Via dalla pazza folla

di Leo Spanu

Dal momento che non posso fuggire dalla pazza folla e non posso neppure sfuggire alla gente noiosa visto che non abito in un'isola deserta (ma se insistono, in Sardegna con questa  continuità territoriale forse un giorno ci arriviamo) tanto vale la pena entrare in una dolce follia magari evitando Erasmo da Rotterdam che, col suo elogio della stessa, ci ha rotterdam anche i geroglifici.

Magari chiediamo aiuto a Vladimir Tarasenko (1967) artista ucraino che dev'essere un esperto in cose folli visto che hanno appena eletto un attore comico a governare il loro paese.
Come? Devo stare zitto perchè noi in Italia abbiamo cominciato prima?
Chissà perchè siamo sempre ultimi nelle cose importanti e primi nelle stronzate. BOH!
Intanto andiamo a controllare le varie vie di fuga. Astenersi chi non ha tempo da perdere e persone serie.

Le nostre città sono caffettiere che fumano ma senza il profumo del caffè. C'è nell'aria  qualcosa di nuovo anzi d'antico che sa di petrolio al sapore di menta, di scarpe con le ruote consumate e di condomini dove il signore dell'ultimo piano piscia su tutti quelli dei piani di sotto perchè chi sta in alto non teme assalto. Un cane da punta, guarda lontano ma non ha più niente da puntare, lo fa per abitudine; ormai tutto è spuntato anche le matite colorate che non si usano più. Stiamo colorando il mondo di merda.

Il Nautilus andava a remi quando c'erano i fratelli Romolo e Remolo. Poi il primo fondò la città di Roma e  Remolo cambiò sesso per amministrare la città. Certo che remare,  remolare e romolare in apnea dev'essere scomodo. Il biondo Tevere si riempì di rifiuti che scaricò in mare. Nessuno voleva più la mondezza della capitale. E pensare che con la mondezza si può fare più di un capitale.

Quando partii per la stagione delle piogge inventai un ombrellone gigante che levati. Infatti  si levò il vento e quando s'alza il vento più fermare non si può, al punto che anch'io mi levai dalle scatole e  levitando nell'aria , sparii dentro una nuvola bianca. Intanto Nuvola Nera dichiarò guerra a Trump che con quella zazzera bionda rassomigliava tanto al generale Custer, quello che sparava volentieri a donne e bambini. Ma erano indiani.

Con una motocicletta 10 HP ho vinto il primo premio, un pieno di miscela, al festival di Corridonia. Poi mi sono iscritto a tutte le sagre paesane: Corri che ti passa (la voglia di correre); Corri con AVIS (dissanguati all'arrivo); Corri sulla neve (con o senza sci?); Corri a Lecce (corsa barocca); Corri coi Sarmati (antico popolo persiano che andava a cavallo); Corri per medici senza frontiere (prestazione in conto terzi); Corri con noi ( Chi siete?): Corri la vita (è una vita che vado di corsa); Corri a correre con noi (spiritosi); Corri nel Chianti (affogati nel vino rosso); Corri con Gioia (ti arrabbierai al traguardo); Corri per chi non può (i morti?); Corri per ENPA (gli animali fermi a guardare); Corri con Sant'Antò (lasciate stare i santi); Corri Federico II ( ma non era morto?). 
Non mi hanno voluto perchè non ho capito il concetto di moto.

Intanto il cavallo di Troia si era liberato dei greci che gli stavano dentro la pancia (ed anche sulle palle) e si preparava ad andare in ritirata ma trovò tutto occupato. Invece il caciocavallo aveva smesso di correre per le praterie e vestitosi da cavallo a vapore era stato assunto come tranviere ad Abbiategrasso. Fine della dieta.

Tanti lucchetti per chiudere porte che non portano in nessuna stanza perchè non ci sono muri abbastanza alti da rinchiudere la fantasia e fermare la curiosità. Ci sarà una scala sempre  più alta del muro più alto per salire a guardare l'infinito.

