Piccole lezioni d'italiano (10/10): Altri generi

di Leo Spanu

Genere espositivo

Il trattato espone in tutto o in parte una determinata dottrina. Autori importanti erano, una volta, “gente” come Niccolò Macchiavelli ( Il principe), Baldassar da Castiglione ( Il cortegiano),  Giovan Battista Vico ( ricordate?  Quello dei corsi e dei ricorsi storici), Galileo Galilei ( Dialogo dei massimi sistemi). I trattati di oggi, salvo qualche lodevole eccezione, sono scritti…… lasciamo perdere.
Forme minori sono.
La dissertazione. E’ uno scritto che serve ad illustrare una questione dottrinale. Si chiama memoria quando viene presentata per essere pubblicata.
Il  saggio. E’ l’esposizione in forma concisa ma compiuta di un argomento  di contenuto scientifico o letterario.
L’articolo. Tipico dei giornali.
La lettera. E’ una forma di comunicazione ( ormai in disuso) tra due persone. I contenuti possono essere  diversi dalle lettere famigliari, alle commerciali, alle ufficiali. Esiste anche un genere narrativo: l’epistolario. Esempio, Ugo Foscolo ( Le ultime lettere di Jacopo Ortis).
Sottogeneri:
   Telegramma ( Ieri: io Tarzan tu Jane. Stop. Oggi: me Kevin  te Gessica. Stop)
   Memoriale ( Ricordo che  il 27 agosto del 1972 alle 16  e 35 stavo facendo..... Boh! )
   Petizione ( Noi abitanti di Marte, chiediamo che non ci vengano tirati in testa satelliti e
   derivati. Fanno veramente male.)
   Ricorso (  Spett. Società  come ho fatto a consumare 317.632 euro di acqua se sono
    morto  da  vent’anni e la casa è deserta?)
   Domanda  (- Signorina quanto vuole per darmela? Cento, mille, diecimila euro?-
   - Cafone  e maleducato! Per niente la darei!)
   Certificato (  Io sono, lo giuro, anche se qualche volta ho dei dubbi).

Genere oratorio
Oratoria. L’arte di parlare in pubblico. Ormai non esistono più i grandi oratori di una volta, capaci di intrattenere e infiammare le folle, I politici di oggi poi riescono a farti addormentare nel giro di due minuti. Comunque a titolo informativo l’orazione è composta di tre parti: l’esordio o introduzione, la dimostrazione, la perorazione. L’oratoria per il contenuto può essere: sacra, politica, giudiziaria, accademica.

Genere drammatico. Forme maggiori e minori

La tragedia. E’ la rappresentazione di fatti terribili e di grandi personaggi. I grandi autori greci, di cui possediamo ancora le opere, furono Eschilo, Sofocle ed Euripide. Per ricordarli gli studenti di una volta recitavano: Eschilo, Eschilo che qui si Sofocle. Ma attenti alle scale che sono Euripide.Una curiosità  riguarda lo svolgimento che doveva rispettare l’unità di tempo, di luogo e di azione. Praticamente non dovevano esserci discontinuità cronologiche, né spostamenti di scena, né interruzioni del fatto.
Il più grande autore di tutti i tempi è senz’altro William Shakespeare ( Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra, Romeo e Giulietta, Giulio Cesare).

La commedia. E’ la rappresentazione dell’uomo e dei suoi difetti  spesso  in forma ironica. Parte dagli autori romani Plauto e Terenzio e arriva fino ai  Moliere ( Jean Baptiste Poquelin:  Il misantropo, Il tartufo, Il malato immaginario) e Carlo Goldoni ( La locandiera, Trilogia della villeggiatura), passando per Nicolò Macchiavelli ( La Mandragola). Nel Novecento un grande autore è stato Eduardo De Filippo ( Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi, Filumena Marturano, Non ti pago)

Il dramma. Nasce nel periodo romantico come rappresentazione della vita reale. Il maggior autore è stato Luigi Pirandello ( Sei personaggi in cerca d’autore, Così è se vi pare, La patente, Luomo dal fiore in bocca)
Forme minori del genere drammatico sono:
La rappresentazione sacra. Jacopone da Todi ( Passione della Madonna)
Il dramma pastorale. Torquato Tasso ( Aminta)
La commedia dell’arte. Nasce nel medioevo e si affida molto all’improvvisazione degli attori. Temi e linguaggio spesso finivano nella scurrilità. Un po’ come il moderno avanspettacolo. ( Ormai scomparso ma da rimpiangere visti certi comici televisivi)
Il melodramma . E’ accompagnato dalla musica ed è il progenitore dell'opera lirica.

Ancora Trilussa

L'Omo disse a la Scimmia:
-Sei brutta, dispettosa;
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!

Quann'io te vedo, rido;
rido nun sa sa quanto!...
La Scimmia disse:- Sfido!
T'arissomijo tanto!

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