Mamma li turchi!

Mamma li turchi! Quando il pirata Barbarossa cercò di saccheggiare Sorso
di Leo Spanu

“Is Morus, is Morus! ” Questo l'urlo degli abitanti delle coste sarde quando sul mare apparivano le navi pirate coi loro equipaggi di feroci predoni. E il grido fu ripetuto sovente perchè le coste sarde furono “visitate” a lungo da questi sgraditi turisti, dal 700 al 1600, con effetti devastanti per la sempre povera economia sarda. Tra le peggiori incursioni che la storia racconti, nel 1527 un rinnegato spagnolo, tale Aradino Caramano noto come “ Caccia Diablo” sbarcato nel golfo di Oristano, fece stragi a Terralba, Uras e San Nicolò Arcidano. Il paese di Uras ebbe l'onore di un'ulteriore “visita” nel 1546. Questa volta, le orde selvagge erano agli ordini del più famoso dei pirati, Khayr al-Din (1466-1546) più noto come Ariadino Barbarossa. Corsaro e ammiraglio della flotta ottomana, per decenni questo famoso personaggio ha scorrazzato per tutto il Mediterraneo, in conto proprio o agli ordini del sultano Solimano. Nord Africa, le coste tirreniche e adriatiche furono i luoghi preferiti per le incursioni. Le prime imprese sono del 1513 quando il Barbarossa diventò padrone di Tripoli ma nello stesso anno, attaccato dalla Repubblica di Genova, fu costretto a rifugiarsi a Tunisi. Da qui per qualche anno sarà costretto a ridurre le sue scorrerie solo all'Algeria e alla Tunisia. Nel 1526 cercò di attaccare Reggio Calabria ma sconfitto si rivolse a Messina, poi l'ammiraglio genovese Andrea Doria lo affrontò e lo costrinse alla fuga. Nel 1534 il Barbarossa diventò ammiraglio della flotta ottomana e subito conquistò l'isola d'Elba. Seguirono poi incursioni a Capri, Procida, Gaeta e altre località. Ancora Andrea Doria, agli ordini di Carlo V, sconfisse il pirata riconquistando Tunisi nel 1535 ma il Barbarossa riuscì a fuggire. Nel 1537 lo ritroviamo intento a saccheggiare la Puglia e poi le isole minori delle Grecia, possedimenti della Repubblica di Venezia. Nel 1538 Andrea Doria e il Barbarossa si scontrarono di nuovo ma quella volta fu il pirata ad aver la meglio. Nel 1543 c'è finalmente la pace tra Solimano e il re di Francia Francesco I e il Barbarossa venne inviato a Marsiglia in missione. Strada facendo”ripulì” in ordine Messina e la costa campana mentre Nettuno e Ostia offrirono spontaneamente il loro tributo.
Tornando alla Sardegna le incursioni piratesche sulle nostre coste furono molteplici e di questi avvenimenti vi sono molte testimonianze storiche. Più incerto invece l'episodio che riguarda Sorso. Citiamo Gustavo Straforello “ Il celebre corsaro Barbarossa, in un anno non ben determinato, sbarcò con 800 predoni sulla spiaggia presso la foce del fiume Silis, avviandosi per dare il sacco a Sorso, quando Giovanni Marongiu, avvisato dello sbarco, raccolse in fretta e furia non più di 50 uomini a cavallo e sorprese nottetempo i Barbareschi, i quali, credendosi assaliti da grandi forze, indietreggiarono in fuga precipitosa al mare, ove la maggior parte affogarono.” Il sempre citato Angius-Casalis racconta la stessa storia con una variante. Marongiu diventa Maronju e viene presentato come uno stratega degno del generale Cadorna. Roba da dedicargli una via di Sorso, dietro la stazione, dove vengono sistemati tutti gli illustri sconosciuti. Sasso de Vega (1) in uno dei suoi romanzi celebrò in versi questa vittoria. In altre memorie questo nobile Maronju viene chiamato Lorenzo. La prima domanda è quando sarebbe avvenuto questo fatto d'armi. Francesco Corona nel suo “ Guida dell'isola di Sardegna” cita l'anno 1527, data plausibile ma non suffragata da nessuna testimonianza certa. Quel che è certo è che fino al 1548 i pirati infestarono il golfo dell'Asinara, anzi nell'isola avevano una loro sede (Castellaccio -2-). Una località si chiama ancora oggi punta Barbarossa (costa est). Forse si trattava di bande disperse che “lavoravano” in proprio senza una guida sicura. Infatti la reazione dei pirati all'assalto dei sorsensi sa molto di armata Brancaleone vista la disparità di forze in campo. E' vero che di notte, uomini urlanti a cavallo dovevano sembrare dei demoni usciti dall'inferno o dei novelli centauri reincarnati ma gli invasori erano soldati di ventura o solo dei violentatori di donne e uccisori di bambini? La storia spesso trasforma in eroi degli ignobili assassini e ce li presenta pieni di gloria e di coraggio. In ogni caso onore ai nostri antenati. L'episodio tramandato è verosimile e corrisponde al carattere dei sorsensi che non sopportano le ingiustizie e le prepotenze. Ho usato il verbo al presente ma è ancora vero? E sopratutto è vero anche per gli altri sardi , tutti i sardi. In tempi moderni altri pirati, vestiti da industriali e da benefattori, hanno saccheggiato la Sardegna (con la nostra benedizione!) lasciandosi dietro macerie e miseria. Leggendo le cronache antiche scopriamo invece che i sardi hanno sempre reagito con decisione e coraggio contro i barbari che venivano dal mare. Hanno sempre lottato come leoni. Oggi siamo qui ad aspettare la manna dal cielo o qualche sceicco che ci compri. L'accattonaggio politico sta diventando consuetudine e la dignità del nostro popolo è venduta con i saldi. Quando ritroveremo l'orgoglio e la forza di ributtare i predatori in fondo al mare? Meditate gente, meditate!

Note
1)Gabriele Susso (o Sasso) de Vega. Non sono riuscito a trovare nessuna notizia su questo scrittore. Qualsiasi informazione è gradita.
  1. Il Barbarossa avrebbe costruito la sua fortezza nel XVI secolo. Altri autori anticipano la data di costruzione attribuendola ai marchesi Malaspina. Altri ancora indicano i Doria di Genova come costruttori.


Pubblicato sul Corriere Turritano nr.15/16 del 31 agosto 2012

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