Questa cosa degli aeroplani a molla è fastidiosa. Stai mezz'ora a caricarli fino a farti due braccia pesanti come prosciutti e non succede niente. Poi ti fermi un attimo, una grattatina in testa e una al culo (mi devo ricordare di non mangiare piccante) e quello (l'aereo), maledetto decolla. E tu appeso come un lampadario storto che guardi il mondo da lontano. Non mi ricordo che libri ho preso per il viaggio.

Una mosca a trazione monetaria non l'avevo mai vista. E' vero che l'Alitalia vola solo se la riempi di soldi ma non va a caccia di moscerini facendosi guidare dal pifferaio magico. Per noi sardi neanche posti in piedi. Sempre maledetta la continuità territoriale.

Due vicini di casa s'incontrarono sulle scale che passano sopra il Tamigi. Londra nella stagione della brexit è allegra come una mela col verme, una giornata di pioggia durante le ferie estive, e un ministro armato di mitra. Però vuoi mettere far salire su in cima, un irlandese del nord e un irlandese e basta, a stringersi la mano e a fare la pace. Ci sono ponti che uniscono e poi ci sono quelli che li vogliono buttare giù.

I cacciatori sono famosi perchè sparano balle più grandi delle prede che colpiscono. I pescatori invece se ne stanno da soli a misurare  il tempo. Ore a far niente poi arriva uno vestito da turista di città e chiede: " Abboccano?" Il pescatore manco si gira e risponde: " Con Lei fanno trenta". 
Questa storiella è la conseguenza di una giornata uggiosa (Lucio Battisti), una serata noiosa (aspettando Godot), una mangiata a iosa (Natale con i tuoi), una ragazza formosa (taglia 46), una battuta spiritosa (sei Perseo? Trentaseo. Uccidete l'autore!), una nonna grintosa (la regina Elisabetta che non molla il trono), una salsiccia pelosa (che schifo), una faccia facciosa (Charlie Brown), una scoreggia arresa (esce o non esce?), una tetta vistosa (figuriamoci due), una balena ansiosa (si vede da come sbuffa),  un'armonia rissosa (governo giallo-verde), una moda cenciosa ( pantaloni stracciati a cento euro il taglio), una sigaretta fumosa (vorrei vedere il contrario), una mela scontrosa (quando provi a tagliarla ti fugge via), un'arteria venosa (sangue misto), una cosa schifosa (la salsiccia di sopra), una rosa petalosa  (materia per gli accademici della Crusca ma va bene anche una strada bucosa).
Comunque il pesce più lungo è il pesce d'aprile: è lungo trenta giorni.

Avete mai provato ad infilarvi un albero in testa? No!? Allora non siete mai entrati in un albero, di quelli con dodici metri di diametro che ci ricavi un appartamento con tre stanze, servizi e terrazza panoramica con vista sul bosco. Questi invece sono monolocali per persone sole e solitarie. Non devono essere stupidi visto che hanno la testa pieni di libri.

La mia evasione preferita: scrivere. Ho aspettato una vita per mettermi davanti ad una macchina da scrivere. Invece queste sono scomparse, pezzi da museo anzi da vintage, oggi tastiere e videoscrittura. Ma nel corso del tempo quante pagine strappate di bloc-notes, fogli sparsi e appunti scritti in fretta con la prima penna  a portata di mano: parole in libertà che non sono diventate pensieri, versi sparsi che non si sono trasformati in poesia, favole che non sono mai state raccontate. Troppe storie mai nate, un bagaglio di sogni a farmi compagnia e una valigia di libri da leggere; tanti libri e personaggi e avventure e mondi strani e viaggi, sempre viaggi là dove si perde lo sguardo e comincia la fantasia. Non sono mai fuggito, sono sempre rimasto lì, solo, a sognare tra la pazza folla.

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