366 giorni per riflettere sulla Terra

di Leo Spanu

E’ il titolo di un libro edito da WHITE STAR nel 2003, l’autore è Yann Arthur Bernard che firma anche 346 fotografie delle 366 ( una per giorno) pubblicate. Altre persone hanno collaborato a questo bel volume non solo fotografico che ci fa riflettere sul futuro del nostro pianeta. Leggiamo alcuni dati.

CONDIZIONI LOCALI
La popolazione mondiale è più che raddoppiata  in 50 anni passando dai 2, 5 miliardi del 1950 ai 6, 2 del 2002. Per il 2050 si prevedono da 8 a 9 miliardi di persone. Paragonando la Terra  ad un villaggio di 100 abitanti, 60 di questi vivrebbero in Asia, 14 in Africa,  9 nel Sudamerica, 9 in Europa, 5 nel Nordamerica, 2 in Russia, 1 in Oceania. Gran parte  della popolazione non ha accesso ad una sanità  e a un’istruzione sufficienti:
815 milioni di persone (1 su 7) sono sottoalimentate
1,1 miliardi di persone (1 su 6) non hanno accesso all’acqua potabile
133 milioni di bambini (1 su 5) non frequentano scuole: il 97% di loro vive nei paesi in via di sviluppo
860 milioni di adulti ( 1 su 5) non sanno né leggere né scrivere; 544 milioni sono donne
Il 19 % dei bambini tra i 5 e 14 anni lavora.

ALCUNE DISEGUAGLIANZE SOSTANZIALI
La salute non è alla portata di tutti. Il tasso di mortalità dei minori di 5 anni è:
157 nei paesi meno avanzati
89 nei paesi in via di sviluppo
7 nei paesi industrializzati.
Nel 2002, la speranza di vita media nel mondo è stata stimata in 67 anni. In Africa è pari a 53 anni, mentre nel Nordamerica sale a 77 e in Giappone a 81.
L’HIV/AIDS affliggeva  42 milioni di persone nel 2002, il 90 % dei quali abitanti in paesi  in via di sviluppo e il 75 % di queste nell’Africa sub sahariana.
Una minoranza della popolazione consuma la maggioranza delle risorse. Il 20 % della popolazione abita nei paesi sviluppati:
consumando il 53 % dell’energia globale
mangiando il 44 % della carne consumata nel mondo
possedendo l’80 & circa dei veicoli circolanti su pianeta.
Le diseguaglianze nel l’accesso all’acqua si traducono in  grandi differenze  di consumi. Il consumo di acqua potabile  su base giornaliera e pro capite è:
Italia 320 litri
USA  590 litri
Cina  88 litri
Mali  12 litri

L’UMANITA’ DI  FRONTE A RISCHI CONDIVISI
Nel 2002, il 24 % dei mammiferi, il 12 % degli uccelli e il 30 % dei pesci erano minacciati di estinzione
Il 50 % delle foreste di mangrovia, essenziali all’esistenza del 75 % delle specie marittime commerciali, è scomparso.
Le foreste tropicali primarie, riserve della biodiversità mondiale, subiscono un disboscamento rapido e continuo nell’ordine di 15 milioni di ettari all’anno ( 2 volte la superficie dell’Irlanda).

Quest’articolo esce il  16 novembre. Vediamo cosa ci racconta il libro su questo giorno.

Monte Everest, Himalaya, Nepal
Nel massiccio dell’Himalaya frontiera tra Nepal e Cina, la vetta del monte Everest costituisce il punto culminante del pianeta a 8848 metri di altitudine. Sagarmatha “ Colui la cui testa tocca il cielo” in lingua nepali, o Chomolongma, “ Dea Madre della Terra”, in tibetano, il colosso porta anche il nome del colonnello britannico George Everest, incaricato nel 1852 di stabilire il rilevamento topografico dell’India. Dopo la conquista da parte del neozelandese Edmon Hillary e dello sherpa Norgay Tensing che il 29 maggio 1953 furono i primi a toccare il tetto del mondo, l’Everest ha conosciuto più di 300 ascensioni vittoriose, al prezzo di un centinaio di vite. I decenni di maggiore affluenza ( fino a 300 alpinisti al campo base) hanno tuttavia posto diversi problemi di inquinamento; inoltre il consumo di legna per il riscaldamento ( anche 7 tonnellate per spedizione) ha spogliato i versanti montani, esponendoli all’erosione. Regolamentazioni, operazioni di pulizia ( 30 tonnellate di rifiuti raccolte al campo base in occasione della prima), installazione di pannelli solari e trasporto in quota del combustibile da parte delle spedizioni hanno tuttavia permesso, dopo una decina d’anni, di contenere il degrado del fragile ambiente di altitudine ( parco nazionale dal 1976) da cui dipendono gli sherpa.

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