poi sarei finito a lavorare, ironia della sorte, proprio in questo settore. Petronio Pani, insieme a Nicola Manzoni, aveva compilato un censimento dei siti archeologici di Sorso che neanche la Soprintendenza ne aveva di così aggiornati. Un lavoro certosino di ricerca atttraverso documenti e controlli sul campo. La teoria doveva trasformarsi in attività lavorativa ed io fui arruolato da Petronio senza nenche chiedermi se ero d'accordo. Furono così finanziati i cantieri della villa romana di Santa Filitica, del villaggio medievale di Gerito, le ricerche marine per la nave romana di Marritza. L'archeologia a Sorso è nata grazie alla passione di quest'uomo pieno di entusiasmo. Ma Petronio Pani non era uomo da dedicare il suo tempo solo ad un settore così riprese un sogno interrotto negli anni 70. Aveva infatti fondato una società di atletica leggera, l'Atletico Sorso, che aveva ottenuto degli ottimi risultati ma alla fine aveva dovuto mollare per il peso di portare avanti da solo un'attività così impegnativa. Arruolò un bel gruppo di persone, compreso lo scrivente. Anche in questo caso, pur avendo praticato sport da giovane, non avevo molta voglia di farmi coinvolgere  in questa nuova avventura.  Nacque  il CCRS Sorso Atletica Leggera che quest'anno festeggia 25 anni di attività. La più bella creazione di Petronio Pani, una società dove sono passati nel corso degli anni centinaia di ragazze e ragazzi e che da quell'esperienza sportiva e umana sono rimasti segnati positivamente. Da qualche anno tocca a me portare avanti questa bella pagina di sport. Non sono mai riuscito a dire no a Petronio. Malgrado il mio spirito critico ed una naturale  tendenza all' ironia ( a volte feroce), mi sono sempre fatto coinvolgere da quest'uomo che, come recitava una pubblicità  televisiva, non chiedeva mai ma otteneva sempre. Mi sono ritrovato pure a costruire carri allegorici per il carnevale. Già, perchè anche il carnevale di Sorso ha come padre Petronio Pani ( Pietro Falesi e il CCRS). E' difficile trovare una qualsiasi inziativa, nella nostra cittadina, dove Petronio  non abbia dato un forte contributo quando non ne è stato il promotore  Anche l'AVIS, dove la moglie, la signora Gavina è tuttora una colonna portante, porta la sua firma.. Petronio Pani era un uomo di una curiosità senza limiti. Le sue ricerche su tutto ciò che riguardava Sorso lo hanno portato a raccogliere una quantità impressionante di documenti di ogni genere. Le sue cartoline, le fotografie, i documenti cartacei di vario genere, sono state trasformate in calendari, in quadri che si trovano in case private e in locali pubblici, in articoli, in libri, in tesi di laurea, in mostre (l'ultima, su  Sorso è del 2004). Tutti gli siamo debitori, compresi quelli che poi si sono dimenticati di  lui. Ma Petronio era  estraneo ad ogni forma di meschinità. La sua porta è sempre stata aperta ad ogni richiesta, la sua disponibilità totale e senza condizioni. Qualche volta mi irritava  il suo comportamento allora gli suggerivo  più  attenzione e una punta di malizia nei rapporti con gli altri. Ma lui sorrideva e mi rispondeva che dovevo avere pazienza e comprensione e che , in ogni caso, non bisogna fare le cose solo perchè ci aspettiamo un riconoscimento dagli altri. Aveva ragione ma un grazie ogni tanto non dà fastidio. Così un giorno chiamai il presidente del comitato regionale della Fidal con una richiesta precisa. Petronio era già ammalato ma sopportò la fatica di un viaggio a Cagliari dove, alla festa annuale dell'atletica leggera (2005), il presidente nazionale della federazione gli conferì la piu importante onorificenza per  meriti sportivi. Per tutti noi del CCRS fu un momento di festa e di grande soddisfazione. In un precedente articolo ho parlato di buoni maestri. I cattivi maestri li conosciamo tutti. Sono quelli che, dall'alto dei loro privilegi, ti spiegano che la povera gente si deve sacrificare per il bene comune. Sono quelli che predicano in continuazione e fanno la morale al popolo ignorante e bue mentre loro, nella vita privata, fanno quello che gli pare. La televisione è piena di soloni che pontificano sulle nostre teste poi, lor signori, si ritirano nei paradisi fiscali a far festa. Ma chi sono i buoni maestri? Amici lettori guardatevi intorno, lontano dai riflettori e dai clamori delle sirene pubblicitarie. Ne troverete più di quanti immaginate ma hanno tutti la caratteristica di non salire su nessun palcoscenico. Petronio Pani non hai mai fatto prediche, non è mai andato su nessuna cattedra, non ha mai spiegato a nessuno la differenza tra il bene e il male. E' nella nostra coscienza che dobbiamo cercare i valori positivi se sappiamo usare la nostra intelligenza per misurare la realtà. Petronio Pani era un buon maestro, non solo per la sua professione di insegnante, e non era “buono” per grazia ricevuta  ma per  una scelta di vita ragionata e meditata, costruita con coerenza e anche con fatica. Infatti cercava nelle persone la loro parte migliore, aveva rispetto per le opinioni altrui  e comprensione per i difetti. Non era giudice di nessuno. Un'umanità profonda che ha conquistato chiunque abbia avuto l'onore e il piacere di essergli amico. Un vero uomo in una società troppo piena di mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà, come diceva Leonardo Sciascia. Ed è per questo che quando Petronio è scomparso tutti abbiamo perso un piccolo pezzo della nostra umanità. Non sono solo gli artisti, con il loro genio, a  riscattare e illuminare la nostra realtà quotidiana spesso meschina e mediocre,  ma anche le persone comuni come Petronio Pani che della loro normalità hanno fatto uno straordinario strumento di crescita culturale e sociale. Tocca a noi non disperdere questo messaggio di umiltà e di grandezza. Ricordare ai nostri figli che, se è vero che ciascuno di noi è solo un momento transitorio della storia, è anche vero che la storia siamo noi. Per tutto quello che sapremo fare di positivo nella nostra esistenza. Tutti possiamo lasciare un segno e dare una mano a costruire un mondo migliore. Se lo vogliamo. Come Petronio Pani.

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