C'è del marcio in Danimarca

C’è del marcio in Danimarca

di Leo Spanu

C’è del marcio in Danimarca? Si!
Lo diceva anche il principe Amleto ( personaggio di Shakespeare per i distratti) già nel 1600 e oggi ne abbiamo la conferma con una legge, più stupida che criminale, che autorizza lo stato danese a rubare pochi spiccioli ai migranti: l’orsacchiotto di peluche  al bambino, la bambola Barbie alla bambina che, per uno strano scherzo del destino,  non sono affogati nell’Egeo e la pipa al nonno che in vecchiaia è fuggito dalla sua campagna che ormai produce solo bombe e cadaveri. Anche i nazisti spogliavano  vivi e morti ma loro erano nazisti, invece la Danimarca è il paese più civile del mondo, così dicono, all’avanguardia nei servizi sociali. Anche gli svedesi coi loro vicini di casa, i finlandesi, sono molto civili. Spediranno indietro, a casa loro, non so quante migliaia di non aventi diritto (a che cosa ?) ma li accompagneranno in treno o in aereo. 
Certo più civili di Salvini, kapò della Lega, che i migranti li vuole accompagnare fuori dell’Italia a calci in culo. 
Si c’è del marcio in Danimarca che si candida a guidare un gruppo di nazioni europee  sempre più democratiche, grandi costruttrici di muri e reticolati in filo spinato, di gusto magari un po’ demodè di  stile nazista ( ma non li avevamo cancellati 70 anni fa?) ma così spettacolari tra il verde delle campagne e il bianco di alcune spruzzate di neve di un inverno che tarda ad arrivare. Purtroppo ci sono quelle colonne variopinte  di profughi  che offendono il panorama, un contrasto esagerato  tra il grigiore del cielo e gli stracci colorati e le valige di cartone. 
Che strano queste me le ricordo: ero bambino ma alla stazione di Roma , negli anni 50, ho visto colonne di gente cupa che veniva dal sud con le valige legate con lo spago e tanti bambini, sempre allegri, anche quelli senza scarpe. Era gente in cerca di un futuro a Milano, a Torino alla Fiat, in Germania, in Belgio nelle miniere. 
Gente senza casa,  alla ricerca di un altro Egitto tra i deserti di un altro Sinai, gente senza Mosè a guidarli verso la terra promessa. Anche questa è gente  che cerca una speranza sempre che non gli sequestrino pure quella per pagare le spese  di accoglienza. 
Ma quanto costa la pietà? Me lo domando mentre seguo stupito le polemiche sulle statue nude  dentro le scatole imbiancate come i biblici sepolcri. Probabilmente chi urla più forte per l’oltraggio subito dalla nostra cultura non è mai entrato in un museo e non ha mai letto un libro. 
C’è del marcio in Danimarca quando in televisione mi dicono  che il 65% degli italiani è incazzato con Matteo Renzi  perché deve pagare il canone televisivo;  non sarà lo stesso 65%  che non lo ha mai pagato ? 
C’è del marcio in Danimarca quando non si riesce a fare una legge sulle unioni civili perché ci sono tre coppie gay che vogliono adottare un bambino.  Curiosa scelta per un paese che cresce solo grazie alle nascite dei nuovi italiani, figli di emigrati, ai quali si nega anche lo ius soli ( per i soliti distratti, i bambini che nascono in Italia da genitori extracomunitari, al compimento della maggiore età possono essere rispediti nel paese d’origine).

C’è del marcio in Danimarca, c’è un morbo maligno che si sta diffondendo in tutta l’Europa. Paesi ex comunisti, troppo frettolosamente fatti entrare nella comunità europea, ora vogliono dettare le nuove regole fatte di egoismi e nazionalismi esasperati il tutto condito da  fanatismo e  odio mortale verso il diverso. Il nazismo più feroce sta rinascendo o forse non è mai morto. Troppi buttano benzina sul fuoco inventando una  presunta guerra tra civiltà: Islam contro  Cristianesimo. Intanto i  signori della guerra si stanno facendo d’oro sulle spalle degli imbecilli che si bevono tutte le peggior panzane che la propaganda di una parte  e dell’altra stanno diffondendo nel mondo come una peste. 
No, non è solo in Danimarca che c’è del marcio. Anche  dentro la nostra coscienza c’è qualcosa che non funziona; speriamo   sia rimasto ancora qualcosa di umano nella nostra mente e nel nostro cuore. Se vogliamo salvare il  domani.

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