Donne di Sardegna 2
di Leo Spanu
Non so se sia ancora attuale la vecchia e noiosa ( per me) discussione sul matriarcato sardo. Sembra sia stato una forma di "potere" tra le più oppressive della storia. Non sono un esperto e fra l'altro il tema non mi appassiona. Diceva lo scrittore Giuseppe Dessì che la donna sarda è una Penelope senza Ulisse, lei in casa a tessere e lui, appena fuori della porta, con le pecore. Per l'uomo sardo niente mari misteriosi ed avventure. Lei custode del focolare domestico ma anche detentrice di antichi saperi da tramandare. Lui che costruisce brutte case di pietra, lei che li riveste di bellezza.
Sempre Dessì ironizza, con una felice battuta, che " i grandi uomini della Sardegna sono state donne." A guardarsi intorno, oggi, ci sarebbe da dargli ragione. I primi nomi che mi vengono istintivamente alla mente sono: Eleonora d'Arborea, Grazia Deledda, Maria Carta, Maria Lai.
Tutte donne! Aiuto!
Non so se sia ancora attuale la vecchia e noiosa ( per me) discussione sul matriarcato sardo. Sembra sia stato una forma di "potere" tra le più oppressive della storia. Non sono un esperto e fra l'altro il tema non mi appassiona. Diceva lo scrittore Giuseppe Dessì che la donna sarda è una Penelope senza Ulisse, lei in casa a tessere e lui, appena fuori della porta, con le pecore. Per l'uomo sardo niente mari misteriosi ed avventure. Lei custode del focolare domestico ma anche detentrice di antichi saperi da tramandare. Lui che costruisce brutte case di pietra, lei che li riveste di bellezza.
Sempre Dessì ironizza, con una felice battuta, che " i grandi uomini della Sardegna sono state donne." A guardarsi intorno, oggi, ci sarebbe da dargli ragione. I primi nomi che mi vengono istintivamente alla mente sono: Eleonora d'Arborea, Grazia Deledda, Maria Carta, Maria Lai.
Tutte donne! Aiuto!
Franco Pinna. Orgosolo, anziani genitori a cui sono stati uccisi i due figli perchè ritenuti confidenti della polizia. 1953
Sheldon M. Machlin. Orgosolo. 1954
Andreas Fridolin Weis Bentzon. Santa Giusta, venditrice di vasellame di Pabillonis. 1957
Mario De Biasi. Desulo, panificazione. 1055
Mario De Biasi. Tonara, alla fontana di Lazzarinu. 1955
Mario De Biasi. Campidano di Oristano, casa diI adiri in costruzione. 1955
Marianne Sin-Pfaltzer. Desulo. 1955
Marianne Sin-Pfaltzer. Ritratto di donna. 1955
Marianne Sin-Pfaltzer. Baunei, ritratto di donne. 1955
Marianne Sin-Pfaltzer. Barisardo, panificatrice. 1956
Marianne Sin-Pfaltzer. Bambina con cesto d'uva. 1955
Marianne Sin-Pfaltzer. Orune, ritratto. 1956
Jean Dielizaide (Yan). Mietitrice. Ante 1957
Jean Delizaide (Yan). Serri. Ante 1957
Carlo Bavagnoli. Loculi, selezione e nettatura delle fave. 1959
Carlo Bavagnoli. Irgoli, alla fonte. 1959
Carlo Bavagnoli. Bosa, interno domestico. 1959
Wow c’è la mia nonnina ����❤️
RispondiEliminaMarianne Sin-Pfaltzer. Bambina con cesto d'uva. 1955
RispondiEliminaNon ho mai visto una Bambina per il trasporto dell'Uva nella Vendemmia dal 1950 ad Oggi.
Giordo A.
Bellissime immagini. Grazie.
RispondiEliminaDirei che più che di "matriarcato" vero e proprio, si può parlare di ruolo più autonomo della donna, molto marcato in Sardegna nello spazio civile /femminile e famigliare. Più che matriarcato si tratta di matrilinearita'. Per anni si sono sprecate troppe parole su matriarcato, spesso si creano inutili miti, la nostra cultura non ne avrebbe bisogno è così singolare e ricca da poterne fare a meno senza impoverirsi.
Volevo solo segnalare la settima foto con didascalia: Marianne Sin-Pfaltzer. Desulo. 1955.
RispondiEliminaSi tratta di mia nonna e mia madre a Fonni, e non Desulo.
Sì, è Fonni, Bellissima foto.
RispondiEliminaGrazie.