La bruttezza

di Leo Spanu

Cos’è la bruttezza? Umberto Eco ha affrontato da par suo il tema in  Storia della 
bruttezza ( Bompiani 2010).
Ne è uscito un viaggio affascinante nel mondo dell’arte però, confesso, che ancora oggi non ho capito la differenza tra bello e brutto. Mi viene la tentazione di dare ragione a Nino Frassica, un comico televisivo che parafrasando un proverbio popolare disse:
Non è bello ciò che è bello ma che bello, che bello, che bello.
Geniale, un capolavoro (unico) di senso e non senso poi l’attore ha scritto libri stupidi, recitato in film penosi per chiudere come maresciallo dei carabinieri in una serie televisiva.
Peccato perché quel“ che bello...........” poteva essere un buon inizio per discutere sulla bruttezza e sulla stupidità.

Valerie Dumas (1962) pittrice francese, si presenta invece con la citazione di un autore che non conosco: Amo la bellezza dei non belli, il fascino dei ribelli. Due affermazioni che condivido in pieno.

Ho parlato di freaks  e grottesco in miei precedenti articoli come esempio di orrido ma non pensavo ad una pentola tanto piena dove il concetto di bruttezza si allarga ad una serie di definizioni che riempiono il mondo di sorprese, di meraviglie e tanto altro. Allora lascio spazio ad Umberto Eco che, maliziosamente parte dal brutto  di natura e  ci accompagna per strade sconosciute fatte di parole come  brutto spirituale, asimmetria, disarmonia, sfiguramento per proseguire e farci perdere definitivamente l'orientamento con  meschino, debole, vile, banale, casuale, arbitrario, rozzo, ripugnante, goffo, orrendo, insulso, nauseante, criminoso, spettrale, stregonesco, satanico, repellente, schifoso, sgradevole, grottesco, abominevole, odioso, immondo, sporco, osceno, spaventoso, abbietto, mostruoso, orripilante, laido, terribile, terrificante, tremendo, rivoltante, repulsivo, disgustoso, nauseabondo, fetido, ignobile, sgraziato, spiacevole e indecente.

E pensare che io, al mattino appena sveglio, guardandomi allo specchio, mi limito a dire: Mamma mia che paura! Poi controllo se mi è spuntato qualche foruncolo ( Lo so che dovrebbe essere un fenomeno solo giovanile ma, da  vecchio, a volte non digerisci bene manco una ciliegia di mozzarella) e allora parte l’esclamazione: Brutto schifoso!  ( il foruncolo)
Sono, è vero, di poche parole ( in certe situazioni) ma  non devo certo partecipare a nessun quiz  televisivo dove giovani donzelle di gentile aspetto e giovanotti dalle teste e dalle guance decorate di pelurie dai tagli più fantasiosi ostentano il loro limitato vocabolario ( i più bravi conoscono anche 100 parole!) insieme ad una laurea in“ non so cos’è e a cosa serve ma una laurea è sempre una laurea.”

Torniamo comunque alla signora Dumas ( discendente per caso di Alessandro padre e figlio?) che oltre a dipingere, scrive e illustra favole. Neanche lei è riuscita a chiarirmi la differenza tra bello e brutto. Vuoi vedere che non esiste e , come dicono a Napoli,  ogni scarrafone è bello a mamma sua.










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