Ad Memoriam: Amico fragile

Amico fragile: Eugenio Muroni
di Leo Spanu

“Come ti senti amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te”. Comincia un nuovo anno e ormai non ho più un minuto, neppure per pensarti. Sono qui che colleziono parole per usarle come pietre. Nascosto nell'ombra della mia tana, come un animale impaurito, sono pronto a colpire e a far male invece di raccogliere gli ultimi avanzi della mia  umanità per capire quelli come  te, amico fragile, quelli che ormai non hanno neanche la forza di parlare o di piangere.
Così il tuo ricordo mi urla nella coscienza come un atto d'accusa. Sono innocente ne sono sicuro, più che sicuro ma perchè mi sento colpevole? Mi confondo e mi perdo nelle storie di tutti i giorni; mi chiudo nel mio metro quadrato di illusoria libertà e mi armo per controllare e combattere il nemico che mi spia. La mia casa è diventata una prigione per lasciare il male fuori. Almeno credo, voglio sperarlo. Ecco perchè non ho tempo per aiutarti, amico fragile. Ho paura di non riuscire a salvarti e di perdermi anch'io in questa strana malattia che uccide la vita mentre il corpo è ancora vivo. Intanto rumori molesti risuonano nel cuore e nella testa mentre cerco di comprendere. La scienza parla di depressione, una parola che non dice niente. Non dice dei sogni e delle illusioni di tutta una vita, non racconta di un passato che ormai si è perduto nelle nebbie della memoria.  Non c'è più futuro in questo presente, non c'è più speranza dentro questo male invisibile che regala solo dolore.
Alla fine ti ho lasciato andare sapendo che le mie parole non potevano più sciogliere i tuoi silenzi, sapendo che ormai ti eri perduto in un buco nero. Avrei voluto per te un viaggio verso quelle stelle che amavi per il loro mistero, verso quelle spiagge di pietre, ricche di storie di uomini, dove raccoglievi le memorie del tempo. Ma non ci ho mai creduto e neanche tu avevi una fede  che  potesse guidarti oltre le acque scure di un mare sconosciuto. Un attimo di solitudine insopportabile, un attimo lungo un'eternità poi più niente. Che la terra ti sia leggera amico mio, troppo intelligente e fragile, come un sospiro del vento. 


Pubblicato sul Corriere Turritano nr. 1 gennaio 2015

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